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P420 inaugura un nuovo project space per la scoperta di giovani artisti

15/12/2020

La galleria d'arte bolognese P420 è lieta di annunciare l’inaugurazione di P420^2, un nuovo project space in larga parte dedicato alla scoperta di artisti giovani ed emergenti grazie ad un programma parallelo a quello principale della galleria.

Gli artisti, anche molto giovani e accuratamente selezionati, avranno la possibilità di esordire in una piattaforma espositiva ibrida, live e online al tempo stesso, che prendendo a prestito un fortunato concetto del filosofo Luciano Floridi, potremmo definire onlife. P420^2 intende infatti abbattere le barriere tra virtuale e reale, in un periodo in cui la fruizione dell’arte può dirsi intermediale e fluidamente vissuta tra visite in galleria e social network, mostre e siti internet, fiere e newsletter.

Uno spazio democratico, visitabile da tutti e da ogni luogo allo stesso modo, uno spazio frutto della tecnica ma a basso contenuto tecnologico perché l’attenzione è sugli artisti e sulle opere, che potranno comunque essere viste in ogni momento dal vero in galleria.

P420^2 ha inaugurato lo scorso martedì 1 dicembre con una mostra personale di Shafei Xia (ShaoXing, Cina, 1989) dal titolo Welcome to my show che si compone di un nuovo ciclo di opere, in tutto otto dipinti su carta di sandalo intelata, appositamente realizzate per l’occasione.

Shafei ha concluso, appena due mesi fa, i suoi studi presso l’Accademia di belle arti di Bologna con una tesi dal titolo Il mondo è il circo, parafrasando la nota espressione di Federico Fellini. Culla di tutte le forme di spettacolo, capace di provocare grandi risate e profonda commozione, di illuminare a giorno l’interno di un tendone e di far scendere il buio più profondo, il circo è la metafora della vita, “forse soltanto la sua abbreviazione” scrive l’artista stessa, che aggiunge “è un meraviglioso ricordo dell’infanzia e una meravigliosa fantasia del mondo adulto”.

“Il tema principale delle sue opere è l’amore”, fa notare Maura Pozzati nel testo scritto per la presentazione dell’artista, “vissuto come desiderio, gelosia e violenza, rappresentato in maniera esplicita o simbolica a seconda dei casi, ma comunque onnipresente”.

Così il circo di Shafei si popola di una miriade di figure, acrobati svestiti, amanti che consumano l’amore, tigri, ghepardi e animali di ogni genere. E tutto questo è raccontato senza mai perdere la delicatezza nel trattamento dei volti, nella rappresentazione degli ambienti, nella descrizione dei corpi nudi, dei movimenti e delle pose.

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