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Dazi: Udib lancia l’allarme, senza viti a rischio il Made in Italy

08/06/2021

“Il mercato italiano si trova in una situazione di estrema difficoltà negli approvvigionamenti di viteria, bulloneria e in generale di tutti i prodotti di fissaggio. Anche l'Italia, come tutti gli altri stati europei, non può fare a meno di importare le viti dalla Cina”. Lo afferma, in una nota, Gian Marco Dalpane, presidente dell'Unione dei Distributori Italiani di Bulloneria (Udib), in vista della decisione della Commissione Ue sui dazi antidumping provvisori sull'importazione della bulloneria e della viteria cinese.

“Eventuali dazi antidumping sull'importazione di viti cinesi porterebbero la situazione degli acquisti a un punto morto. I prodotti ‘Made in Italy’ non potrebbero più essere finiti. Questo sarebbe fatalmente dannoso per la competitività internazionale dell'industria italiana, che ha un disperato bisogno di una spinta dopo la crisi pandemica”, aggiunge Dalpane. L'Udib si allinea così alla posizione espressa dall'associazione europea dei distributori di bulloneria (Efda) e dei suoi soci membri nazionali, nell'allarme lanciato, per opporsi a dazi “richiesti dai pochi produttori ancora operativi sul territorio europeo”, si legge nel comunicato.

Il 21 dicembre 2020 la Commissione ha aperto un'inchiesta antidumping sulle importazioni di elementi di fissaggio in ferro e acciaio dalla Cina. Alla fine della procedura, potrebbero essere imposti dazi protettivi sugli elementi di fissaggio, come già avvenuto dal 2009 al 2016. “A quel tempo, le tariffe sulle merci cinesi fino all'85% hanno portato il commercio con la Cina a un blocco totale”, prosegue Udib. Anche se l'Omc ha dichiarato illegali le misure dell'UE nel 2016, il danno all'economia interna c'è stato, per l'associazione. Che aggiunge: “I produttori europei di elementi di fissaggio hanno adottato ben pochi provvedimenti per aumentare contestualmente la produzione dei cosiddetti pezzi standard. Allora come oggi preferiscono dedicarsi alla produzione di prodotti speciali, di alta qualità, per l'industria automobilistica europea. Le viti standard devono quindi essere necessariamente acquistate nell'estremo oriente o in altre parti del mondo”.

Il settore della distribuzione italiana è il secondo in Europa dopo la Germania in termini di fatturato, e il primo come numero di aziende, ed è sicuramente strategico per le imprese manifatturiere di qualunque settore. Da anni la produzione europea non copre che una piccola parte del fabbisogno sia nazionale che comunitario e senza l'importazione sarebbe impossibile rispondere alla domanda del mercato. “La mancanza di questo apporto di prodotti dall'importazione sta già mettendo in seria difficoltà”, conclude la nota, “e nei prossimi mesi potrebbe fermare molti settori industriali, dalla meccanica, alle costruzioni, dall'automotive, alla filiera di produzione dell'agroalimentare”.

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