Il Nostro Team
Comunicazioni tecniche
Eventi
Fare News
Imprese Associate
{{ fifthTitle }}

La quotazione all’AIM: un’opportunità per le Pmi

09/09/2019

Uno strumento concreto per trovare risorse per lo sviluppo e consentire un miglioramento competitivo alle piccole e medie imprese. La quotazione all’AIM della Borsa, il mercato alternativo del capitale, è spesso guardata con timore dagli imprenditori. Sta invece prendendo sempre più spazio ed è destinata a guadagnarne ancora, come hanno spiegato a Farete operatori ed esperti del settore nell’incontro “Le PMI e la quotazione all’AIM”, organizzato da LS Lexjus Sinacta, realtà italiana e indipendente di oltre 180 avvocati e dottori commercialisti, che è equity partner di Borsa italiana e come tale accompagna le aziende verso Piazza Affari. Ha seguito, fra i tanti casi, la quotazione di Hera e dell’Aeroporto Marconi di Bologna.

L’AIM è dedicato alle Pmi più dinamiche che sono alla ricerca di capitali per sostenere il proprio sviluppo. Ad agosto registrava 128 società quotate di 13 settori differenti per una capitalizzazione complessiva di 6,8 miliardi di euro e una raccolta totale in quotazione di 3,8 miliardi di euro (dati: Borsa Italiana). Nel corso del 2019 le nuove quotazioni sono già una ventina e se ne prevedono altre trenta circa entro la fine dell’anno, mentre sul listino principale della Borsa le nuove quotazioni sono state solo un paio. L’AIM consente infatti una quotazione semplificata, con adempimenti e requisiti adatti alle Pmi, e può essere scelto per varie ragioni, come hanno spiegato nel corso dell’incontro Luigi Giannotta e Francesco D’Antonio, rispettivamente Ceo e Head of corporate finance di Integrae Sim, uno dei principali “angeli custodi” italiani delle aziende nel processo di quotazione. La quotazione può consentire infatti di ridurre l’investimento dei soci in azienda senza perderne il controllo, aumentare la visibilità dell’impresa, raccogliere risorse per lo sviluppo diversificando le fonti di finanziamento, o anche facilitare processi di crescita per acquisizioni e passaggi generazionali. Secondo elaborazioni di Integrae Sim il 48% degli emittenti quotati sull’AIM ha una capitalizzazione compresa tra 20 e 100 milioni di euro e solo il 13% supera i 100 milioni. Il 65% delle società ha collocato mediamente una quota tra il 10% e il 30% del capitale, mentre più di un terzo delle quotate, il 37%, ha raccolto un ammontare superiore ai 10 milioni di euro.

Anche Faustino Galeotti, come responsabile M&A ed ECM Bdt di Banca Imi, ha sottolineato che l’AIM è destinato ad avere sempre più peso in futuro, e ha anche mostrato, grazie ad alcuni casi seguiti dal suo istituto, come la quotazione abbia portato le aziende seguite ad aumentare le vendite, moltiplicare le operazioni di M&A ed espandere le attività all’estero. Tutti gli operatori sottolineano poi i progressi riscontrati a distanza di tempo dalla quotazione, nella maggior parte dei casi, sia in termini di capitalizzazione di mercato che di valorizzazione delle quote rimaste in capo agli imprenditori. Senza dimenticare, fra l’altro, che le aziende che vogliono tentare la quotazione all’AIM godono di particolari benefici fiscali.

«Oggi la quotazione all’AIM è uno strumento concreto di reperimento di capitali per le Pmi, molto più attrattivo per esempio della ricerca di fondi d’investimento – ha sottolineato Gianluigi Serafini, managing partner di LS Lexjus Sinacta – L’AIM può diventare un formidabile strumento di crescita per le piccole e medie imprese».

Altri Articoli di Fare news