Come sarà la nuova normalità? Che cosa avviene all'interno del mondo produttivo in questi momenti di timore e disorientamento? Lucia Palazzini (foto in alto), responsabile Marketing dell'azienda Casoni di Finale Emilia (Modena), ci racconta la sua esperienza. "Tutti noi ci
chiediamo come sarà il futuro, è normale.
Sicuramente sarà diverso, cambieranno alcune situazioni
che prima facevano parte della nostra quotidianità e che ora dovremo
rivedere, a partire dalle cose più semplici".
Quale sarà
la nuova normalità?
"Dal punto di
vista lavorativo la Casoni, essendo tra quelle aziende che non hanno mai
chiuso durante la quarantena, ha prontamente adottato tutti i dispositivi di sicurezza per i suoi collaboratori. Questo ha fatto sì che ognuno di noi, sin dalle battute iniziali, si abituasse
all'idea che qualcosa sarebbe cambiato per un lungo periodo e che si
ponesse, di conseguenza, particolare attenzione alle potenziali situazioni che causano il contagio".
Come è cambiato il tuo modo di lavorare
da due mesi a questa parte?
"La nostra azienda è sempre stata operativa: non solo lo
stabilimento produttivo ma anche gli uffici. Casoni per fortuna era già pronta per il lavoro da casa cosicché il personale dei vari comparti, amministrativo, acquisti, commerciale e marketing, ha potuto svolgere quasi
tutte le attività senza il bisogno di recarsi fisicamente
in ufficio".
Che cosa ti ha colpito maggiormente di questa
esperienza?
"Mi ha colpito la capacità del nostro team di
gestire la crisi e gli imprevisti con velocità ed efficienza. Credo proprio che in futuro il team working
a distanza sarà una delle maggiori competenze richieste dalle aziende, al di là delle competenze tecniche".
Finale Emilia, area nord della provincia
modenese. Da un’emergenza all’altra: dopo il terremoto il Coronavirus. Il vaccino della resilienza, da
queste parti, è un obbligo.
"Scherzando con
gli amici diciamo sempre che non ci facciamo mancare nulla. A
parte gli scherzi, è indubbio che noi emiliani abbiamo una marcia in
più: siamo riusciti ad affrontare a testa alta il periodo post sisma
2012 e imparato ad affrontare la quotidianità quasi 'giorno per
giorno', senza perdere di vista l'obiettivo finale. Forse, è proprio questo atteggiamento imparato da quell'evento
traumatico che ci ha fatto reagire così in fretta anche in questa ulteriore difficoltà. Ci
siamo chiesti cosa potevamo fare per aiutare la nostra comunità e ci siamo dati da fare per creare un igienizzante per mani,
risorsa scarsa di questi tempi, che abbiamo donato agli ospedali
locali e al Comune di Finale Emilia, riconvertendo parzialmente
alcuni impianti e linee di produzione".