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Leonardo festeggia 25 anni di restauri

09/12/2025

Leonardo, impresa bolognese di fama internazionale nel campo del restauro, ha festeggiato il 5 dicembre i suoi 25 anni di attività. Solo i suoi ultimi interventi stanno ridando salute e futuro al Duomo di Firenze, al Duomo di Siena, al campanile del Duomo di Ferrara e alle basiliche di San Domenico e San Petronio a Bologna (dove già avevano lavorato su tutte le bellezze architettoniche di piazza Maggiore, fontana del Nettuno inclusa), ad alcuni edifici simbolo dell’architettura Moderna Italiana quali la Tomba Brion e l’Archivio Centrale di Stato a Roma mentre all’estero sono stati chiamati a operare sul Thomas Jefferson Memorial a Washington, sulla Moschea di Şeyh Süleyman a Istanbul e sull’House of Commons a Ottawa. 
 
In precedenza, durante questi 25 anni di attività, Leonardo, di Francesco Geminiani e Rossana Gabrielli, si è presa cura - tra i tanti monumenti del nostro immenso patrimonio artistico e architettonico - della Reggia di Caserta, della Pinacoteca di Brera e della cattedrale di San Giuseppe dei Falegnami a Roma.
 
La Leonardo ha sempre operato cercando di fare di ogni intervento che le veniva commissionato un’occasione di crescita e miglioramento e anche in questa ricorrenza ha voluto organizzare un momento di riflessione collettiva con una tavola rotonda dal titolo “Come cambia il restauro. Esperienze, visioni e prospettive in un dialogo tra chi progetta, realizza e tutela il nostro patrimonio”, che si è tenuta venerdì 5 dicembre a Palazzo De’ Toschi a Bologna riunendo figure di primo piano del mondo del restauro nazionale: istituzioni, università, enti locali, associazioni di categoria, imprese, progettisti e ricercatori. Al confronto, moderato Nicola Berlucchi (uno dei massimi esperti di restauro di teatri in Italia tra cui La Fenice di Venezia, docente della Sapienza di Roma e del Politecnico di Milano), hanno partecipato Maria Adelaide Ricciardi (Presidenza del Consiglio dei Ministri), Antonino Libro (Agenzia Regionale Ricostruzioni Emilia-Romagna), Elisa Franzoni (Università di Bologna - Direttrice Scientifica Centro Ceramico), Francesca Brancaccio (amministratore unico e direttore tecnico di B5l), Sergio Bettini (Accademia di Architettura di Mendrisio - Svizzera) e Rossana Gabrielli (socia fondatrice e responsabile Ricerca & Sviluppo di Leonardo, docente Università Federico II di Napoli, vicepresidente di Assorestauro).
 
Dalla tavola rotonda sono emerse tre indicazioni nette per il mondo del restauro: la necessità di non perdere il patrimonio artigianale del saper fare sul campo grazie a maestranze adeguatamente formate e ad imprese specializzate, la necessità di proseguire sulla via della interdisciplinarietà e della sinergia imboccata in modo particolare dopo il sisma del 2012 in Emilia-Romagna, la necessità di governare le trasformazioni in atto grazie alle nuove tecnologie digitali tra cui l’Intelligenza Artificiale.
 
Servono cantieri-scuola dove imparare il mestiere sul campo. Da oltre trent’anni non si formano le maestranze in modo organico e sistematico a tutti i livelli e manca un confronto sul campo. Nessuno insegna a un operaio o a un carpentiere come si lavora su un’opera d’arte.  Il valore della memoria passa attraverso la materia ed è necessario tornare alla capacità del saper fare”, ha affermato Maria Adelaide Ricciardi, architetto della Presidenza del Consiglio.
 
Il primo mese e mezzo in cantiere lo si passa a spiegare alla manodopera che viene definita qualificata cosa deve fare. Non c’è formazione. Come si taglia una pietra o si posa un mattone è una competenza che abbiamo perso, a differenza dei francesi”, ha confermato l’architetto Francesca Brancaccio, progettista di restauri di rilevanza nazionale quali il Colosseo, l’ex Albergo reale dei poveri di Napoli e l’Insula dei Casti Amanti a Pompei.
 
L’architetto Antonino Libro dell’Agenzia Regionale Ricostruzioni Emilia-Romagna ha rimarcato l’imprescindibilità delle sinergie: “Siamo sempre stati tutti bravissimi nel chiuso dei nostri studi, ma solo il sisma del 2012 ha scardinato una struttura e aperto le porte alla contaminazione: è fondamentale continuare ora a parlare la stessa lingua e adoperare un vocabolario comune offrendo anche iter autorizzativi abbastanza snelli. Il patrimonio culturale va censito e monitorato costantemente, e non conosciuto solo dopo il danno: si devono mettere a disposizione i dati scientifici”.

Il 60-70 % dei lavori vengono effettuati sul patrimonio già esistente e gli studenti ora si rendono conto dell’importanza del restauro. Mendrisio non ha una cultura del restauro, il mio è il primo corso di studi sul tema, ma i docenti sono professionisti, a differenza delle università italiane che a volte sembrano fare di tutto perché i professionisti non insegnino. Bisogna saper leggere il costruito e saperlo ascoltare ed è necessario sviluppare una reazione critica all’Intelligenza Artificiale che oggi consente agli studenti di lavorare con strumenti straordinari a disposizione. Ma l’IA può riconoscere il valore della cosiddetta patina che è il tempo depositatosi sulla materia, sa riconoscere l’impronta sul marmo delle mani dei fedeli su una statua o una colonna? Capisce cosa è da salvare e cosa no?”, ha sottolineato l’architetto Sergio Bettini dell’Accademia di Architettura di Mendrisio (Svizzera).

La necessità di lavorare con materiali più salubri ci è nota da tempo ed è un dovere etico impellente trovare alternative a solventi, consolidanti e polimeri. Inoltre è importante studiare soluzioni per il restauro dei materiali più recenti: quelli del Rinascimento resistono da secoli mentre calcestruzzi, compositi o cementi decorativi usati successivamente no”, ha illustrato la professoressa Elisa Franzoni, docente di Chimica dei materiali all’Università di Bologna e Direttrice del Centro di ricerche ceramico di Sassuolo.
 
L’interazione e il dialogo tra gli attori in campo consolidatisi dopo il sisma del 2012 consentono di trovare le soluzioni migliori per ogni intervento quando possono operare imprese specializzate. Abbiamo ormai un approccio scientifico consolidato sul campo e non dobbiamo perdere il saper fare artigianale. Bologna ha precorso i tempi sull’importanza della manutenzione che è l’intervento più sostenibile che ci sia sotto ogni aspetto, anche economico, come insegnano i cosiddetti ‘cantieri snelli’ evocati da Mario Cucinella, e il restauro dovrà riguardare sempre di più anche gli edifici moderni. L’Intelligenza Artificiale fa ormai parte della nostra vita e se il settore delle costruzioni è indietro su questo piano, il restauro lo è ancora di più. Gli italiani sono i numeri uno al mondo nel restauro, che è un’eccellenza fondamentale del Made in Italy, ne abbiamo conferma ogni volta che lavoriamo in Europa. Dobbiamo sfruttare l’opportunità di governare queste nuove tecnologie per difendere questo primato nel mondo: se fuori dall’Europa sono più bravi a creare gli strumenti, noi dobbiamo restare i più bravi a sapere cosa chiedere a questi strumenti”, ha concluso la dottoressa Rossana Gabrielli di Leonardo.

La manodopera potrà essere sostituita, l’esperto umano che controlla il processo no. L’aspetto artigianale porterà più avanti il risultato rispetto ad altri settori”, ha chiosato il moderatore ingegner Nicola Berlucchi Nicola Berlucchi, esperto di restauro monumentale, che ha curato il restauro del Teatro La Fenice di Venezia ed è uno dei massimi esperti di restauro di teatri in Italia.

Un quarto di secolo rappresenta indubbiamente un traguardo importante per una realtà che, fin dalla sua fondazione, ha saputo coniugare tradizione e innovazione nel settore del restauro dei beni culturali. Nata e cresciuta a Bologna, l’azienda si è affermata negli anni come un laboratorio culturale interdisciplinare, un luogo in cui competenze tecniche, scientifiche e progettuali dialogano quotidianamente per dar vita a interventi di conservazione all’altezza delle sfide del patrimonio storico e monumentale contemporaneo. Dalla sua fondazione nel 2000, Leonardo ha progressivamente ampliato il proprio raggio d’azione, venendo chiamata a operare su contesti di crescente complessità e rilevanza storico-artistica.
Per il suo impegno nella sostenibilità ambientale nel 2018 ha ricevuto al Louvre a Parigi il premio “Gest d’Or” e nel 2019 il “Gest d’Argent”, Grand prix du patrimoine, premio internazionale per l’integrazione del restauro con l’attenzione alla ricerca e sostenibilità ambientali. L’azienda applica questi protocolli già dal 2009 con il progetto bionano alla base del protocollo Restauro Verde che le era valso il Premio Economia Verde di Legambiente già nel 2013.
 
Nel corso degli anni l’azienda ha contribuito a restauri di livello nazionale e internazionale, lavorando su edifici simbolo del patrimonio culturale italiano. Tra i lavori più recenti e significativi figurano: gli interventi sui grandi edifici ecclesiastici: il Duomo di Firenze, l’Oratorio del Duomo di Siena, la Basilica di San Domenico a Bologna, la Basilica di San Petronio a Bologna, i pilastri della Cattedrale di Ferrara; gli interventi di messa in sicurezza e restauro post-sisma su opere di altissimo valore, come la Basilica di Tolentino e il campanile della Cattedrale di Ferrara; gli interventi su edifici simbolo dell’architettura Moderna Italiana, quali la Tomba Brion e il complesso dell’Archivio Centrale di Stato a Roma; interventi esteri come la Moschea di Şeyh Süleyman a Istanbul, l’House of Commons a Ottawa, il Jefferson Memorial a Washington DC, la cappella degli Italiani a Praga.
Ogni progetto è stato affrontato con un approccio multidisciplinare che integra conoscenze storico-architettoniche, competenze ingegneristiche, analisi dei materiali, tecniche diagnostiche avanzate, gestione delle emergenze e strategie di conservazione sostenibile.

Elemento identitario di Leonardo è la capacità di far dialogare saperi diversi in modo organico. Il team interno - composto da architetti, ingegneri, storici dell’arte, diagnostici, ricercatori e tecnici specializzati - collabora stabilmente con università, enti di tutela, istituti di ricerca e partner internazionali. Questo approccio ha permesso all’azienda di sviluppare metodologie operative innovative, in particolare nei campi della diagnostica integrata e avanzata sui materiali storici; del monitoraggio strutturale e conservativo; della digitalizzazione del costruito storico; dell’introduzione di protocolli sostenibili per il restauro, sia nei materiali sia nei processi; della ricerca applicata, sviluppata internamente e in collaborazione con enti scientifici nazionali.

Il legame tra attività di cantiere e sviluppo tecnologico è uno dei segni distintivi dell’azienda: un modello integrato che negli anni ha permesso di affrontare anche situazioni complesse, come quelle legate alla ricostruzione post-sismica. Da sempre attenta al valore delle persone e alla crescita dei propri collaboratori, Leonardo si distingue come realtà imprenditoriale con una forte presenza femminile e una cultura orientata al rispetto, alla qualità del lavoro e alla valorizzazione delle competenze di ogni età.

L’azienda ha costruito negli anni un modello professionale che unisce sapientemente competenze tecnico-scientifiche e saperi artigianali, espressione di un approccio unico nel suo settore e capace di coniugare innovazione e tradizione. Nel solco di questa visione Leonardo partecipa a vari progetti della città grazie ai quali ha già realizzato percorsi di reinserimento lavorativo per persone in situazione di fragilità. L’impegno costante sul fronte sociale, etico e organizzativo è confermato dalle molteplici certificazioni conseguite negli anni: SA8000 - responsabilità sociale, PDR 125 - parità di genere, Certificazioni su sicurezza, qualità e ambiente, ISO 37001, Rating di legalità, Modello organizzativo 231.
Questi riconoscimenti testimoniano la volontà dell’azienda di operare in modo responsabile e orientato al benessere delle persone, confermando un modello d’impresa fondato su inclusione e sviluppo sostenibile.

La celebrazione del 25° anniversario non rappresenta solo un momento di bilancio, ma un’occasione di ascolto e di visione. L’obiettivo è alimentare un dibattito collettivo sulla trasformazione del settore, sul ruolo delle imprese e delle istituzioni e sulle prospettive aperte dalle nuove tecnologie. Leonardo intende continuare a essere un attore di riferimento nella ricerca applicata al restauro, nella valorizzazione delle competenze interdisciplinari e nella diffusione di un approccio responsabile, sostenibile e scientificamente fondato alla conservazione del patrimonio.

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