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Fabio Tomassini: "Abituarsi ai cambiamenti ma senza dimenticare"

06/07/2020

Fabio Tomassini è un progettista meccanico e lavora in Aime da tanti anni: prima come collaboratore esterno poi come dipendente. Abbiamo raccolto le sue sensazioni e i suoi ricordi legati alla pandemia da Coronavirus.

Qual è il clima in azienda in questa fase di cauto ritorno alla normalità? 
"Dal mio punto di vista, a parte la preoccupazione generale per questa situazione di emergenza sanitaria a quanto pare non ancora terminata, il clima in azienda è stato piuttosto positivo e di collaborazione da parte di tutti. Le precauzioni sono state prese in modo molto efficiente e ci siamo sentiti tutelati dall’azienda per come è stata gestita l’emergenza sanitaria. Al di là della paura e del timore che una persona può avere a livello personale, il luogo di lavoro è sembrato a tutti un posto sicuro".

Come è cambiata la tua routine lavorativa dopo l'8 marzo?
"Sono una persona che si adatta molto facilmente alle situazioni, mi sono abituato piuttosto in fretta a questa nuova routine. Non mi è pesato dover misurare la temperatura due volte al giorno prima di entrare a lavoro, igienizzare le mani così di frequente o pulire tastiera e pc ogni giorno. Mantenere la distanza di sicurezza è stato ancora più semplice, praticamente c’era già. Non ci siamo dovuti adattare a turni di lavoro né a stravolgimenti della postazione di lavoro, che è rimasta sempre la stessa per tutti. Le mascherine sono state un po’ la prova del nove, il vero adattamento a questa situazione quasi surreale. Non sarebbero nemmeno necessario per la maggior parte del tempo vista la distanza che si riesce a mantenere, ma il nostro lavoro ci porta spesso al confronto diretto con i colleghi dei vari uffici, dalla produzione all’ufficio acquisti, e col tempo indossarle è diventato per tutti un gesto di rispetto nei confronti dei colleghi più timorosi, o semplicemente più fragili. A volte basta davvero poco per proteggere sé stessi e gli altri".

E con l’inizio della cosiddetta ‘fase 3’? 
"Non essendoci mai state particolari difficoltà, a parte inizialmente qualche richiamo a qualche collega un po’ più 'distratto' degli altri, l’atteggiamento precauzionale è diventato quasi spontaneo e stiamo portando avanti le nuove abitudini nonostante l’allentamento generale dell’emergenza sanitaria". 

La tua vita privata ne ha risentito? 
"A parte la prima settimana di lockdown in cui l’azienda è rimasta chiusa, non ho mai smesso di lavorare. Inizialmente l’emergenza sanitaria ci ha portato a limitare le presenze in azienda, in parte abbiamo lavorato in ufficio mentre altri hanno continuato da casa. Recarsi a lavoro tutte le mattine mi ha fatto vivere questo lockdown in un modo forse meno pesante, ma sicuramente molto consapevole: percorrere la via Emilia alle 8 del mattino e incontrare 3 macchine in un tragitto di 15 km (per un mese, e non era agosto) beh, è stata un’esperienza che non dimenticherò. Chi è uscito e ha avuto modo di vedere com’era la realtà fuori casa si è forse reso conto che tante cose banali ora non lo sono più. Questa situazione ha coinvolto tutta la mia famiglia, da un giorno all’altro ci siamo ritrovati tutti e quattro a casa a vivere una quotidianità completamente stravolta rispetto a prima. Diversa, forzata, sul momento è pesante, nessuno si aspettava una situazione così ma quell’armonia, quella forte unità che si è ricreata, quei nuovi punti di incontro ritrovati, questo ha ripagato ogni cosa".

Che cosa dirai, tra qualche tempo, quando dovrai ricordare questa esperienza? 
"Per me è stato semplice adattarsi velocemente a questa situazione, grazie al tipo di vita e lavoro che ho sempre fatto, ma l’impatto psicologico è molto più forte a casa, si amplifica. Ho fatto cassa integrazione e smartworking in passato, so cosa vuol dire. Sei scollato dalla realtà, dentro le quattro mura di casa senza alcun confronto diretto con colleghi, collaboratori, amici. Bisogna stare attenti, cercare di essere sempre più flessibili e dinamici nell’abituarsi ai cambiamenti, ma soprattutto non dimenticare".

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