La Fondazione Novella Fronda nasce a Padova nel novembre del 2012 con
l’obiettivo di realizzare ricerche di eccellenza nel campo delle dipendenze, sia da sostanze sia
comportamentali.
Queste patologie, contrariamente a quanto ritiene gran
parte dell’opinione pubblica, sono vere e proprie malattie del cervello (brain diseases). Nonostante la loro enorme
diffusione, però, le dipendenze, a causa della riprovazione sociale che ancora
oggi le circonda, non hanno mai riscosso l’attenzione che gli studiosi hanno
rivolto ad altre patologie.
E’ stato soprattutto per colmare questa lacuna che
si è deciso di dar vita alla Fondazione Novella Fronda.
Nel loro complesso, le dipendenze possono essere
raggruppate in due grandi categorie: quelle provocate dall’assunzione di sostanze
(eroina, cocaina, alcol e molte altre), quelle legate all’insorgenza di comportamenti
compulsivi non controllabili con la volontà (gioco d’azzardo anche online,
dipendenza da sesso, dipendenza da tecnologia informatica, ecc.)
L’attività di ricerca scientifica in ambito preventivo
In particolare, nel campo delle dipendenze, anche se la
tendenza è generalizzata, si individua, in giovani e giovanissimi, l’origine
dei comportamenti di abuso sia da sostanze (prevalentemente alcol, energy
drink, fumo di tabacco e hashish) sia comportamentali (videogiochi, gambling,
internet ecc.) in fattori esterni di origine ambientale, quali la famiglia, le
amicizie, la società ecc. L’ulteriore errore di valutazione che si compie, con
grande frequenza, è cercare di “costruire” per uno specifico disturbo, ad
esempio da alcol o da videogiochi, una specifica strategia di prevenzione.
Le cose, secondo la nostra esperienza, stanno in maniera
molto diversa.
L’origine di tutti gli
abusi e le dipendenze si trova in una alterazione cerebrale che vale per tutto,
alterazione caratterizzata dalla iperattività di alcuni circuiti del cervello.
L’iperattività di tali circuiti può essere originata da stimoli ambientali, ma
una volta che si è instaurata diviene inutile qualsiasi intervento preventivo.
Le cose funzionano come per una pandemia virale: quando il virus ha contagiato
l’organismo, o lo stimolo ipereccitante ha modificato il cervello, tenere
lontano il virus o gli stimoli eccitanti non produce più nessun risultato.
Occorre affidarsi alla cura.
In conclusione: la prevenzione primaria,
come suggerito dal nome, funziona se si interviene “prima”, non “dopo”. In
particolare, nel campo degli abusi e delle dipendenze le informazioni e i buoni
consigli sortiscono l’effetto opposto, peggiorano cioè la situazione.
Partendo proprio da questi
presupposti è andata sviluppandosi l’attività scientifica della Fondazione in
ambito preventivo. Le prime autorevoli
conferme si sono ottenute nel 2016 con il progetto pilota “Buona Notte” svolto in collaborazione con la Federazione Italiana
di Medici e Pediatri (FIMP). Esso si è rivolto a bambini di età compresa tra 1
e 5 anni le cui evidenze ottenute sono state pubblicate in un’autorevole rivista
scientifica, la European Journal of Pediatrics.
I dati scientifici finora ottenuti hanno permesso di
avviare in collaborazione con l’Osservatorio Chicco, un progetto più ambizioso:
il progetto “Morfeo: Genitori-Figli”
(MGF). Esso mira a promuovere, partendo dalle più tenere fasce di età, una
corretta igiene del sonno e un’educazione all’attesa, entrambi fattori ritenuti
di cruciale importanza nel proteggere i cervelli, in via di sviluppo, dai
rischi di sviluppare abusi e dipendenze.
L’obiettivo è quello di informare
le famiglie che un positivo intervento sulle abitudini del sonno, fin dalla più
tenera età, porta diversi vantaggi tra cui un miglior controllo nella gestione
delle emozioni, un normale sviluppo del processo di apprendimento e della
costruzione della memoria che comportano un corretto e positivo sviluppo
psico-fisico della persona. Un bambino che dorme le ore corrette è un
bambino il più delle volte rilassato e di buon umore, con maggiori energie e capace
di concentrarsi a scuola e di gestire meglio le frustrazioni.
Cosa succede al cervello durante il sonno
Durante il sonno si attivano due
processi fondamentali. PULIZIA:
Il primo, definito brain cleaning,
consente di eliminare le scorie tossiche che il cervello, organo che lavora più
di tutti gli altri, ha prodotto durante la sua attività diurna. Quando una
persona si sveglia, si interrompe il lavoro di pulizia del cervello: maggiore
sarà il tempo del sonno e maggiore e proficua sarà la pulizia dalle scorie.
POTATURA:
Il secondo processo è rappresentato dalla “potatura
sinaptica”, che consiste nell’eliminazione delle sinapsi sulle quali sono state
immagazzinate delle informazioni ritenute di poca importanza (le sinapsi sono
strutture che consentono la comunicazione tra le cellule del tessuto nervoso).
In caso di sonno insufficiente, questa potatura sarà incompleta, così come lo
sarà la fissazione sinaptica delle cose che andrebbero ricordate.
Questi sono i principali motivi
per i quali quando si dorme poco si tende a diventare scontrosi e a
ricordare poco e male le cose: perché i due processi di ‘PULIZIA’ e ‘POTATURA’
avvengono solo in parte. Tali conseguenze sono ancora più evidenti nel caso di
un cervello in via di sviluppo: tanto maggiori quanto più un bambino è piccolo. In alcune aree cerebrali di una bambino nella fase di
sviluppo, che va dai 2 ai 4 mesi di vita, si formano fino a 500mila nuove
sinapsi al secondo (https://buonananna.fondazionenovellafronda.it/).