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Novella Fronda: una Fondazione per prevenire e sconfiggere le dipendenze

01/06/2021

La Fondazione Novella Fronda nasce a Padova nel novembre del 2012 con l’obiettivo di realizzare ricerche di eccellenza nel campo delle dipendenze, sia da sostanze sia comportamentali.  Queste patologie, contrariamente a quanto ritiene gran parte dell’opinione pubblica, sono vere e proprie malattie del cervello (brain diseases). Nonostante la loro enorme diffusione, però, le dipendenze, a causa della riprovazione sociale che ancora oggi le circonda, non hanno mai riscosso l’attenzione che gli studiosi hanno rivolto ad altre patologie.

E’ stato soprattutto per colmare questa lacuna che si è deciso di dar vita alla Fondazione Novella Fronda.  Nel loro complesso, le dipendenze possono essere raggruppate in due grandi categorie: quelle provocate dall’assunzione di sostanze (eroina, cocaina, alcol e molte altre), quelle legate all’insorgenza di comportamenti compulsivi non controllabili con la volontà (gioco d’azzardo anche online, dipendenza da sesso, dipendenza da tecnologia informatica, ecc.)  

L’attività di ricerca scientifica in ambito preventivo
In particolare, nel campo delle dipendenze, anche se la tendenza è generalizzata, si individua, in giovani e giovanissimi, l’origine dei comportamenti di abuso sia da sostanze (prevalentemente alcol, energy drink, fumo di tabacco e hashish) sia comportamentali (videogiochi, gambling, internet ecc.) in fattori esterni di origine ambientale, quali la famiglia, le amicizie, la società ecc. L’ulteriore errore di valutazione che si compie, con grande frequenza, è cercare di “costruire” per uno specifico disturbo, ad esempio da alcol o da videogiochi, una specifica strategia di prevenzione. Le cose, secondo la nostra esperienza, stanno in maniera molto diversa.

L’origine di tutti gli abusi e le dipendenze si trova in una alterazione cerebrale che vale per tutto, alterazione caratterizzata dalla iperattività di alcuni circuiti del cervello. L’iperattività di tali circuiti può essere originata da stimoli ambientali, ma una volta che si è instaurata diviene inutile qualsiasi intervento preventivo. Le cose funzionano come per una pandemia virale: quando il virus ha contagiato l’organismo, o lo stimolo ipereccitante ha modificato il cervello, tenere lontano il virus o gli stimoli eccitanti non produce più nessun risultato. Occorre affidarsi alla cura. 

In conclusione: la prevenzione primaria, come suggerito dal nome, funziona se si interviene “prima”, non “dopo”. In particolare, nel campo degli abusi e delle dipendenze le informazioni e i buoni consigli sortiscono l’effetto opposto, peggiorano cioè la situazione.  

Partendo proprio da questi presupposti è andata sviluppandosi l’attività scientifica della Fondazione in ambito preventivo. Le prime autorevoli conferme si sono ottenute nel 2016 con il progetto pilota “Buona Notte” svolto in collaborazione con la Federazione Italiana di Medici e Pediatri (FIMP). Esso si è rivolto a bambini di età compresa tra 1 e 5 anni le cui evidenze ottenute sono state pubblicate in un’autorevole rivista scientifica, la European Journal of Pediatrics.

I dati scientifici finora ottenuti hanno permesso di avviare in collaborazione con l’Osservatorio Chicco, un progetto più ambizioso: il progetto “Morfeo: Genitori-Figli” (MGF). Esso mira a promuovere, partendo dalle più tenere fasce di età, una corretta igiene del sonno e un’educazione all’attesa, entrambi fattori ritenuti di cruciale importanza nel proteggere i cervelli, in via di sviluppo, dai rischi di sviluppare abusi e dipendenze.  

L’obiettivo è quello di informare le famiglie che un positivo intervento sulle abitudini del sonno, fin dalla più tenera età, porta diversi vantaggi tra cui un miglior controllo nella gestione delle emozioni, un normale sviluppo del processo di apprendimento e della costruzione della memoria che comportano un corretto e positivo sviluppo psico-fisico della persona. Un bambino che dorme le ore corrette è un bambino il più delle volte rilassato e di buon umore, con maggiori energie e capace di concentrarsi a scuola e di gestire meglio le frustrazioni.  

Cosa succede al cervello durante il sonno
Durante il sonno si attivano due processi fondamentali. PULIZIA: Il primo, definito brain cleaning, consente di eliminare le scorie tossiche che il cervello, organo che lavora più di tutti gli altri, ha prodotto durante la sua attività diurna. Quando una persona si sveglia, si interrompe il lavoro di pulizia del cervello: maggiore sarà il tempo del sonno e maggiore e proficua sarà la pulizia dalle scorie.  

POTATURA: Il secondo processo è rappresentato dalla “potatura sinaptica”, che consiste nell’eliminazione delle sinapsi sulle quali sono state immagazzinate delle informazioni ritenute di poca importanza (le sinapsi sono strutture che consentono la comunicazione tra le cellule del tessuto nervoso). In caso di sonno insufficiente, questa potatura sarà incompleta, così come lo sarà la fissazione sinaptica delle cose che andrebbero ricordate.   

Questi sono i principali motivi per i quali quando si dorme poco si tende a diventare scontrosi e a ricordare poco e male le cose: perché i due processi di ‘PULIZIA’ e ‘POTATURA’ avvengono solo in parte. Tali conseguenze sono ancora più evidenti nel caso di un cervello in via di sviluppo: tanto maggiori quanto più un bambino è piccolo. In alcune aree cerebrali di una bambino nella fase di sviluppo, che va dai 2 ai 4 mesi di vita, si formano fino a 500mila nuove sinapsi al secondo (https://buonananna.fondazionenovellafronda.it/).

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