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Il Pastificio Andalini a sostegno della cultura

22/04/2020

Il mecenatismo, sia religioso che laico, da secoli ci consente di ammirare opere d’arte che diversamente non sarebbero state né create né adeguatamente conservate. Se in epoca moderna questo sostegno alla cultura si è purtroppo affievolito, per fortuna esistono ancora mecenati come Massimo Andalini, che da diversi anni sostiene la cultura del territorio ferrarese dove opera la sua azienda, il Pastificio Andalini, dal 1956 impegnato nella produzione di pasta con elementi semplici, naturali e certificati, associando alla tradizione nuove tecnologie e consapevolezza.

Fra le tante iniziative sostenute da Andalini vale la pena ricordare le più recenti, come il sostegno alla mostra “Luce concreta” dell’artista centese Salvatore Amelio, allestita presso il Museo della Città di Rimini; la dotazione degli strumenti musicali a peltro per gli allievi della Scuola di Musica dell’Istituto Comprensivo 4 di Corporeno di Cento e l’ultima in ordine di tempo, il restauro della Cappella di San Carlo della Basilica di San Biagio di Cento.

La Cappella di San Carlo, in origine denominata della “Sacra Famiglia” per un particolare interessamento dell’arciprete Girolamo Baruffaldi, fu restaurata nel 1750 nell’ambito del complessivo rifacimento della Basilica di San Biagio per opera dell’architetto Alfonso Torreggiani e con il sostegno dell’arcivescovo di Bologna, il Cardinale Prospero Lambertini, poi divenuto Papa con il nome di Benedetto XIV.

Nel 1971, per iniziativa di Monsignor Salvatore Bavera, fu collocato sopra l’altare uno splendido dipinto giovanile del Guercino, raffigurante “San Carlo Borromeo in preghiera” (1613-14) e proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Addolorata dei Servi di Cento; da quel momento la cappella viene titolata come “Cappella di San Carlo”.

Le precarie condizioni di conservazione della cappella, gli intonaci molto degradati da infiltrazioni, l’annerimento dell’antico ornato, eseguito nel 1750 dai pittori bolognesi Antonio Raimondi e il figlio Gaetano e più volte rimaneggiato, e infine i danni inferti dal sisma del 2012 hanno indotto l’avvio di un radicale intervento di restauro per riportare tutta la struttura allo stato originale, in accordo con le direttive della Soprintendenza ai Beni Artistici di Ferrara. Prima di tutto è stata eseguita la pulitura delle superfici dipinte, per poi proseguire con un approfondito sondaggio stratigrafico che ha consentito di individuare la cromia originale. Il lavoro è stato completato con il consolidamento del colore e degli intonaci, con la stuccatura delle parti mancanti e con l’integrazione pittorica.

Il restauro, iniziato a dicembre del 2018, è stato eseguito dal Laboratorio di Licia Tasini in collaborazione con Cinzia Orlandi, mentre la direzione dei lavori è stata affidata all’architetto Alberto Ferraresie la consulenza storico-artistica al professore Salvatore Amelio.

“In sostanza è stato realizzato un importante intervento di recupero di un manufatto testimone del patrimonio storico, artistico e religioso del territorio che, grazie al sostegno del Pastificio Andalini, sarà tramandato ai posteri nelle sue caratteristiche originali”, dichiarano con orgoglio dall’azienda ferrarese.



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