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C.M.S.: la meccanica che punta sulla parità di genere

19/12/2023

Elena Salda, amministratore delegato di C.M.S.
Elena Salda, amministratore delegato di C.M.S.

Una certificazione cercata e voluta fortemente per completare e innovare ulteriormente un percorso cominciato da antesignani, già nel 2007, quando l’azienda aprì l’asilo nido: è la Certificazione di Parità di Genere di cui si può fregiare da pochi giorni, C.M.S spa, di Marano sul Panaro, un’industria che fornisce macchine e parti per l’industria nel settore del Packaging, con 160 dipendenti di cui quasi un trenta percento sono donne.
 
A guidare l’impresa, l’amministratore delegato Elena Salda. «L’idea di avviare il percorso verso la Certificazione si sviluppa in un contesto d’impresa, quello di oggi, che riconosce la parità di genere come uno straordinario motore di crescita e uno dei capisaldi più rilevanti e urgenti della agenda dello Sviluppo Sostenibile. Secondo il rapporto globale del World Economic Forum il potenziale raggiungimento della parità di genere, se non si dà uno slancio significativo al tema, è previsto nel 2154! L’Italia si trova al 79-esimo posto su 149 Paesi con un livello di occupazione femminile pari al 52%. Una maggiore inclusione delle donne nel mercato del lavoro è uno strumento essenziale per migliorare la coesione sociale, nonché di fondamentale importanza per la crescita economica del nostro Paese e quindi della nostra impresa. La mia azienda è da anni attenta al benessere dei dipendenti e alla conciliazione tra lavoro e famiglia. L’intuizione di aprire un asilo nido risale a quindici anni fa e ci ha consentito negli anni di attrarre giovani talenti e di dare supporto a tante giovani famiglie del territorio. In generale le nostre politiche di welfare, raggruppate sotto il motto “Better factory, better life”, hanno ricadute positive sulla vita dell’impresa con, ad esempio, un turn over in uscita e un assenteismo molto bassi».

Elena Salda, di recente, in qualità di Presidente della Associazione per la Responsabilità Sociale di Impresa, ha promosso anche una mostra fotografica “Da grande non voglio essere una principessa”, realizzata per la prima volta nel 2022 a Modena e poi riallestita a Finale Emilia e l’estate scorsa a Vignola, con protagoniste dieci donne ‘eccellenti’ nei propri ambiti.

«Un modo per incoraggiare le donne, soprattutto le giovani donne, a pensare che nulla è loro precluso», sottolinea l’imprenditrice, «donne che hanno inseguito i loro sogni con passione, determinazione e fatica, dimostrando con il loro esempio, che l’affermazione personale non deve risentire del genere ed è possibile, oggi sempre più, distinguersi in contesti d’elezione maschile, portando il valore aggiunto insito nell’essere donne».

Nell’affrontare il percorso per la certificazione, C.M.S. spa ha ampliato lo sguardo sulla parità, a comprendere non solo il rapporto con le donne, ma anche con le altre diversità. «Nell’ultimo anno abbiamo registrato la presenza di ben otto nazionalità nei nostri stabilimenti, una realtà composita di culture, razze e religioni, che è divenuta occasione per una cena multietnica partecipatissima, circa 200 persone, e ha accresciuto la consapevolezza della ricchezza che tale eterogeneità può dare all’impresa». 

Ora la Certificazione sulla Parità di Genere è un ulteriore passo avanti, che porta anche nuovi obiettivi da perseguire. «Sono convinta che la misurazione, in generale, aumenti la consapevolezza. La diversità è un fatto ma l’equità e l’inclusione sono delle pratiche. Non esiste una unica politica di genere ma un mix di azioni da introdurre che contribuiscono al miglioramento. Noi ci impegneremo in tal senso con una formazione mirata che coinvolga tutti i collaboratori per riflettere e sradicare gli stereotipi di genere, con una attenzione particolare alla equità retributiva e continueremo naturalmente a consolidare il nostro sistema di welfare per conciliare i tempi di vita e di lavoro». 

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