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AIOP, l'eccellenza sanitaria a servizio del territorio

11/03/2021

Averardo Orta, nominato per il quarto mandato consecutivo alla presidenza di Aiop Bologna, illustra le attività dell'associazione, che riunisce gli ospedali privati del territorio, e gli obiettivi per i prossimi anni.

Presidente Orta è stato appena riconfermato, per il quarto mandato consecutivo, alla guida di Aiop Bologna, ci può fare un quadro sintetico delle attività dall'associazione? 
Partirei da un dato significativo per descrivere la nostra associazione territoriale: da nove anni presentiamo un Bilancio Sociale aggregato, un esercizio di rendicontazione sociale d'impresa piuttosto unico nel suo genere, non ci sono infatti altre territoriali dell'associazione che utilizzano questo strumento per misurare le proprie performance; e lo abbiamo fatto che per il 2020, nonostante la grave emergenza sanitaria che stiamo vivendo e l'impatto che sta avendo specialmente sulle strutture private. Questo sforzo straordinario dimostra la profonda convinzione che la strada della rendicontazione e del dialogo attraverso la trasparenza possa migliorare i rapporti fra le istituzioni, i cittadini, i collaboratori, i vari stakeholders e le nostre aziende. 
Fanno parte di Aiop Bologna 13 ospedali privati, che contano un totale di circa 1400 posti letto; il numero dei collaboratori è circa 3000 di cui ben 53% sono donne: abbiamo una sostanziale parità di genere sia in termini numerici, che in termini contributivi e organizzativi, con molte donne in ruoli dirigenziali, e un fatturato consolidato di circa 300 milioni di euro.
 
La sanità privata ha avuto un ruolo centrale dell'ambito dell'emergenza sanitaria che ha colpito il nostro Paese, ci può raccontare come state affrontando questo difficile periodo?
Vorrei innanzitutto precisare che noi siamo sanità pubblica, basti pensare che il 95 per cento delle strutture associate sono accreditate, questo significa che svolgono attività pubblica e gratuita per il cittadino; a Bologna abbiamo 12 strutture accreditate e una sola che non lo è, sebbene, con l'emergenza sanitaria, anche quest'ultima si è messa a disposizione della sanità pubblica regionale. 
Con il Covid abbiamo dovuto modificare le nostre attività in modo flessibile, seguendo purtroppo quelli che sono i picchi dell'emergenza: attualmente abbiamo occupato 507 posti letto con pazienti affetti da Covid ricoverati in reparti dedicati, di cui 14 in terapia intensiva, ma ci stiamo già attivando per ampliare questa disponibilità
In questi mesi abbiamo affrontato quella che, senza ombra di dubbio, è la più grave emergenza sanitaria degli ultimi cento anni, mettendo a disposizione strutture, competenze, personale e tecnologie; si pensi che a oggi, pur avendo numericamente un quarto della capacità di posti letto rispetto alla sanità pubblica regionale riusciamo ad assistere la metà dei malati Covid, dando così un grosso supporto alle strutture pubbliche. 

Come è cambiato il rapporto con la sanità pubblica?
Veniamo da un esperienza ventennale di grande collaborazione con il sistema sanitario pubblico; quando ci fu la riforma del titolo V della Costituzione e le Regioni acquisirono l'autonomia di autodeterminare alcuni settori, tra cui quello della sanità, l'Emilia-Romagna costruì insieme a Aiop un modello di sistema sanitario caratterizzato da un efficiente mix tra pubblico e privato e da allora la nostra collaborazione è cresciuta, si è sempre più integrata, dando ottimi risultati: oggi siamo, senza ombra di dubbio, tra i migliori sistemi sanitari non solo a livello nazionale ma anche a livello europeo.  
Le strutture sanitarie associate a Aiop Bologna rappresentano un quarto della sanità pubblica regionale e costano circa il 9%. Questo rapporto indica una performance di efficienza economica straordinaria a fronte della quale abbiamo una complessità media dei casi trattati nelle strutture private che è più alta di quella trattata negli ospedali pubblici; questo spiega come nel tempo le nostre attività si siano perfezionate fino a raggiungere i massimi livelli di eccellenza, qualità e complessità; basti osservare l'ultimo dato reso pubblico sulla variabile di case mix, cioè la complessità delle casistiche trattate in Emilia-Romagna: Aiop arriva all'1.09 mentre per gli istituti pubblici siamo allo 0.99.
Questi dati certificano che non si va in un ospedale privato accreditato per curare patologie semplici, ma anzi, al contrario, le nostre strutture si sono specializzate nell'alta complessità, in attività come quelle cardiochirurgiche o neurochirurgiche, arrivando a sviluppare delle competenze che sono diventate indispensabili per il sistema sanitario regionale.

Quali saranno i prossimi obiettivi per il suo quarto mandato?
Come associazione abbiamo in essere una serie di progetti molto importanti; negli ultimi dieci anni abbiamo investito quasi 150 milioni di euro in attrezzature, tecnologie, acquisizione e ammodernamento delle nostre strutture ospedaliere; l'aspetto più importante è che si tratta di investimenti particolarmente virtuosi: tutte le nostre risorse vengo stanziate a favore del territorio locale e qui infatti che investiamo in tecnologie e ospedali all'avanguardia; senza tralasciare l'importante impatto economico che i nostri investimenti hanno su tutto l'indotto produttivo della regione.
Ci stiamo inoltre dedicando al miglioramento delle performance ambientali dei nostri ospedali e, più in generale, di tutte le nostre attività; portiamo avanti, già da un paio di anni, attività specifiche in questo senso come l'efficientamento della raccolta dei rifiuti ospedalieri e la loro differenziazione; progetti che abbiamo fatto in collaborazione con Hera e il Comune di Bologna e, anche dal punto di vista dell'inquinamento acustico e del risparmio energetico, le nostre strutture sono particolarmente virtuose.
La nostra attività quindi, che ha una valenza specifica sanitaria, ha ricadute positive anche su altri fronti come, ad esempio, quello dell'occupazione: le eccellenze delle dei nostri ospedali attraggono laureati che vogliono venire a lavorare qui da tutta Italia e anche dall'estero; senza tralasciare che il cinquanta per cento delle nostre attività sono rivolte a cittadini che arrivano da fuori regione e dall'Europa. Questo è un dato significativo e, mi consenta di dire, è il nostro modo di fare "export": in un panorama dove l'offerta di prestazione sanitaria è ampia e variegata, sempre più persone scelgono Bologna e le strutture di Aiop per curarsi. Il nostro sistema sanitario ha raggiunto standard elevatissimi di performance e per mantenerli e migliorali continueremo ad investire ingenti risorse anche nei prossimi anni.
 



 

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