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FARE INSIEME - Ep. 104 - CAAB, ossia Centro Agroalimentare Bologna, e quell’ecosistema connesso col tetto solare più grande d’Europa

«CAAB è un ecosistema perché si basa su pratiche fortemente collaborative e chiama in causa tanti attori»

30/01/2023

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Oltre mille persone ogni giorno e ogni notte animano questa grande struttura che dalla città di Bologna dialoga col mondo intero. Ma per raccontare la storia e la visione di CAAB – moderna piattaforma di logistica commerciale, ma anche centro di servizi avanzati per il settore agroalimentare – bisogna coinvolgere necessariamente le realtà produttive, i partner internazionali, i cittadini attivi e consapevoli. Perché fare impresa è una sfida che riguarda tutti, nessuno escluso. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Marco Marcatili, Presidente di CAAB, e Alessandro Bonfiglioli, Direttore Generale di CAAB
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti

Photocredit: Giacomo Maestri e Francesca Aufiero

Ci sono imprese che non si fermano mai e che giorno e notte continuano a viverein un susseguirsi di storie senza fine. Imprese che hanno un forte radicamentosul territorio, ma che poi si connettono ad ogni angolo del mondo. Imprese chescommettono sulla sostenibilità, sulla digitalizzazione, sulla capacità di faresquadra, anche con squadre diverse. Tutto questo lo si ritrova in CAAB, acronimoche significa Centro Agro Alimentare di Bologna. Si tratta di una struttura logistica ecommerciale creata e gestita all’insegna dell’innovazione. All’interno del CAAB c’è il mercato ortofrutticolo – una delle maggiori strutturedi distribuzione in Italia – oltre a magazzini per prodotti refrigerati e surgelati, piattaforme logistichecoperte, uffici e strutture di supporto. Una città nella città, sveglia ventiquattr’ore algiorno. Una storia tra le storie, appunto. «Il CAAB è giàoggi un luogodi connessione tra l’agricoltura, il commercio, la logistica, la produzione di energia.La complessitàsi genera da questo incontro. La nostra forza è nella capacità di gestireasset complessi, coordinare e promuovere sinergie tra le differenze, generare valore e distribuirloin tante direzioni. CAAB è un ecosistema perché si basa su pratiche fortementecollaborative e chiama in causa tanti attori», spiega Marco Marcatili,Presidente di CAAB.CAAB sipropone non solo come moderna piattaforma di logistica commerciale, ma anche come centro di serviziavanzati per il settore agroalimentare. «Per la posizione strategica,per lafunzionalità delle strutture, per la presenza di importanti realtà imprenditoriali, nonché per l’elevato livelloqualitativo dei servizi di mercato e dei prodotti commercializzati CAAB rappresenta uno tra i piùsignificativi punti di riferimento in Italia ed Europa nei circuiti distributivi delsettore agroalimentare», affermaAlessandro Bonfiglioli, Direttore Generale di CAAB.

La storia.
I numeri raccontano un ecosistemaconnesso: oggi CAAB si sviluppa su 54mila metri quadrati di superfici coperte con ben20mila metriquadrati di areerefrigerate. All’interno operano ogni giorno circa un migliaio di addetti con 15 società all’ingrosso, un consorzio cooperativo fattodi 135 aziendeagricole, 50 realtà che commercializzanodirettamente e due organizzazioni di produttori. Quivengono movimentate ogni anno 240.000 tonnellate di frutta e verdura di 200 specie differenti.E ancora un’area dedicata ai prodotti ittici, sei operatori florovivaistici, sei strutture di logistica e facchinaggio, 2.000 clienti distribuitiin 80 Paesi esteri come fornitoridi prodotti e oltre 100.000 analisi chimiche effettuate ogni anno nell’ambitodel piano di monitoraggio igienico-sanitario. Il valore della produzione generata si aggira sui 350 milioni di euro all’anno. Connettere personee luoghi. In fondo è questa l’ambizione di CAAB. Ben l’81% dei prodotti chepassano da qui provengono dal territorio e quindi dal lavoro degli agricoltorilocali. «Il rapportocon il territorio per noi è fondamentale – specifica Marcatili – e intendiamoirrobustire la nostra presenza a Bologna, sia a livello metropolitano,riducendo le distanze e coinvolgendo il territorio in tutta la sua estensione,sia a livello cittadino. Vorremmo che il CAAB sempre più fosse percepito comeun luogo identitario della città. Immaginiamo un’operazione culturale cheraggiunga le persone».CAAB èimpegnata in numerosi progetti per l’agricoltura locale, ma soprattutto in sistemi di distribuzione sostenibili per la creazionedi smart city. «Nascerà così la prima comunità energetica italiana basatasu sistemi didistribuzione alimentare sostenibili», precisa Bonfiglioli. Quellache si è venuta a creare è una cittadella dei servizi alimentari e non solo. Un qualcosadi unico in Italia e nel mondo. «Certo,ci sono centriall’ingrosso più grandi di noi come Parigi, ma anche Roma e Milano. Però la nostra idea è di un ecosistemainterconnesso con componenti scientifiche e tecniche e analisimicro-batteriologiche. Il futuro è fatto di un ecosistema allargato glocalcon un dialogo che arriva fino al consumatore finale», dice Bonfiglioli.«Ed èproprio con i cittadini e consumatori che vorremmo rafforzare il dialogo, perpromuovere un prodotto CAAB “buono e giusto”, sicuro e trasparente», riprende il Presidente Marcatili, che sisofferma poi sulle progettualità che riguardano l’area delle competenze e dellaformazione. «L’efficienzadi CAAB non è solo nelle sue infrastrutture hard. Crediamo molto nel capitaleimmateriale, umano, radicato nella profonda conoscenza del settore. CAAB è un luogodi conoscenze avanzate, un osservatorio privilegiato sul mondo dell’agroalimentaree avvieremo un progetto per “alimentare le competenze”. Oggi è possibilevalorizzare tali dimensioni sul mercato, che sempre più richiede che sianocondivise conoscenze ed esperienze di valore».Intanto la nuova area è composta da un’unicagrande galleria della lunghezza di oltre 400 metri, dotata di una piattaformacentralizzata esterna con la capacità di carico e scarico contemporaneo di 30 automezzipesanti.

Pensare in grande e insieme.
Oggi CAABè potenzialmente autosufficiente in termini di energia grazie al suo sistema di tetto solare, che è il più grande d’Europa: grazie al sistema di accumulo,l’impianto soddisfa quasi l’80% del consumo annuo. «Siamo statipionieri, con laprima fase allacciata già nel 2012. L’ultima andrà a coprire lotti diparcheggio con tettoie fotovoltaiche e porterà la potenza complessiva ad oltre 20 megawatt. Inoltrestiamo realizzando un sistema di cogenerazione ebiogas per produrre energia in fasce notturne», prosegueBonfiglioli.Negli ultimi anni CAABha partecipato al progetto GECO, Green Energy Community, che mira a ridurre ledistanze tra produzione e consumo, coinvolgendo abitanti, attività commercialie imprese del territorio per aumentare la generazione e l’autoconsumo delleenergie rinnovabili nelle aree di Pilastro e Roveri, all’interno delle quali sitrova anche il Centro Agroalimentare di Bologna. Grazie a questo progetto, CAABintende realizzare una Comunità Energetiche con gli operatori di Mercato, attraversol’ampliamento dell’attuale parco fotovoltaico e la condivisione dell’energiacon le imprese. «L’identità di Caab è in forte evoluzione, cambia con il cambiare deitempi e del contesto. In queste settimane ci siamo aggiudicati un progetto PNRRda 10 milioni di euro che nei prossimi due anni renderà il CAAB ancora più evolutoe attrattivo. Ci impegneremo a guidare l’evoluzione tenendo fermi i valorifondamentali: la qualità del prodotto, l’efficienza dei servizi, la centralitàdel lavoro umano, l’attenzione alla sostenibilità ambientale e alla riduzione deglisprechi. Ed è da questa prospettiva che vorremmo costruire, in dialogo con leistituzioni e con gli attori del sistema territoriale, un protocollo di sitoche tracci una direzione chiara per i prossimi anni», conclude Marcatili. Pensare in grande oggisignifica farlo in modo sostenibile. Per disegnare insieme un futuro migliore.

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