di Marcello Conti
C’è
il presente e c’è il passato, c’è l’Italia e c’è il mondo. Sono 49 i titoli che
compongono la lista definitiva dei candidati al Premio Estense di quest’anno. Il
22 maggio sapremo quali tra questi saranno i quattro finalisti che si
contenderanno l’Aquila d’Oro il prossimo autunno. Ma intanto l’elenco dei
candidati già fornisce un interessante spaccato dell’editoria giornalistica
prodotta nell’ultimo anno.
Ovviamente
si parla di attualità. E ovviamente si parla di pandemia. Da più di un anno, su
qualunque canale di informazione, il Covid occupa il posto centrale. Ed è così
anche in libreria. Sull’origine della pandemia, tra propaganda e insabbiamenti,
ha indagato Antonio Selvatici con Coronavirus made in china (Rubettino).
Su come è stato affrontato il Covid nel nostro paese si concentrano invece
Francesca Nava con Il focolaio. Da Bergamo al contagio nazionale (Laterza)
e Alberto Pellai con Mentre la tempesta colpiva forte (De Agostini). Ma
riflettere sulla pandemia non significa solo guardare a quanto è accaduto negli
scorsi mesi e sta ancora accadendo, ma anche interrogarsi che tracce questa
crisi lascerà sul futuro; e appunto il discorso sul dopo-covid accomuna Diversi
da prima di Valentina Calzavara e Daniele Ferrazza (Helvetia) e Neoitaliani
di Beppe Severgnini (Rizzoli).
La
pandemia è stato un evento che ha riguardato l’intero pianeta. Ma anche al di
là dei titoli sul Covid, tra i candidati del premio Estense numerosi sono i
libri che gettano uno sguardo verso il mondo. Globali sono gli approcci di
volumi come Atlante del mondo che cambia di Maurizio Molinari (Rizzoli),
Dominio. La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi di Marco
D’Eramo (Feltrinelli) e Sul Vulcano. Come riprenderci il futuro in questa
globalizzazione fragile di Federico Fubini (Longanesi).
C’è chi invece si
concentra su singoli Paesi, come fanno con gli Usa Giovanna Pancheri in Rinascita
americana (SEM) e Francesco Costa in Una storia americana (Mondadori);
o Mattia Bernardo Bagnoli con la Russia in Modello Putin (People); a
volte a finire sotto la lente d’ingrandimento è invece una città, è il caso di Hong
Kong. Ritratto di una città sospesa di Marco Lupis (Il Mulino).
Ritornando
all’Italia non mancano i libri che affrontano questioni di stretta attualità
(ad esempio ben due titoli sulla “mala magistratura”: Il libro nero della
magistratura, di Stefano Zurlo, Baldini e Castoldi; e Il sistema Alessandro
Sallusti e Luca Palamara, Rizzoli), ma più spesso lo sguardo si volge al
passato (del tipo che però sembra non passare mai per davvero) del nostro Paese. Qui i titoli e i temi che si potrebbero citare sono davvero molti. C’è
chi sceglie di fare un ampio affresco del secondo novecento italiano, come
Fabio Isman e Walter Veltroni rispettivamente con Andare per l’Italia degli
intrighi (Il Mulino) e Labirinto italiano. Viaggio nella storia di un
paese (Solferino).
Chi invece si sofferma su particolari nervi scoperti
della nostra storia più o meno recente: come il fascismo (Fascismo. Dalla
nascita all’eredità politica, di Paolo Mieli, Feltrinelli; e Perché
l’Italia amò Mussolini, di Bruno Vespa, Mondadori), le stragi (Ustica e
Bologna. Attacco all’Italia, di Paolo Cucchiarelli, La Nave di
Teseo), la mafia (A un passo da Provenzano. Una storia nascosta nella
trattativa Stato-mafia, di Giampiero Calapà, UTET; e U Siccu. Matteo
Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi, di Lirio Abbate, Rizzoli). O ancora
inchieste su clamorosi omicidi che continuano a far discutere (La strage
continua. La vera storia dell’omicidio di Mino Pecorelli di Rafaella
Fanelli, Ponte alle Grazie, e L’inchiesta spezzata di Pier Paolo Pasolini di Simona Zecchi, Ponte alle Grazie).
Continuando
a scorrere la lista dei titoli in lizza vediamo che non mancano neppure i libri
di economia come Contro la tribù. Hayek, la giustizia sociale e i sentieri
di montagna di Alberto Mingardi (Marsilio e Fare profitti. Etica
dell’impresa di Franco Debenedetti. (Marsilio). Diversi gli esempi anche di
giornalismo culturale che comprendono il Napoleone di Ernesto Ferrero (Napoleone
in venti parole, Einaudi), l’opera lirica di Alberto Mattioli (Pazzo per
l’opera, Garzanti) e i libri di Mario Andreose (Voglia di libri, La
Nave di Teseo).
Tanti
altri titoli potremmo ancora menzionare. Ma già questi dovrebbero bastare per
dare l’idea della ricchezza di temi e di vedute che i candidati all’Estense
2021 offrono. Ora tocca alla giuria tecnica: a loro l’arduo compito del lavoro
di selezione che determinerà i quattro finalisti.