Tifare allo stadio, gioire ed esultare per la propria squadra del cuore
insieme a migliaia di spettatori sono emozioni
che dovrebbero essere accessibili a tutti. Esiste un progetto
sociale a Bologna che rende possibili momenti di integrazione e inclusione come
questi, portando ragazzi e ragazze con disabilità al Dall’Ara e in altri luoghi
della città.
Il terzo episodio della 4° stagione di "Ad maiora - Storie di
resilienza", digital serie prodotta da Ad Communications, si
intitola “Un attimo di noi” e racconta con il
linguaggio del cinema la bellezza dell’inclusione,
dell’amicizia e della condivisione.
Al centro dell’episodio è il progetto supportato dai volontari della “Io sto con Onlus ” Bologna for Community di Pmg Italia che mette a disposizione l’accompagnamento gratuito attraverso dei pullmini verso lo stadio in occasione delle partite casalinghe del Bologna Fc.
La voce narrante, con cui si apre il video, è quella di Silvana Fusari responsabile del progetto e delle relazioni esterne di Pmg Italia.
Nata nel 2020 durante la pandemia Covid-19 come momento di
informazione positiva, la digital serie è un progetto no
profit prodotto da Ad Communications, studio di comunicazione a Bologna.
Ad Maiora racconta attraverso il linguaggio delle immagini, e del cinema, le buone
pratiche e gli esempi virtuosi delle realtà del terzo settore.
“Le persone che accettano di fare questo viaggio insieme a
noi", spiega
l’ideatrice del format Deborah Annolino, "lo fanno con la massima sincerità e la
volontà di raccontarsi. Ad Maiora ha l’obiettivo di andare alla ricerca di
storie che offrono un contributo positivo all’informazione rafforzando i legami
tra le persone. Questo progetto ci fa scoprire la bellezza di essere tutti
parte di una grande comunità”.
La digital serie ha vinto importanti riconoscimenti nel
settore cinematografico: dal primo posto del Festival internazionale
della Cinematografia sociale “Tulipani di Seta Nera” alla menzione speciale
del “Digital Media Fest” Best oriented Social Movie evidenziando l’essenza
sociale del progetto.
Nella quarta stagione, appena conclusa, non c’è solo il
racconto delle disabilità ma emergono temi come l’ambiente (la
resilienza delle piante raccontata attraverso le immagini del Bosco
integrale di Cento, in provincia di Ferrara), l’arte (il Teatro di
Camelot come luogo creativo e inclusivo dove ciascuno attore è accolto per
ciò che è e può dare). Tutti gli argomenti inoltre si collegano ad alcuni
obiettivi di sviluppo sostenibile di Agenda Onu 2030 come la parità
di genere (raccontata nell’episodio del Room and Breakfast di
Maranello, in provincia di Modena che include e integra donne vittime di
violenza), la salute e il benessere (con la storia dei volontari di Bologna For Community), la bellezza di monumenti storici
che resistono al tempo e che grazie alle guide dell’Associazione “Succede
solo a Bologna” vengono raccontati e fatti conoscere alle future generazioni.
“Siamo soddisfatti di questo nuovo viaggio", spiega il regista Stefano Foglia, "che fa leva sul valore sociale e umano delle persone. La quarta stagione ha
rappresentato un importante arricchimento per noi ed è bello
conoscere tante realtà virtuose, dargli voce oltre che visibilità”.
Infine le parole dello sceneggiatore, Federico Feliziani:
“L’esercizio più grande in questa quarta stagione
è stato proprio equilibrare la parte artistica della sceneggiatura e quella
giornalistica ben piantata nella realtà. Queste sono state le linee guida che
mi hanno guidato nella scrittura: la ricerca di un linguaggio emozionante che
sapesse trasmettere empatia con le storie reali raccontate”.