di Marcello Conti
"Fin dalla nascita l’obbiettivo
principale del Premio Estense è rimasto lo stesso: promuovere il giornalismo
responsabile e di qualità". Parola di Gian Luigi Zaina, imprenditore ferrarese, vicepresidente di Confindustria Emilia e presidente della
Fondazione Premio Estense. Da pochi giorni si è chiusa la lista
dei libri candidati. Il 22 maggio sapremo i titoli dei quattro finalisti e il
25 settembre quello del vincitore.
Guarda la videointervista di Marco Santangelo
Ha preso l’incarico di presidente della Fondazione l’anno scorso. Un’annata particolare…
"Nell’anno
del Covid abbiamo dovuto prendere diversi provvedimenti straordinari e cambiare
la direzione più volte. Ma la situazione ci ha anche permesso di evolvere la
nostra comunicazione prendendo la strada della digitalizzazione. Per la prima
volta dopo 56 anni abbiamo costruito una dimensione del premio digitale:
vale a dire un sito molto fruibile, pieno di contenuti. E poi le interviste ai
giornalisti partecipanti al Premio, le varie iniziative e la stessa cerimonia
di premiazione distribuiti attraverso le piattaforme social. Per la prima volta
tutto ciò che veniva fatto all'interno dei palazzi o del teatro è stato
visibile anche dall'esterno".
Ci spieghi brevemente
come funziona il Premio.
"Il Premio Estense è
davvero una grande kermesse che si svolge ininterrottamente da 56 anni ed è
centrato su una giuria tecnica prestigiosa, che analizza circa una cinquantina
di testi pubblicati nell'anno corrente. Vengono selezionate 4 libri che vengono
poi letti da una giuria popolare di 40 persone. Dopodiché c'è una discussione
che viene fatta la mattina stessa della celebrazione, per scegliere il
vincitore dell'Aquila d'Oro. Il Premio Estense si è poi arricchito anche di un
premio alla carriera. Dunque un riconoscimento parallelo che non è legato a un
libro, ma a un giornalista, alla sua storia. Si chiama Granzotto ed è un premio
molto importante. È assegnato attraverso una discussione tra la giuria tecnica
e una giuria costituita da imprenditori della nostra associazione".
Cosa rappresenta il
Premio per Confindustria Emilia?
"Per Confindustria Emilia è sempre
stato importante uscire dai propri capannoni e occuparsi della società. Il Premio Estense era anche un impegno civile nei confronti della cultura. Questa
intuizione di Piacentini, fondatore del Premio nel 1965, è più che mai
attuale e visionaria. Perché oggi qualsiasi imprenditore sa che i valori non
stanno solamente nelle macchine e nei capannoni, ma stanno soprattutto nelle
capacità e nelle competenze. E queste si sviluppano meglio all'interno di un
territorio colto. Un'impresa è come una pianta, non può crescere in un ambiente
arido e desertico, deve stare in un ambiente forte, ricco; e quindi l’impresa
stessa deve contribuire a nutrirlo".
E per quanto riguarda il
futuro?
"Già quest'anno ci
saranno altre innovazioni, tra cui un rapporto sempre più forte con l'Ordine
dei Giornalisti, che ha spinto per lavorare con le scuole di giornalismo.
Abbiamo già siglato un accordo tra Confindustria Emilia e il Master di
Giornalismo di Bologna. La nostra idea è quella di creare una rete con tutti i
Master in giornalismo più importanti d'Italia. E poi sarà interessante nel futuro l’evolvere del
Premio anche in senso dell'internazionalizzazione, che è un altro tema molto
caro al mondo delle imprese".