Leggere il futuro dell’industria manifatturiera indagando i
progetti più avanzati, per scoprire come diventare più sostenibili e
competitivi. Questo è l’obiettivo di “Prospects 5.0”, il progetto
finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon Europe
che ha l’ambizione di trasformare in linee guida di sviluppo per le future
politiche industriali europee, l’esperienza di successo di 14 aziende che in
Europa hanno trasformato in chiave 5.0 la loro produzione. Tra queste,
un’unica azienda italiana: B. Braun Avitum Italy, attiva nella produzione di
dispositivi medici con un centro di eccellenza globale nel distretto di
Mirandola, in provincia di Modena.
Il progetto è stato inaugurato a Leuven, in Belgio, e coinvolge
trenta partner provenienti da 15 Paesi europei. L’italiana
NSBproject è l’unico partner con il ruolo di innovation broker.
“Siamo orgogliosi di far parte di questo progetto all’interno
di questo importante e numeroso partenariato”, spiega Andrea Jester, cofounder di NSBproject, che ha seguito in prima persona il kickoff meeting di
fine gennaio 2024. “Il nostro ruolo di innovation broker sarà di coordinamento dell'intero processo di valorizzazione (sfruttamento
economico e commerciale) e replicabilità delle conoscenze generate dal progetto
(applicabilità dei modelli consulenziali e dei processi di trasferimento
tecnologico) su tutto il territorio europeo e al più ampio numero di settori
possibile. La Commissione e i partner hanno riconosciuto a NSBproject la
capacità di scouting e di trasferimento tecnologico, di saper valorizzare le
nuove tecnologie e processi presso gli utilizzatori finali, ovvero le PMI,
grazie al proprio network e all’attività che da oltre 15 anni NSBproject
sviluppa al fianco dell’innovazione e trasformazione green e digitale delle
imprese. Più nello specifico, in questo progetto favoriremo la condivisione dei
risultati tra i rappresentanti dell’industria manifatturiera e tecnologica in
Europa, le università e i centri di ricerca, le Unit della Commissione preposte
a pianificare gli investimenti del prossimo programma quadro. Partendo dai
risultati di ricerca co creeremo con gli stakeholder dell’industria, nuove
soluzioni e processi con l’obiettivo di tracciare la roadmap evolutiva in
chiave 5.0”.
“Siamo felici di dare il nostro contributo a delineare le linee
guida europee di industry 5.0 condividendo le nostre esperienze nell’impiego
dei cobot in camera bianca”, commenta Enrico Corazzari, technical &
industrialization director di B. Braun Avitum Italy, unica italiana tra le
14 aziende selezionate nel progetto europeo. “Realizziamo un assemblaggio
collaborativo di dispositivi medici in cui i robot supportano gli operatori
umani per migliorare la resilienza, la sostenibilità e la centralità
dell'uomo”.
L’azienda, parte del Gruppo B. Braun - tra i leader
mondiali nelle tecnologie e dispositivi medici - è presente a
Mirandola dal 1992 con un polo di Ricerca & Sviluppo e sito produttivo di
eccellenza a livello globale. “Investiamo regolarmente per implementare
soluzioni ad alta tecnologia e ottenere sempre più efficienza nella riduzione
dell’impatto ambientale, ma soprattutto per produrre dispositivi medici dagli
alti standard di sicurezza ed efficacia per i pazienti di tutto il mondo”, continua Corazzari.
Nel
sito di Mirandola, infatti, si producono oltre 10 milioni di dispositivi medici
all’anno, di diverse tipologie di prodotto tra le quali sacche per la
nutrizione, farmaci, kit complessi per dialisi e tanto altro destinati
ai 66 mercati internazionali in cui opera B. Braun. I recenti investimenti
hanno permesso di inserire nella camera bianca, un ambiente produttivo sterile,
anche i “cobot”, o collaborative robot. “Abbiamo introdotto i cobot
nella produzione di kit complessi per dialisi per collaborare con i 'colleghi”
umani e supportare la fase di assemblaggio, sono aiutanti preziosissimi perché
sono in grado di autodiagnosticarsi e adattarsi ai cambiamenti del prodotto,
semplificare la programmazione e adattare le misure di sicurezza in base al
comportamento umano”, spiega Corazzari. L’uso dei cobot
nell’assemblaggio di dispositivi medici rappresenta un esempio di approccio
misto in cui gli esseri umani sono supportati dai cobot per migliorare
l’efficienza e la sicurezza della produzione: proprio per questo sono inseriti
nel progetto di ricerca Prospect 5.0.
Nella visione europea di Industria 5.0, l’evoluzione tecnologica
è concepita come leva per ridurre gli impatti ambientali, migliorare il
benessere dei lavoratori, aumentare la resilienza salvaguardando l’azienda e le
persone dai rischi di eventi estremi o catastrofali. In quest’ottica,
l’Industria 5.0 europea prescinde da logiche che si basano sull’adozione di
tecnologie e si caratterizza per un approccio sistemico agli investimenti.
Il progetto Prospects 5.0 infatti
mira a promuovere l’adozione dei principi dell’Industria 5.0, come la
centralità umana, la sostenibilità, la digitalizzazione e la resilienza e
facilitare la transizione verso l’Industria 5.0 per le PMI, le start-up e le
scale-up in vari settori. Il progetto intende raggiungere i propri obiettivi
fornendo report, linee guida, strumenti di misurazione, una academy europea e
una piattaforma digitale in grado di misurare la maturità 5.0 di una azienda e
di suggerire, laddove necessario, interventi consulenziali, formativi ed
organizzativi.
L’esperienza delle 14 realtà d’eccellenza identificate, servirà
a codificare la roadmap europea per una transizione mirata ed efficace verso
l’Industria 5.0. L’ampio parternariato di progetto coinvolge oltre 30
partner effettivi con budget tra cui colossi come Efesto Fidia Group e
B. Braun Avitum Italy, numerosi enti di ricerca quali Flandersmake, Fir, l’Università di
Gent e Leuven, technology provider ed end user (industrie) provenienti da tutti
i principali paesi manifatturieri d’Europa. Per l’Italia sono presenti
inoltre l’Università di Modena e Reggio Emilia in qualità di partner accademico
e, come partner associato, Confindustria Emilia.