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FARE INSIEME - Ep. 195 - Schneider Electric, l’eccellenza dell’illuminazione di emergenza guarda alla sostenibilità

«Trasformiamo le ambizioni in azioni concrete»

20/05/2024

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Declinazione locale di una storia internazionale. Oggi a Pieve di Cento, nel bolognese, c’è il sito del colosso Schneider Electric. Qui c’è la divisione Emergency Lighting dove ci si dedica all’illuminazione di emergenza. Il sito è alimentato solo da energia green con una riduzione di oltre l’80% delle emissioni di CO2 in quattro anni. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Davide Zardo, General Manager della divisione “Emergency Lighting” di Schneider Electric che dal 1 giugno assumerà la carica di AD di Schneider Electric Italia S.p.A

di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Questa storia ci porta lontano nel tempo e nello spazio, ma fidatevi: alla fine ne varrà la pena. Perché è fatta di idee geniali messe a sistema, di visioni pionieristiche, di gioco di squadra. E poi ancora di innovazione, tanta e sostenibile. Ma procediamo con ordine. Stavolta tutto inizia molto distante dalle terre emiliane. E molto a ritroso nei secoli. Siamo nella meravigliosa regione francese della Borgogna, terra a vocazione agricola e metallurgica. Terra di eccellenze vinicole. La nostra fermata è a Le Creusot, comune di venticinquemila anime. Qui nel lontanissimo 1836 i fratelli Adolphe e Joseph-Eugene Schneider rilevano una fonderia abbandonata. Sembra non valga nulla e invece si rivelerà assai preziosa. I due fratelli decidono di specializzarsi nella produzione di macchinari pesanti fino a diventare il Gruppo Schneider. Poi nel 1919 ci si allarga in Germania e in Europa orientale e nel secondo Dopoguerra si avvia una profonda ristrutturazione. Nel 1975 il Gruppo Schneider acquisisce una partecipazione in uno dei principali produttori di apparecchiature di distribuzione elettrica in Francia. E inizia una nuova pagina per la vita della multinazionale. Quindi storia secolare – pensate, oltre 170 anni – e dalla metà del Ventesimo Secolo ci si concentra nella gestione dell’energia. Obiettivo: rendere proprio l’energia accessibile a tutti in modo sicuro, efficiente, connesso, sostenibile.

Identikit dell’azienda
. Oggi il gruppo conta 150.000 dipendenti nel mondo per un fatturato aggregato di 36 miliardi di euro. In campo le migliori tecnologie legate alla produzione di energia, ai prodotti connessi al cloud, alle soluzioni di controllo, ai software e servizi per tutto il ciclo di vita: nasce così la gestione integrata di case, edifici, data center, infrastrutture, industrie. L’azienda si definisce “la più locale delle aziende locali” e promuove in ogni settore l’adozione di standard aperti e la creazione di ecosistemi di alleanze. Dal resto mondo all’Italia. Da noi ci sono 3.000 dipendenti e in Emilia ha sede un centro di eccellenza mondiale sulle tecnologie per l’illuminazione di emergenza e un Packaging Solutions Competence Center. Ma c’è di più. Uno dei siti produttivi è a Pieve di Cento, settemila anime nel bolognese, lungo il corso di pianura del fiume Reno. Qui c’è la divisione Emergency Lighting e quindi ci si dedica all’illuminazione di emergenza, che si estende su un’area di 26mila metri quadrati, di cui 17mila occupati dall’impianto produttivo, dai laboratori di test e certificazione. Nel sito lavorano oltre 150 persone e per il 57% sono donne. «A Pieve di Cento siamo specializzati nella progettazione e produzione di sistemi di sicurezza di illuminazione di emergenza. Portiamo ai nostri clienti le migliori soluzioni in ambito di gestione dell’energia e dell’automazione in settori quali edifici, industrie, infrastrutture e datacenter. Nell’era della digitalizzazione anche i sistemi di illuminazione di emergenza, cruciali per la sicurezza delle persone negli ambienti di lavoro e di vita, cambiano volto: diventano connessi», afferma Davide Zardo, General Manager della divisione “Emergency Lighting” di Schneider Electric. Negli anni il sito di Pieve di Cento è diventato un centro di eccellenza valorizzando le competenze del territorio e integrandole con quelle del gruppo. «Abbiamo investito nella resilienza industriale che negli ultimi anni è stata fondamentale a fronte dell’evoluzione del mercato e della supply chain. Siamo partiti con azioni di reshoring, verticalizzando e integrando nel sito emiliano elementi strategici produttivi. Infatti qui siamo in grado di produrre le schede elettroniche, stampare le meccaniche, assemblare e testare al 100% il prodotto finito. Questa caratteristica è unica per il nostro mercato di riferimento. Negli ultimi anni il portafoglio prodotti si è evoluto in modo significativo: Oltre l’80% dell’attuale produzione è realizzata con prodotti lanciati negli ultimi quattro anni grazie a elementi unici di innovazione, tecnologia, industrializzazione e sostenibilità», precisa Zardo.

Illuminazione sostenibile. L’offerta di illuminazione legata all’emergenza di Schneider Electric ha una storia tutta italiana. Anzi, tutta emiliana. Inizia nel 2006 con l’acquisizione della società OVA – Bargellini. Dietro questa realtà c’è una sana ossessione: consentire a tutti di sfruttare al meglio l’energia. Ecco perché il tema della sostenibilità è centrale. «Come Schneider aiutiamo le aziende nel loro percorso di decarbonizzazione e di ottimizzazione della gestione dell’energia. Oggi il sito di Pieve è alimentato solo da energia green e abbiamo ridotto di oltre l’80% le emissioni di CO2 in quattro anni. Trasformiamo le ambizioni in azioni concrete con un impatto misurabile sul mondo in cui viviamo», conclude Zardo. Ecco la lezione dell’impresa d’eccellenza: guardare al futuro con lucida visione.

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