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Le competenze professionali più ricercate nel 2024

12/06/2024

Il 40% dei recruiter italiani pensa che non vi siano abbastanza candidati con le giuste competenze professionali digitali rispetto ai posti di lavoro disponibili.

La ricerca di lavoro può essere una sfida, ma una delle chiavi per avere successo è sviluppare competenze professionali che ti rendano un candidato allettante per i datori di lavoro. In questo articolo, esploreremo le competenze professionali essenziali da sviluppare per aumentare le tue opportunità di trovare lavoro.

Che cosa si intende per competenza professionale?

Le competenze professionali sono le capacità che consentono a un dipendente di farsi carico di una o più missioni all’interno dell’azienda.

Esistono due tipi di competenze professionali: le competenze tecnico professionali (o hard skills), che corrispondono al know-how operativo, e le competenze comportamentali (soft skills o competenze trasversali), che riguardano le qualità personali di un dipendente.

Le competenze professionali possono essere acquisite nell’ambito della formazione iniziale di ognuno (ad esempio nel corso degli studi universitari), ma anche nel corso della propria carriera, sul lavoro e dopo la formazione.

Quali sono le competenze professionali nel 2024: esempi

Secondo i responsabili HR italiani tra le competenze professionali fondamentali oggi per entrare e crescere nel mercato del lavoro vi sono:

  • le competenze in ambito tecnologico e di coding (15%)
  • la capacità di gestire in maniera adeguata le funzioni del pacchetto Microsoft Office (14%)
  • le competenze nell’ambito dei social media (12%)
  • il web design (11%)
  • l’analisi dei dati (data analytics) al 10%

E i settori industriali nei quali queste competenze risultano ancora più importanti sono il finance (93%), l’amministrazione (90%), il settore travel (85%) e la sanità (83%).  

Pensando all’odierna forza lavoro disponibile in Italia, i recruiter italiani affermano che le competenze che mancano maggiormente ai professionisti italiani sono proprio le competenze in ambito tecnologico e di coding (36%), le capacità di problem solving (31%), la creatività (30%), l’abilità di gestire i tempi di lavoro in maniera corretta (28%), le competenze nell’ambito del web design (28%), la capacità di collaborazione (27%) e il senso di leadership (26%).

Hard skill e soft skill: creatività, collaborazione e time management

L’importanza di questo mix di hard e soft skill è confermata anche da una recente ricerca di LinkedIn dedicata alle competenze maggiormente richieste dalle aziende nella quale, nello specifico, emerge che la creatività, la collaborazione e il time management sono tra le 5 soft skill maggiormente richieste oggi in ambito business.  

A carattere generale, il 40% dei recruiter italiani pensa che non vi siano abbastanza candidati con le giuste competenze digitali rispetto ai posti di lavoro disponibili. Questo elemento, considerando anche le prospettive dettate dalla Commissione Europea nell’ambito delle competenze digitali fin dal 2016, conferma ancora di più che in Italia, ancora oggi, ci sia ancora molto da fare per raggiungere il traguardo di una corretta formazione in ambito digitale fin dagli anni della formazione primaria e secondaria, per preparare al meglio le nuove generazioni a cogliere le migliori opportunità di lavoro del prossimo futuro.

E nello specifico, per quanto riguarda le digital skill, il 45% dei responsabili HR italiani dichiara che vi siano più candidati uomini dotati di competenze digitali rispetto alle donne (contro appena il 25% che al contrario pensa che vi siano più donne “digitalmente preparate”). Ancora di più oggi, questa è una difficoltà da mitigare quanto prima, considerando anche la persistente disparità di genere presente nel nostro paese, come evidenziato anche dal recente Global Gender Gap Report del World Economic Forum (che posiziona l’Italia al 70esimo posto su 149 Paesi), con solo il 28% delle donne impiegate in Italia negli ambiti lavorativi legati alle intelligenze artificiali (AI), settore di business indicato come tra quelli a più alto potenziale di crescita da qui ai prossimi anni.

LinkedIn Talent Insights: migliorare i processi di selezione

In un mercato del lavoro dove è sempre più complesso riuscire a far combaciare la ricerca del lavoratore “perfetto” rispetto alle aspettative, in termini di carriera e tipologia di impiego, da parte dei candidati, diventa sempre più necessario per i responsabili delle Risorse Umane, in azienda come nelle agenzie specializzate nella somministrazione di lavoro, avere a disposizione contenuti, dati e piattaforme, utili a migliorare e velocizzare i processi di selezione.

Per rispondere a questa esigenza, di recente LinkedIn ha lanciato LinkedIn Talent Insights, uno strumento che comprende al suo interno oltre 610 milioni di professionisti, 30 milioni di aziende e 20 milioni di offerte di lavoro, creato con lo scopo di aiutare gli HR manager e le aziende a pianificare le attuali e future esigenze per l’attività di selezione del personale, trovare reali talenti digitali anche nei luoghi più inattesi, e creare team di lavoro diversificati grazie agli strumenti incorporati nella piattaforma dedicati proprio alla diversity. Per i membri del network alla ricerca di un nuovo lavoro, LinkedIn offre anche strumenti utili ad incrementare le proprie conoscenze relative alle hard e soft skill (come ad esempio il Cloud Computing, il Machine Learning, la Collaboration ecc.).

Settori industriali e livelli professionali: l’Italia è ancora il paese della manifattura e c’è una forte richiesta di apprendisti e profili junior

Per quanto riguarda i settori industriali, la ricerca di LinkedIn ribadisce la tradizione artigianale e manifatturiera dell’Italia, infatti, è proprio il manifatturiero a far registrare il più alto tasso di assunzioni (con il 49% delle risposte) secondo l’opinione dei recruiter italiani; seguito dal settore tecnologico legato alla produzione di software con il 45%, poi sempre il Tech ma relativo ai servizi (44%) e il food & beverage con il 37% delle preferenze.

Per quanto concerne i livelli professionali, nell’ultimo anno in Italia la maggior parte di disponibilità sul mercato sono relative alle posizioni di stage e apprendistato (47%), seguiti dai profili entry level (46%), junior manager (43%) e middle management (39%).

Ma, nonostante una crescita del mercato e dei posti di lavoro disponibili, i lavoratori italiani denunciano ancora diverse carenze in termini di soft skill e digital skill, competenze sempre più fondamentali per trovare lavoro e crescere professionalmente in un mondo sempre più fluido e dinamico, connesso e legato all’evoluzione delle tecnologie e delle intelligenze artificiali. Le regioni italiane dove si registra maggiore richiesta di candidati con adeguate competenze digitali sono la Lombardia (51%), il Lazio (30%) e l’Emilia Romagna (25%).

In ultima analisi, ai responsabili HR italiani è stato chiesto di indicare quali siano le principali barriere quando si tratta di costruire team di lavoro o assumere singoli talenti dotati di competenze digitali. A tal proposito gli intervistati hanno indicato come maggiore difficoltà il trovare il corretto equilibrio tra l’esperienza richiesta dalle aziende e lo stipendio desiderato dai candidati (49%); dato seguito dallo squilibrio esistente tra la velocità alla quale si muove oggi l’innovazione tecnologica rispetto al reale livello di preparazione dei candidati (43%); seguito in terza battuta dall’impossibilità di trovare candidati con le competenze giuste (41%); e, in ultima istanza, la difficoltà a formare gli attuali candidati per le nuove competenze richieste dal mercato del lavoro (38%).

Competenze digital, le più richieste nel 2024

Secondo gli studi di settore, lo sviluppo delle nuove tecnologie e il progresso dei processi operativi segnerà nei prossimi anni un significativo stravolgimento di quelle che saranno le competenze professionali richieste dal mondo del lavoro: nell’arco di qualche anno, un terzo delle attuali figure professionali più ricercate sarà sostanzialmente cambiato.

L’affermazione sempre più diffusa dell’apprendimento automatico, delle biotecnologie, della genomica, dell’intelligenza artificiale e della robotica trasformeranno in maniera così radicale il modo di vivere e di lavorare che compariranno alcuni nuovi lavori a scapito di altri, allineando la futura forza lavoro alle nuove esigenze del mercato.

Un processo di riqualificazione a livello globale che abbraccerà tutto il mondo dell'Industria 4.0: dai media all'intrattenimento, dai servizi finanziari al settore degli investimenti, dalle vendite alla produzione.

Al contempo, saranno sempre più apprezzate le soft skills (ovvero le cosiddette competenze lavorative trasversali), che possono essere messe a frutto in ogni contesto e in ogni ruolo, come l’attitudine al lavoro di squadra, la capacità organizzativa, la flessibilità, la propensione all’apprendimento e al cambiamento.

Unimpiego Confindustria: cercare lavoro in Emilia

L'Area Unimpiego di Confindustria Emilia si pone come un punto di riferimento essenziale per guidare sia le aziende che i propri lavoratori attraverso questa trasformazione, facilitando la corrispondenza tra le competenze richieste e quelle disponibili sul mercato, in modo da contribuire significativamente alla crescita e al successo delle imprese.

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