È il maggiore centro di supercalcolo per la ricerca scientifica e tecnologica in Italia e uno dei più importanti a livello mondiale. E nasce nel segno di alleanze in passato impensabili. Alla scoperta del Cineca e di quella ricerca che disegna il futuro. Per FARE INSIEME Giampaolo Colletti intervista Francesco Ubertini e Alessandra Poggiani, rispettivamente Presidente e Direttrice Generale Cineca
di Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Unire le forze
e unire i puntini. Eccolo il gioco di squadra e la visione di insieme. Oltre
gli steccati, oltre i luoghi comuni, oltre le visioni di parte che non fanno
comprendere il tutto. Già negli anni Sessanta c’era chi pensava in grande e
fuori dagli schemi. All’epoca il tempo correva assai veloce, segnato dal boom
economico e da quella necessità di guardare lontano. Il fischio d’inizio di una
partita che non ha mai smesso di essere giocata parte in un’afosa giornata di
mezza estate. È il 14 luglio 1967 e poco distante dalle Due Torri, in quella
Bologna pioniera negli studi accademici con la sua storica università, nasce un
nuovo modo di pensare la ricerca e in fondo il futuro. Proprio tra quelle mura secolari
del rettorato dell’Università di Bologna viene stipulata una convenzione per la
costituzione del consorzio interuniversitario per la gestione del centro di
calcolo elettronico dell’Italia nord-orientale. Un accordo tra i rettori dell’Alma
Mater Studiorum, dell’Università di Firenze, dell’Università di Padova e il
rappresentante dell’istituto universitario di economia e commercio e di lingue
e letterature straniere di Venezia. L’accordo viene formalizzato il giorno
seguente tra i canali di Venezia con la stesura dell’atto costitutivo del
consorzio.
Identikit del consorzio
Cineca. Nasce così
il Cineca, che oggi è il più grande centro di calcolo italiano e tra i più
importanti nel mondo. Offre servizi di calcolo parallelo, intelligenza
artificiale, reti e sviluppo di sistemi informativi per l’università, per la
ricerca e per ministeri, agenzie e aziende pubbliche. Si tratta di un ente
pubblico di diritto privato iscritto al registro delle pubbliche
amministrazioni. Una storia, tante storie. Perché al consorzio interuniversitario
aderiscono nel tempo in tanti. Oltre 70 università italiane, il Ministero dell’Istruzione
e del Merito e il Ministero dell’Università e della Ricerca. E poi ancora oltre
45 istituzioni pubbliche nazionali. L’headquarter è a Casalecchio di Reno,
trentacinquemila anime nel bolognese, terzo comune più popoloso della città
metropolitana. Siamo a nord di Bologna, in quello snodo autostradale che guarda
a Milano, all’Europa, al mondo intero. Una storia, tante storie,
dicevamo prima. Perché Cineca è anche a Milano, Roma, Napoli, Chieti e Palermo per
1200 persone in organico e un volume d’affari annuo pari a 100 milioni di euro.
La sua attività principale è il supporto alla comunità scientifica accademica:
si forniscono servizi di calcolo in Italia e non solo. Cineca è supercalcolo.
Fin dalla sua costituzione. Di più. Il più importante centro di supercalcolo
per la ricerca scientifica in Italia, nonché uno dei più importanti a livello
mondiale. Il primo supercomputer italiano viene installato nel settembre del
1969. È un periodo straordinario. Si guarda al futuro con ottimismo, con
entusiasmo, talvolta con ingenuità. Solo due mesi prima l’uomo è arrivato sulla
Luna. E allora nulla è impossibile. Il supercomputer è un CDC 6600. Allora era
il più veloce computer al mondo disponibile sul mercato. Ma attenzione. Non è
qualcosa di statico perché quel supercomputer continua ad acquisire elaboratori
di altissima potenza. «Cineca nasce grazie al fatto che quattro università
decidono all’epoca di unire le forze per dotarsi del primo supercalcolatore.
Nel mondo chi faceva innovazione – all’epoca solo per attività di ricerca – con
difficoltà si dotava di infrastrutture all’avanguardia. Da soli non si poteva. Oggi
Leonardo è il ventesimo supercalcolatore che abbiamo gestito. Questo elemento
definisce alcuni aspetti chiave. Siamo nati facendo sistema nelle tecnologie
digitali più avanzate e in particolare nel supercalcolo». Così racconta
Francesco Ubertini, Presidente Cineca.
Cosa
fa il consorzio Cineca. “Metalmeccanici della ricerca”, si potrebbero
definire. Quella continua, distribuita, interconnessa, concreta nella sua
capacità di generare progresso. «Siamo un motore di innovazione del sapere.
Lavoriamo con le università e con i centri di ricerca e questo vuol dire essere
al centro del futuro del Paese. Siamo in grado di fornire strumenti per
traghettare la trasformazione digitale del sistema pubblico dei saperi, fornire
infrastrutture aperte e accessibili per i ricercatori e mettere questo a
sistema per dare servizi all’avanguardia», afferma Alessandra Poggiani,
Direttrice Generale Cineca. Salute, clima, cybersecurity, privacy. Quello che
colpisce è una ricerca che diventa espressione della vita quotidiana. «Ogni
giorno, attraverso l’utilizzo dei nostri sistemi di supercalcolo, si scoprono nuove
formulazioni di farmaci, si predicono catastrofi ambientali o metereologiche in
tempo reale, si presidiano le analisi genomiche per le malattie autoimmuni, si simulano
ciò che avviene nel sottosuolo per individuare eventuali giacimenti. Tutto questo è difficile da raccontare e
senza il supercalcolo è difficile da fare», dice Poggiani. «Le tecnologie sono
cambiate, ma la nostra natura è rimasta immutata. Nel tempo abbiamo sviluppato
una serie di servizi per le tecnologie digitali», precisa Ubertini. Quello che
non cambia è la necessità di essere di frontiera. «Lavorando per il sistema
della formazione dei saperi non possiamo rimanere indietro. Siamo lo strumento
tecnologico della ricerca in Italia, oggi con un perimetro che si è ampliato. Ciò
che conta non sono (solo) le piattaforme, le tecnologie, gli strumenti. A fare
la differenza sono le competenze multidisciplinari», dice ancora Poggiani. Così
Cineca diventa fattore abilitante anche sulle nuove frontiere dell’AI generativa.
Leonardo, inaugurato a novembre 2022, è il quarto calcolatore al mondo, ma
numero 2 per applicazioni di intelligenza artificiale. Ora si lavora al calcolo
quantistico come frontiera tecnologica dei supercalcolatori del futuro. L’Europa
ha deciso di dotarsi di sei computer quantistici e uno sarà proprio al Cineca. Un
richiamo al primo calcolatore. Quello che è difficile da spiegare è la velocità
con cui si stanno evolvendo i sistemi. Una velocità straordinaria segnata da
una contaminazione continua. Lo ripete come un mantra Poggiani. «Più la
digitalizzazione diventa un fatto quotidiano, più le discipline meno
scientifiche devono accompagnare lo sviluppo perché hanno l’opportunità di
disegnare l’interazione». Il futuro bussa alle nostre porte e porta in dote un
mosaico di colori.
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