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FARE INSIEME - Ep. 162 - Pollution Analytical Equipment, quel mix tra tecnologie e persone che riscrive l’analisi dell’aria

«Di immutata è rimasta la nostra volontà di mutare»

27/11/2023

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Da Budrio, nel bolognese, nasce un’azienda oggi leader mondiale nell’analisi in campo dei composti volatili. In Pollution si fa “open innovation” da prima ancora che questo termine fosse coniato nel mondo della ricerca. Oggi l’azienda conta 40 dipendenti con un’età media di 35 anni e un fatturato di 5 milioni di euro con un previsionale a 10 milioni per i prossimi tre anni. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Matteo Monticelli, Managing Director di Pollution Analytical Equipment

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Le più grandi intuizioni sono di frontiera. Perché precorrono i tempi. In fondo è ciò che è successo ad una consolidata azienda emiliana, quando partì come start-up. Un’idea legata al controllo dell’igiene degli ambienti di lavoro negli ospedali che all’epoca, in quegli anni ‘90, non trovava molte sensibilità. Eppure proprio da questa intuizione nasce Pollution. Siamo a Budrio, comune di diciottomila anime a est di Bologna. Qui nel lontano 1836 nasce l’ocarina, strumento a fiato creato dal genio di Giuseppe Donati. Ed è qui che un secolo e mezzo dopo prende forma un’impresa che offre strumenti analitici per l'analisi di quelli che vengono chiamati composti volatili: in fondo si tratta dell’analisi dell’aria grazie ad applicazioni hi-tech di monitoraggio. Apparecchiature anti-inquinamento che diventano una protezione dai rischi chimici. Si tratta di un’impresa familiare con due fratelli che hanno una missione ambiziosa: migliorare la qualità della vita delle persone. Facile a dirsi, più difficile a farsi. E qui entra in campo il mix tra ricerca di mercato e scientifica. «Proviamo sempre a cavalcare le evoluzioni del mercato con l’innovazione tecnologica. All’epoca non c’era cultura sull’inquinamento chimico e si prestava poca attenzione alla qualità degli ambienti di lavoro, e impostammo l’innovazione sul monitoraggio in continuo degli ambienti. Oggi l’attenzione all’inquinamento è ben più radicata, ma ancora esistono criticità irrisolte, come ad esempio la gestione delle molestie olfattive, per non parlare delle nuove opportunità legate ai green gas energetici, che infatti ci vedono impegnati in nuove sfide tecnologiche», racconta Matteo Monticelli, Managing Director di Pollution, alla guida come seconda generazione.

Identikit dell’azienda.
Impresa familiare, dicevamo prima. Perché in questa Pmi sui generis la scintilla iniziale è di papà Paolo, classe 1949 e originario di Copparo, nella provincia ferrarese. Un vulcano di idee. Nel suo passato un percorso da dipendente per poi diventare imprenditore. Tanti profili in uno solo: la formazione di papà Paolo è nell’elettronica e nella telefonia, ma presto approda nel medicale. E qui cambia qualcosa. Lo spiega bene Monticelli. «All’epoca avevamo aperto più business diversificati. Oggi ci siamo concentrati su una sola tecnologia peculiare, chiamata “micro-gas-cromatografia”, creandoci il nostro spazio in nuovi mercati emergenti, e siamo non più di cinque realtà al mondo a presidiarli. Anche per le tecnologie la forza è svilupparle per essere leader in applicativi specifici». La svolta avviene nel 2016 grazie anche ad un bando europeo Horizon2020 vinto e all’ingresso nel mercato dei gas energetici. Oggi l’azienda conta 40 dipendenti con un’età media di 35 anni e un fatturato di 5 milioni di euro con un previsionale a 10 milioni entro i prossimi tre anni. La metà delle vendite si registra fuori dall’Italia e i clienti, pubblici e privati, sono essenzialmente nei due settori del controllo ambientale e del controllo di qualità dei gas energetici.

Soluzioni hi-tech.
Ottimizzare i processi industriali, specialmente nella produzione e distribuzione di gas energetici green come biometano o idrogeno attraverso l’analisi chimica in continuo. Ecco l’ambizione di Pollution. «Questo significa ridurre gli sprechi e le emissioni inquinanti, nonché aumentare l'efficienza operativa, contribuendo così a una gestione industriale più sicura, ecologica, economica… in una parola: sostenibile», spiega Monticelli. D’altronde queste tecnologie aiutano a garantire la sicurezza delle persone e delle comunità, consentendo in alcuni casi anche una risposta tempestiva a situazioni di emergenza. La tendenza mondiale è produrre gas energetici da fonti rinnovabili per limitare i gas serra ed emanciparsi dal fossile. Qui entrano in campo questi nuovi analizzatori di Pollution, indispensabili per controllare e ottimizzare i processi produttivi e di gestione del gas. «Siamo inseriti in un mercato in crescita dove la sfida tecnologica per produrre i nuovi gas energetici in modalità sostenibile è altissima. La nostra tecnologia “lab-on-a-chip” applicata all'analisi chimica sul luogo consiste nell'incorporare su piccoli chip di silicio le funzioni analitiche di laboratorio tradizionalmente svolte in dimensioni più ampie e con tempistiche più lunghe», precisa Monticelli. Ecco la rivoluzione wow dei piccoli chip di silicio: una tecnologia che permette di condurre analisi chimiche ad alto livello qualitativo direttamente online con minimizzazione di consumi energetici, di gas tecnici, di tempi di analisi e di costi. La forza della tecnologia miniaturizzata. Intanto quasi il 20% dei ricavi va in R&D e l’azienda oggi è tra le poche champions europee, essendosi aggiudicata importanti progetti di ricerca come FP7 e Horizon 2020, finanziati direttamente dall’Europa. Pollution detiene diversi brevetti internazionali e collabora con importanti centri di ricerca, tra cui il più rilevante è il CNR di Bologna. «Abbiamo fatto dell’open innovation il nostro mantra prima che venisse coniata tale definizione», dice Monticelli. Un intreccio di tecnologie e competenze che esiste in poche realtà industriali a livello mondiale. «Di immutata è rimasta la nostra volontà di mutare! Ci sentiamo sempre acerbi e imperfetti e lavoriamo così con tensione costante al miglioramento. Oggi puntiamo sui gas energetici, che nulla hanno a che vedere con i gas anestetici e con i business del passato. E poi dove troviamo al mondo un altro distretto così denso di competenze, tecnologie e persone che hanno voglia di collaborare in modo così cooperativo come il nostro? Da nessuna parte. Altrove la catena del valore è molto più disaggregata. Da noi il 95% dei fornitori e partner di eccellenza non dista più di duecento chilometri dall’azienda», conclude Monticelli. Ancora una volta il futuro è una prima persona plurale.

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