Declinazione locale di una storia
internazionale. Oggi a Pieve di Cento, nel bolognese, c’è il sito del colosso Schneider Electric. Qui c’è la divisione Emergency Lighting dove ci si dedica
all’illuminazione di emergenza. Il sito è alimentato solo da energia green con
una riduzione di oltre l’80% delle emissioni di CO2 in quattro anni. Per FARE
INSIEME Giampaolo Colletti intervista Davide Zardo, General Manager della
divisione “Emergency Lighting” di Schneider Electric che dal 1 giugno assumerà la carica di AD di Schneider
Electric Italia S.p.A
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
Questa storia ci porta lontano nel tempo e
nello spazio, ma fidatevi: alla fine ne varrà la pena. Perché è fatta di idee
geniali messe a sistema, di visioni pionieristiche, di gioco di squadra. E poi
ancora di innovazione, tanta e sostenibile. Ma procediamo con ordine. Stavolta
tutto inizia molto distante dalle terre emiliane. E molto a ritroso nei secoli.
Siamo nella meravigliosa regione francese della Borgogna, terra a vocazione
agricola e metallurgica. Terra di eccellenze vinicole. La nostra fermata è a Le
Creusot, comune di venticinquemila anime. Qui nel lontanissimo 1836 i fratelli
Adolphe e Joseph-Eugene Schneider rilevano una fonderia abbandonata. Sembra non
valga nulla e invece si rivelerà assai preziosa. I due fratelli decidono di
specializzarsi nella produzione di macchinari pesanti fino a diventare il
Gruppo Schneider. Poi nel 1919 ci si allarga in Germania e in Europa orientale
e nel secondo Dopoguerra si avvia una profonda ristrutturazione. Nel 1975 il
Gruppo Schneider acquisisce una partecipazione in uno dei principali produttori
di apparecchiature di distribuzione elettrica in Francia. E inizia una nuova
pagina per la vita della multinazionale. Quindi storia secolare – pensate,
oltre 170 anni – e dalla metà del Ventesimo Secolo ci si concentra nella
gestione dell’energia. Obiettivo: rendere proprio l’energia accessibile a tutti
in modo sicuro, efficiente, connesso, sostenibile.
Identikit
dell’azienda.
Oggi il gruppo conta 150.000 dipendenti nel mondo per un fatturato aggregato di
36 miliardi di euro. In campo le migliori tecnologie legate alla produzione di
energia, ai prodotti connessi al cloud, alle soluzioni di controllo, ai
software e servizi per tutto il ciclo di vita: nasce così la gestione integrata
di case, edifici, data center, infrastrutture, industrie. L’azienda si
definisce “la più locale delle aziende locali” e promuove in ogni settore
l’adozione di standard aperti e la creazione di ecosistemi di alleanze. Dal
resto mondo all’Italia. Da noi ci sono 3.000 dipendenti e in Emilia ha sede un
centro di eccellenza mondiale sulle tecnologie per l’illuminazione di emergenza
e un Packaging Solutions Competence Center. Ma c’è di più. Uno dei siti produttivi è a Pieve di Cento,
settemila anime nel bolognese, lungo il corso di pianura del fiume Reno. Qui
c’è la divisione Emergency Lighting e quindi ci si dedica all’illuminazione di
emergenza, che si estende su un’area di 26mila metri quadrati, di cui 17mila
occupati dall’impianto produttivo, dai laboratori di test e certificazione. Nel
sito lavorano oltre 150 persone e per il 57% sono donne. «A Pieve di Cento
siamo specializzati nella progettazione e produzione di sistemi di sicurezza di
illuminazione di emergenza. Portiamo ai nostri clienti le migliori soluzioni in
ambito di gestione dell’energia e dell’automazione in settori quali edifici,
industrie, infrastrutture e datacenter. Nell’era della digitalizzazione anche i
sistemi di illuminazione di emergenza, cruciali per la sicurezza delle persone negli
ambienti di lavoro e di vita, cambiano volto: diventano connessi», afferma
Davide Zardo, General Manager della divisione “Emergency Lighting” di Schneider
Electric. Negli anni il sito di Pieve di Cento è diventato un centro di
eccellenza valorizzando le competenze del territorio e integrandole con quelle
del gruppo. «Abbiamo investito nella resilienza industriale che negli ultimi
anni è stata fondamentale a fronte dell’evoluzione del mercato e della supply
chain. Siamo partiti con azioni di reshoring, verticalizzando e integrando nel
sito emiliano elementi strategici produttivi. Infatti qui siamo in grado di
produrre le schede elettroniche, stampare le meccaniche, assemblare e testare
al 100% il prodotto finito. Questa caratteristica è unica per il nostro mercato
di riferimento. Negli ultimi anni il portafoglio prodotti si è evoluto in modo
significativo: Oltre l’80% dell’attuale produzione è realizzata con prodotti
lanciati negli ultimi quattro anni grazie a elementi unici di innovazione,
tecnologia, industrializzazione e sostenibilità», precisa Zardo.
Illuminazione sostenibile. L’offerta di
illuminazione legata all’emergenza di Schneider Electric ha una storia tutta
italiana. Anzi, tutta emiliana. Inizia nel 2006 con l’acquisizione della
società OVA – Bargellini. Dietro questa realtà c’è una sana ossessione:
consentire a tutti di sfruttare al meglio l’energia. Ecco perché il tema della
sostenibilità è centrale. «Come Schneider aiutiamo le aziende nel loro percorso
di decarbonizzazione e di ottimizzazione della gestione dell’energia. Oggi il
sito di Pieve è alimentato solo da energia green e abbiamo ridotto di oltre
l’80% le emissioni di CO2 in quattro anni. Trasformiamo le ambizioni in azioni
concrete con un impatto misurabile sul mondo in cui viviamo», conclude Zardo.
Ecco la lezione dell’impresa d’eccellenza: guardare al futuro con lucida
visione.
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