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Nanoprom Chemicals brevetta Thermal Shield, la vernice che non brucia

11/12/2020

Dalla ricerca Nanoprom Chemicals, azienda di Casalgrande (RE) specializzata nella produzione di vernici leggere, nasce una vernice innovativa che promette di rivoluzionare il mondo dell’aeronautica, dell’automotive (specialmente le auto elettriche), della sicurezza (vigili del fuoco in primis) e della stessa Formula 1.

Il nome dell’invenzione, già brevettata, è “Thermal Shield”, letteralmente “scudo termico”, e le sue caratteristiche basilari sono fondamentalmente due: non brucia e non diffonde calore.

A illustrare più nei dettagli il principio di questa vernice è lo stesso fondatore e titolare di Nanoprom Chemicals, Gianluca Falleti, che già con le sue vernici leggere fornisce aziende aeronautiche, aerospaziali e i principali team di Formula 1. Ora, intravede un grande futuro per quella che ha già definito “un’autentica rivoluzione nel mondo delle vernici e delle resine”. Per la sua applicazione sul carbonio e sugli altri materiali compositi, infatti, è prevista anche la versione “resina” di questa innovativa vernice.

La particolarità di Thermal Shield - spiega Falleti - sta nella natura della sua formula molecolare, che è completamente inorganica, a differenza dei materiali ignifughi utilizzati attualmente, i quali contengono molecole organiche, quindi di per sé infiammabili. Il fatto che Thermal Shield sia a base di silicio e non contenga atomi di carbonio, invece, rende le performance di tale vernice eccezionali contro il fuoco e le fonti di calore, in quanto non sviluppa appunto alcuna fiamma. E c’è di più: essa funge da vero e proprio “scudo termico”. Ad esempio, grazie alla collaborazione con il laboratorio Crossfire di Gianlugi Creonti a Solarolo, in provincia di Ravenna, abbiamo già testato che solo 4 millimetri di applicazione su una lastra di carbonio o acciaio, abbattono il calore da una parte all’altra da 1000 gradi centigradi a 100 gradi, senza peraltro la produzione di fumi. E ricordiamo che, in una situazione come quella di un incendio, il pericolo per una persona è spesso più rappresentato proprio dal fumo che dalla fiamma viva”.

Le applicazioni di Thermal Shield, di cui siamo attualmente alla versione 2.8, ma stiamo già lavorando alla 2.9 - prosegue Falleti - sono pressoché innumerevoli. I più grandi riscontri concreti si potranno avere ad esempio nel mondo dell’aeronautica. Per tutti i costruttori di aerei, il terrore è quello degli incendi che possono svilupparsi a bordo. Questa vernice ignifuga, applicabile ai motori e alle componenti potenzialmente infiammabili, ridurrebbe in modo sostanziale il pericolo dello sviluppo di incendi a bordo. Ma anche tutto il settore dell’automotive è potenzialmente interessato, specialmente quello più innovativo delle auto elettriche. Proprio queste vetture hanno molte più probabilità di sviluppare fiamme dalle loro batterie. L’applicazione di Thermal Shield abbatterebbe in modo sostanziale un simile rischio. Non da ultimo, consideriamo anche l’equipaggiamento di un soccorritore, ad esempio un vigile del fuoco, che con questa vernice applicata ai suoi guanti e alla sua tuta sarebbe molto più tutelato negli interventi. Analoghe considerazioni si possono fare per le porte tagliafuoco delle aziende. Poi, naturalmente, abbiamo intenzione di portare tale innovazione anche in Formula 1, nelle tute dei piloti ma non solo, per aumentare sempre di più la sicurezza di chi corre a oltre 300 km/h".

E c’è di più. Per la produzione su larga scala di questa vernice innovativa (attualmente Thermal Shield è prodotta in piccole quantità presso Nanoprom Chemicals e Crossfire), Falleti sta pensando in grande, recuperando un sito storico della “motor valley” emiliana.

La mia intenzione - aggiunge il patron di Nanoprom Chemicals - è quella di produrre Thermal Shield per tutto il mondo restando in Emilia Romagna. Per questo, abbiamo già preso accordi con Marco Fabio Pulsoni, attuale proprietario dell’ex stabilimento Bugatti Automobili, per trasferire qui, già nel giro di un anno, l’eventuale produzione su larga scala. Un’opportunità, quindi, non solo per la mia azienda, ma per l’intero territorio della nostra regione, per il quale prevediamo la creazione di diverse decine di nuovi posti di lavoro, vista la portata di questa grande innovazione”.

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