Questa è la storia di una sfida vinta sul campo: restaurare due vecchie macchine confezionatrici di bustine per il tè. Così nasce TeaPak. Radici a Imola e capacità di esportare ovunque nel mondo. Grazie allo stabilimento, completamente rinnovato con un investimento di 25 milioni di euro nel 2020, la produzione immette sul mercato quasi un miliardo di bustine di tisane –in media 27 ogni secondo – destinate ai mercati europei, africani, asiatici. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Andrea Costa, founder & managing director di TeaPak.
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero
E adesso che si fa? Il giovane Andrea Costa, all’epoca
ventenne, sgrana gli occhi guardando cosa gli ha portato sotto casa suo papà
Pio. Si tratta di due vecchie Ima modello C21 quasi pronte per la rottamazione. Il papà decide di sfidare il
figlio, appena uscito dagli studi tecnici
all’istituto Alberghetti di Imola. Una sfida che sembra un’impresa titanica. Smontare e
rimontare integralmente quelle due macchine gioiello della meccanica, ma
alquanto scalcagnate per farle tornare
perfettamente funzionanti. Si tratta di due confezionatrici di
bustine da tè della mitica Ima di Ozzano dell’Emilia. Correva l’estate 1991 e i due – padre e figlio – in quel momento non sanno
che di lì a poco avrebbero fatto nascere un’impresa di grande successo. In
fondo la nascita dell’azienda e l’inizio
della carriera di Andrea coincidono con la voglia di mettere subito in pratica
quanto imparato durante gli studi tecnici. Certo, l’entusiasmo non manca e come spesso accade sopperisce alla mancanza di mezzi. Andrea, insieme al papà, rimette in funzione le macchine. Ma fa anche qualcosa di più. Le fa evolvere. Non basta lavorare bene. Occorre farlo al meglio.
La nascita e la crescita. Una sfida, dicevamo. Ma anche un
gioco. Così nasce TeaPak. Tutto parte da un garage, iconica visione legata all’immaginario
americano da startupper. Qui però siamo in Emilia-Romagna e la piccola azienda con un solo dipendente già nel primo anno produce 25 milioni di bustine. Numeri da record. «Sin dall’inizio la nostra visione è ispirare
e servire il nostro prossimo nel mondo e questo lo facciamo, ieri come oggi, attraverso la cura delle nostre
persone, la sostenibilità dei nostri processi e del nostro
business, il sostegno alla comunità con cui operiamo», afferma Andrea Costa, founder & managing director
di TeaPak. All’inizio TeaPak, che oggi conta 103 dipendenti, opera come co-packer per marchi italiani e
internazionali. Ma l’ambizione
è pari solo alla voglia di fare. Così con un crescendo di opportunità negli anni ‘90 arriva Yogi
Tea, multinazionale americana con sedi in Oregon, Olanda, Germania. Andrea opta per un’alleanza strategica basata sulla condivisione
di obiettivi, sulla filosofia di vita e su una visione che lega la
crescita alla diffusione del benessere. Tutti elementi fondanti anche della
filosofia di Yogi Tea. Ma quell’alleanza sarà così vincente che nel 2011 cambierà per
sempre il volto dell’azienda. Nel corso di una delle più forti
crisi dell’economia globale, in cui si decideva di
delocalizzare i processi produttivi in aree il cui costo della manodopera era
di molto inferiore rispetto all’Italia, Andrea convince i vertici della
multinazionale che la qualità, la dedizione, la competenza del team italiano meritano fiducia e rispetto. E la possibilità di crescita. Così si arriva ad una decisione clamorosa: trasferire a Imola anche quella parte di produzione che
per ragioni storiche ancora risiedeva in Germania e rendere Imola l’unico sito
produttivo europeo di Yogi Tea. È la svolta. Ma è anche la riprova che il mercato riconosce subito il valore dell’italianità nelle tisane fieramente
prodotte a Imola, spingendo il fatturato ad una crescita del +28%. «Una scelta in totale controtendenza trasforma così la nostra piccola azienda in una grande impresa», precisa Costa.
Lo stabilimento hi-tech. Poi nel 2020 un’altra scelta apparentemente
folle: in piena pandemia si punta alla nascita
del nuovo stabilimento, costruito in partnership con Cefla. «TeaPak non è più solo una semplice
azienda di produzione, ma diventa il cuore pulsante di una realtà
internazionale la cui visione è vivere
e lavorare insieme per portare ispirazione nel mondo», dice Costa. Quelle
radici imolesi prevedono un
investimento di oltre 25 milioni di euro per lo stabilimento, interamente realizzato a chilometro zero e con fornitori italiani. Oggi la produzione immette
sul mercato 500 diverse tipologie di infusi e
quasi un miliardo di bustine di tisane – in
media 27 al secondo –
destinate ai mercati europei, africani, asiatici. Così si arriva a superare il fatturato dei 20
milioni di euro. Si cresce e si investe. TeaPak acquista materiali di confezionamento da
fornitori italiani e locali per un valore di 7 milioni di euro, registra un
costo del lavoro diretto pari a 4.5 milioni euro, possiede macchinari e
tecnologie all’avanguardia per 16 milioni di euro. Capitale
umano e tecnologie in equilibrio vincente.
«Il successo di un’azienda è molto più appagante
quando lo si raggiunge attraverso il benessere di chi ne fa parte. Così abbiamo creato un’articolata struttura per garantire la consapevolezza dei nostri dipendenti, monitorandone la qualità della vita lavorativa
e il livello di partecipazione.
Perché sono le persone a fare la differenza», dice Costa. Nasce così un sistema di welfare che comprende azioni di
sostegno economico, sostegno sociale, promozione del benessere in azienda, agevolazione
della conciliazione vita-lavoro, diffusione della formazione e della cultura, condivisione
di pratiche green. E così per il terzo anno consecutivo si ottiene il riconoscimento Welfare Champion, il massimo rating
nell’ambito della certificazione Welfare Index PMI indetta da
Generali Italia. TeaPak lavora con altissimi standard qualitativi
applicati a tutti i processi aziendali, utilizzando oltre 150 materie prime e ingredienti gestiti nel
magazzino per dare vita a più di 500 tisane diverse. Oggi il 90% del materiale di imballaggio viene
acquistato localmente entro i trecento
chilometri. A proposito di
produzione: l’80% del processo è automatizzato con tredici macchine Ima
High Tech e applicazioni legate all’industria 4.0 e con l’88% di efficienza produttiva. Tradizione e contemporaneità. «La bustina di infuso è quanto di più tradizionale
possiamo immaginare. Eppure quanta innovazione c’è dietro, quanto si sono
evoluti i processi produttivi e quanto abbiamo investito su produzioni sempre
più sostenibili e materiali a basso impatto sull’ambiente», conclude Costa, che ha portato nel 2022 l’azienda a
divenire società benefit.
Un nuovo modo di fare
impresa e in fondo di essere
comunità.
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