La diagnosi energetica è un processo che consente alle organizzazioni di
identificare e valutare l'utilizzo di consumo energetico e l'efficienza
energetica. È
uno strumento efficace che aiuta a ridurre i costi energetici e a migliorare l'impatto ambientale.
Può anche fornire un vantaggio
competitivo sul mercato, dando l’opportunità alle aziende di stare al passo con
la concorrenza. In questo articolo parleremo dei vantaggi della diagnosi
energetica, con le relative scadenze e gli obblighi di invio e le novità
previste per il 2023.
La diagnosi
energetica è il processo di analisi che per le grandi aziende e le imprese energivore viene fatto ogni 4 anni e
comporta la misurazione, il monitoraggio e l'analisi dell'efficienza e delle
prestazioni energetiche di un’organizzazione.
Attraverso
questo processo, è possibile individuare il
consumo reale di energia di una specifica linea produttiva e capire quanto
i diversi impianti pesano sul fabbisogno energetico complessivo.
La diagnosi energetica viene utilizzata anche per valutare il potenziale
di progetti di energia rinnovabile –
come l'energia solare, eolica e geotermica.
Come abbiamo visto, il vantaggio
principale della diagnosi energetica è quello di aiutare le aziende a identificare le aree di potenziale spreco
energetico e di conseguenza a ridurre i costi energetici e a migliorare
l'impatto ambientale.
Ma al di là di questo, può fornire una
maggiore comprensione dei consumi e dell'efficienza energetica garantendo anche
un vantaggio competitivo. Comprendendo, infatti, tali valori si possono
sviluppare strategie di riduzione dell'uso di energia, rimanendo un passo avanti
rispetto alla concorrenza.
La diagnosi
energetica, anche sotto forma di audit
energetico semplificato o di primo
livello, ha
guadagnato terreno negli ultimi anni, in quanto le organizzazioni sono alla costante ricerca di modi per
ridurre i costi dell'energia.
Nel 2023, si prevede che la verifica delle prestazioni energetiche, attraverso diagnosi o auditi
energetici semplificati, diventerà uno strumento ancora
più utilizzato, anche dalle aziende senza obbligo.
Inoltre, le organizzazioni
saranno sempre più in grado di utilizzare tecnologie avanzate, come l'intelligenza artificiale e
l'apprendimento automatico, per identificare le aree di potenziale spreco
energetico e i potenziali progetti di
efficienza energetica.
In base al Decreto Legislativo 102/2014 e smi, l’invio periodico (che avviene ogni 4 anni) è
obbligatorio per:
● Le imprese con più di 250 persone e con
fatturato superiore a 50 milioni di euro annuali (o il cui totale di bilancio
annuo supera i 43 milioni di euro)
● Le imprese a forte consumo di energia con almeno 1 GWh di energia complessiva e la cui incidenza del costo
dell'energia utilizzata sul Valore Aggiunto Lordo non sia inferiore al 20 % (o
al 2% rispetto al fatturato)
Tuttavia anche le aziende non obbligate
per legge possono eseguire una diagnosi energetica, con il beneficio di ridurre
la spesa energetica e promuovere, a livello aziendale, una cultura della sostenibilità ambientale.
- Scopri il Vademecum di Confindustria Emilia “I dieci punti del risparmio energetico”
Le grandi imprese e le aziende a forte
consumo di energie dovranno quindi inviare i dati del monitoraggio dei carichi del 2022 in base alle linee guida
di ENEA.
Per la maggior parte delle imprese, la scadenza è prevista per il 5 dicembre 2023.
Il D.Lgs. 102/2014 chiarisce diversi punti: il primo naturalmente riguarda i soggetti abilitati a fare una diagnosi
energetica, inoltre, stabilisce l’obbligo di eseguire almeno un intervento
di efficienza energetica.
L’intento è duplice: raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione previsti
dal Green Deal e, allo stesso tempo,
riorganizzare le risorse energetiche in modo produttivo ed economicamente
sostenibile.
Ecco alcuni dei punti salienti della normativa:
● Le
Diagnosi Energetiche possono essere eseguite solamente da soggetti certificati
come ESCO (secondo la norma UNI 11352) ed EGE (secondo la norma UNI 11339)
● esonero
dall’obbligo di diagnosi energetica per le grandi imprese con un consumo annuo
inferiore a 50 tep valutato su tutti i siti di pertinenza
● l’obbligo
per le imprese energivore di eseguire almeno un intervento di efficienza tra
quelli definiti in diagnosi o di adottare un sistema di gestione dell’energia
ISO 50001; a tal fine, il decreto Legislativo 73/2020
ha introdotto sanzioni per la mancata realizzazione degli interventi.
L'audit energetico aziendale è un
processo complesso.
●
La
prima fase prevede
la raccolta dei dati, che comporta l’analisi di tutte le informazioni
relative all'uso e all'efficienza energetica dell'organizzazione. Ciò include
l'utilizzo dell'energia, le bollette energetiche e i progetti di efficienza
energetica. Questa fase comprende sopralluoghi
e visite in azienda per verificare le problematiche legate ai consumi
energetici (sia termici che elettrici) dei processi produttivi.
●
La
seconda fase è l'analisi e lo studio dei dati.
All’interno di questa fase viene eseguita una mappatura delle utenze aziendali e la ripartizione dei consumi energetici
(torta dei consumi) per identificare le aree di potenziale spreco energetico.
● La terza fase è quella del
reporting e della redazione, che prevede la presentazione dei
risultati con l’individuazione dei centri di consumo da monitorare e lo studio
di fattibilità per implementare il sistema di monitoraggio in ottemperanza con
le Linee Guida ENEA. È importante in questa fase anche eseguire un benchmark
per valutare le performance di aziende analoghe.
● La quarta fase è l'implementazione, che
consiste nel mettere in pratica i principali interventi migliorativi di
efficienza energetica, con l’indicazione delle tempistiche dell’intervento. In
tal senso, è possibile valutare i contributi dei bandi Europei, Nazionali,
Regionali e Provinciali per investimenti sugli impianti o relativi alla
Diagnosi.
Le organizzazioni possono ottenere un
vantaggio competitivo con la diagnosi energetica seguendo questi suggerimenti:
1. Investire in progetti di efficienza
energetica: può aiutare le imprese a ridurre i costi energetici.
2. Monitorare
l'uso dell'energia: il monitoraggio costante può
aiutare le aziende a identificare le aree di potenziale spreco energetico.
Mettendo a punto degli interventi, è possibile risparmiare energia e
ridurre i costi energetici.
3. Sviluppare
strategie per ridurre il consumo energetico: attraverso i bandi è possibile
attuare e sviluppare strategie per iniziare un percorso aziendale più
sostenibile.
4. Realizzare progetti di energia
rinnovabile: come l'energia solare, eolica e geotermica, questo può migliorare
l’impatto ambientale.
Trovare un partner affidabile per i
servizi energetici è davvero complesso. Per questo Confindustria Emilia mette a disposizione la sua rete di
connessioni per individuare soggetti
certificati Energy Service Company
– ESCO o EGE o fornitori di servizi o
prodotti energetici.
Confindustria
Emilia vanta infatti un'ampia anagrafica delle imprese che a vario titolo
lavorano nel campo dell'energia. Si tratta di imprese associate che da tempo
operano nel settore e che hanno fornito i propri riferimenti per essere
contattati quali fornitori di servizi o
di prodotti energetici. L'anagrafica si compone di tre elenchi:
●
servizi energetici generali
●
prodotti finiti
●
componentistica
L'anagrafica
è accessibile solo alle imprese associate a Confindustria Emilia Area Centro
che hanno fornito i propri riferimenti.
Confindustria Emilia
è inoltre membro dell'Advisory Board del progetto europeo Audit to Measure, che
si propone di supportare le aziende industriali nel percorso di
transizione energetica accelerando la realizzazione delle iniziative di
efficienza energetica individuate nelle diagnosi energetiche.
Se
sei associato e vuoi entrare a far parte degli elenchi contatta i nostri uffici
ai seguenti riferimenti Riccardo Monti tel. 051 6317232, Cristiana Calabritto
tel. 051 6317305 oppure mail a: ambiente@confindustriaemilia.it
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