Il Nostro Team
Comunicazioni tecniche
Eventi
Fare News
Imprese Associate
{{ fifthTitle }}

FARE INSIEME CHARITY – Ep. 13 – Vivere Donna, uno spazio sicuro dove combattere la violenza di genere

«La prevenzione non è un accessorio: è l’unica strada per immaginare un futuro diverso»

18/12/2025

Vai al podcast.
 

Nel 2004, a Carpi, nasce un piccolo sportello di ascolto, uno spazio sicuro per le donne, che nel corso del tempo si struttura e, nel 2013, diventa Vivere Donna APS che oggi segue circa 200 donne all’anno, entrando anche nelle scuole e nelle imprese per fare cultura e prevenzione. Per FARE INSIEME Charity, Lucrezia Lanzani intervista Alice Degl’Innocenti, vicepresidente di Vivere Donna APS

FARE INSIEME CHARITY è lo spin-off del progetto FARE INSIEME dedicato alla presentazione di alcune onlus e società no profit, realtà fortemente presenti nei territori di Bologna, Ferrara e Modena e che svolgono un lavoro straordinariamente importante e cruciale per l’intera comunità

di Lucrezia Lanzani*

“Prevenzione: azione diretta ad impedire il verificarsi o il diffondersi di eventi non desiderati o dannosi”.

Nel 2004, a Carpi, un gruppo di donne si rende conto che la violenza di genere, nel territorio, è molto più diffusa di quanto si riesca a vedere. Nasce così, da poche persone con pochi mezzi, un piccolo sportello di ascolto, per cominciare a creare uno spazio sicuro. Con il tempo lo sportello cresce, si struttura e nel 2013 diventa Vivere Donna APS.

«All’epoca capivamo che quello che vedevamo era solo la punta dell’iceberg. Nessuno riusciva a intercettare tutto, serviva un luogo dove le donne potessero parlare senza paura», esordisce la vicepresidente Alice Degl’Innocenti. «Ci tengo a dirlo chiaramente, diventare operatrice non è un percorso leggero, servono almeno 30 ore di formazione iniziale e 60 ore di affiancamento, questo serve per imparare a stare nelle storie delle donne senza giudicarle o senza decidere per loro, e per restituirgli autonomia», racconta ancora Degl’Innocenti.

 Il principio di base è uno soltanto: credere. Senza chiedere giustificazioni o prove. «Una donna non deve dimostrare nulla per essere accolta», prosegue la vicepresidente di Vivere Donna. «Non le chiediamo di portare documenti, referti o testimonianze. Le crediamo. È da lì che parte tutto, dall’ascolto e dal rispetto. Noi siamo qui per darle gli strumenti, non per dirle cosa deve fare».

Oggi Vivere Donna segue circa 200 donne all’anno. Le forme di violenza cambiano e spesso non sono immediatamente visibili. «Negli ultimi anni vediamo tantissimo controllo psicologico: isolamento, ricatti affettivi, controllo economico. Non sempre c’è un livido, ma i danni sono profondi. Quando una donna arriva da noi, spesso ha già passato mesi, se non anni, in una relazione che la logora ogni giorno», sottolinea Alice Degl’Innocenti.

Negli anni Vivere Donna APS ha ampliato sempre più il proprio lavoro sul territorio, entrando nelle scuole e nelle imprese. «È fondamentale lavorare sulla prevenzione, non possiamo intervenire solo quando la violenza è già esplosa», evidenzia la vicepresidente. Per questo l’associazione porta laboratori e percorsi formativi direttamente nei contesti quotidiani di giovani e adulti.

Nelle scuole l’obiettivo è far emergere ciò che spesso resta normalizzato. «Quando parliamo con gli studenti e facciamo esempi di controllo psicologico, molti si riconoscono in dinamiche che non pensavano fossero problematiche», spiega. I percorsi affrontano temi come i confini personali, il consenso, le relazioni sane e il linguaggio.

Sul fronte aziendale, l’associazione organizza sessioni formative specifiche dedicate a lavoratori e dirigenti. «La violenza non resta mai fuori dall’ufficio: incide sulla concentrazione, e sulle relazioni professionali», dice Alice Degl’Innocenti. Le imprese vengono accompagnate a riconoscere i segnali e a creare procedure interne chiare. «Molte donne ci dicono che il primo accenno di salvezza è stato proprio qualcuno sul lavoro che ha saputo ascoltarle senza giudizio», continua la vicepresidente di Vivere Donna.

«Se non educhiamo ai rapporti basati sul rispetto, continueremo a vedere troppe donne arrivare da noi quando la situazione è già gravissima. La prevenzione non è un accessorio: è l’unica strada per immaginare un futuro diverso», conclude Alice Degl’Innocenti.

*Lucrezia Lanzani è una ex studentessa del Liceo Steam Emilia, che ora studia Communication Science all'Università di Amsterdam. Ha diciotto anni e da sempre è interessata a tematiche sociali, da più di tre anni presta attività di volontariato in diverse realtà della sua comunità.


Clicca qui per ascoltare il podcast sulle principali piattaforme di ascolto https://podcast.confindustriaemilia.it/

Leggi le altre interviste

 

Podcast

Altri Articoli di Fare news