Nella fase di transizione verso l’automazione un’azienda a conduzione familiare di Sassuolo ha trasformato un’occasione in opportunità. Oggi ZANASI conta settanta persone per un mercato internazionale al 65%. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Andrea Zanasi, Direttore Generale
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Si fa presto a dire oggi automazione. Ma provate a riavvolgere il nastro, mettendo indietro le lancette dell’orologio e arrivando alla fine degli anni ‘70. Ecco, lì l’automazione era solo agli albori. Si poteva intravedere, ma la fotografia era assai sfocata. Un tempo di mezzo per una transizione da accompagnare. All’epoca, nel cuore dell’Emilia segnata dalla manifattura e dai distretti del fare, c’è una famiglia che ci vede lungo. In fondo è questa la visione. Ma era pur sempre un’idea basata su una scommessa. E pensate che questa famiglia con dedizione e coraggio da vendere all’epoca decide di investire tutti i risparmi di una vita per accendere un’impresa basata proprio su quella nascente automazione. Però col tempo quell’intuizione geniale si sarebbe rivelata vincente.
Storia. Insomma, in questa storia tutto parte dall’automazione delle industrie ceramiche sassolesi. A quei tempi c’erano i pacchi statici, timbrati manualmente dagli operai di linea su linee che necessitavano di una timbratrice rotativa. Le industrie ceramiche faticavano a trovare questa timbratrice e dall’ascolto della domanda insoddisfatta i fratelli Zanasi, la famiglia a cui abbiamo fatto accenno prima, decidono di aprire l’azienda, oggi conosciuta come ZANASI. «Il momento più difficile è stato quello di investire tutti i risparmi di tutta la famiglia in macchinari usati perché i nuovi costavano troppo. Quei macchinari hanno permesso in quegli anni di realizzare i prodotti. Anche i primi mesi di vita dell’azienda sono stati critici in quanto i costi erano maggiori delle entrate. Poi i contatti giusti, l’aiuto di amici e il passaparola ci hanno permesso di entrare nelle industrie ceramiche e collaborare con altri costruttori del distretto ceramico e da lì inizia la nostra storia», racconta Andrea Zanasi, Direttore Generale ZANASI, imprenditore quarantunenne nato proprio a Sassuolo e con alle spalle alcune esperienze all’estero, in tasca una laurea in ingegneria elettronica e un master in business administration alla Business School di Bologna. È lui che guida la seconda generazione al lavoro nell’impresa di famiglia, mentre fino ad un anno fa dirigeva la ricerca e sviluppo e l’ufficio tecnico. Tutto casa e bottega, ieri come oggi. «Casa mia e l’azienda in linea d’aria distano un chilometro circa. Da bambino buona parte delle vacanze estive le passavo in azienda a imparare a fare qualcosa», dice Zanasi. Torniamo agli anni ‘70. All’epoca si inscatolavano le piastrelle e poi si mettevano le informazioni sul prodotto, con le linee che iniziavano ad essere lentamente automatizzate. Poi le piastrelle iniziavano a viaggiare su rulli con un timbro immesso a rotazione. Si trattava di una ruota che quando si appoggiava sul pacco lasciava le lettere come una sorta di timbro. Queste soluzioni un po’ tech ai tempi erano impossibili da trovare. Uno dei fratelli Zanasi che lavorava in un’officina meccanica come dipendente si interroga sul potenziale di questa rivoluzione. E decide: apriamo noi un’azienda per offrire queste soluzioni. Perché di mercato ce ne è tanto e soprattutto ce ne sarà sempre di più. Siamo a Sassuolo, capitale mondiale della ceramica e nel cuore del distretto delle macchine per l’imballaggio. Ma si tratta ancora oggi di uno spazio piccolo, seppure aperto al mondo intero. I fratelli Zanasi col passaparola iniziano a ottimizzare le linee di produzione della ceramica. E fanno il botto. «Ma attenzione, c’è voluto tempo per guadagnarsi la fiducia di tutta la comunità”, ricorda Zanasi.
Identikit. Oggi ZANASI conta settanta persone per un mercato internazionale al 65%. Alcune tecnologie sono disegnate per lavorare in ambienti gravosi, come per esempio l’industria del metallo, del cemento, del legno, della cellulosa o ancora della carta. Si tratta di tecnologie che resistono e performano estremamente bene in quegli ambienti. Altre sono dedicate al food & beverage e farmaceutico, dove gli ambienti sono molto più puliti e controllati ma la produttività è altissima. «L’elemento comune è l’altissima affidabilità, robustezza e riparabilità dei prodotti in quanto il nostro primo obiettivo è stampare codici senza fermare le linee dei clienti. Di fatto noi dobbiamo scomparire dalla linea produttiva per permettere agli operatori di concentrarsi sulla produzione del proprio prodotto. Il sogno nel cassetto? Eliminare le etichette di carta. Perché la carta non è gratis, proviene dagli alberi abbattuti e da un processo industriale. Nel mondo che sogno non avremo più bisogno della carta perché stamperemo direttamente sul prodotto», dice Zanasi. Intanto l’azienda ha divisioni a Milano e Caserta e due uffici negli Stati Uniti e in Cina, precisamente a Minneapolis e Canton. «Però l’unica cosa che vale sempre è l’essere vicini ai clienti, ascoltarli e fare in modo che siano soddisfatti», conclude Zanasi. Anche per le organizzazioni glocal il successo è tutto racchiuso in questa relazione continua basata sull’ascolto.
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