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Premio Estense, l'intervista della vigilia con i quattro finalisti

24/09/2021

di Marcello Conti

Alla vigilia del giorno in cui si decreterà il vincitore dell’Aquila d’Oro, nel cortile del quattrocentesco Palazzo Crema, parlano i finalisti nel talk show del Premio Estense. Gli autori in lizza per il premio si alternano davanti al pubblico, parlando dei libri e delle idee che si portano dietro.

Iniziano i fratelli Alberto e Giancarlo Mazzuca, autori di 'Gianni Agnelli in bianco e nero', biografia a tutto tondo dell’indimenticabile Avvocato. "Gianni Agnelli è stato il re d’Italia senza corona. Era invidiato, copiato, ammirato anche da chi l’ha combattuto”, dice Alberto che aggiunge, "la comunicazione era il suo punto forte. Era convincente anche quando sbagliava. Non è un caso che a cent’anni dalla nascita viene ancora commemorato come un personaggio attuale".

"È stato l’immagine del made in Italy”, sottolinea invece Giancarlo, "con la politica aveva un rapporto stretto. Spesso le decisioni prese da Palazzo Chigi erano concordate con Torino".

Tocca poi a Francesca Nava e al suo 'Il focolaio. Da Bergamo al contagio nazionale', inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria nell’area bergamasca durante la prima ondata di Covid. "Nell’ospedale di Alzano Lombardo vengono trovati due positivi il 23 febbraio 2020", racconta Nava, "ma non viene lanciato l’allarme alla popolazione e il pronto soccorso viene riaperto dopo poche ore. Viene così innescata una vera bomba epidemiologica che, ora noi sappiamo, era già scoppiata all’interno dell’ospedale".

La giornalista insiste sull’importanza di inchieste come "questa storia ha una complessità che andava a raccontata. Il giornalismo spesso è costretto a semplificare, ma questa era una storia estremamente complessa, perché ci racconta più aspetti della realtà, come le criticità della sanità o l’opacità delle decisioni politiche".

È poi la volta di Alessandro Sallusti che, a quattro mani con Luca Palamara, ha scritto 'Il Sistema', libro-intervista sulla mala magistratura. "È un libro su come è stata gestita la giustizia negli ultimi vent’anni", dice Sallusti. "Il Sistema comprendeva la magistratura, parte dell’informazione e della politica. Secondo il racconto di Palamara, che ne è stato a capo per di più di dieci anni, il Sistema ha falsato il corso della democrazia".

"A me non sconvolge in Italia ci sia un contropotere che ci sia un contro-potere, mi scandalizza la debolezza della politica davanti a questo", continua il direttore di Libero. "Negli altri paesi i contro-poteri sono combattuti. Io temo che dal ’92 la politica abbai abdicato al suo ruolo di decidere ed è stata fagocitata dalla magistratura”.

Conclude il talk show l’intervento di Walter Veltroni, autore di 'Labirinto italiano'. Viaggio nella memoria di un paese, un viaggio in alcuni momenti chiave della storia del paese. "La memoria è un elemento fondamentale della nostra esistenza dà profondità alla vita, sia quella personale sia quella di una famiglia o di una nazione", inizia. Spesso però la memoria si coniuga con la nostalgia. "La nostalgia è un sentimento del tutto legittimo personalmente. Ma quando la nostalgia diventa un sentimento pubblico c’è un problema”.

"Il labirinto è una figura affascinante, ma bisogna uscirne”, spiega l’autore riferendosi al titolo del libro. "Il modo per farlo è restituire una semplice nettezza alla democrazia. In Italia governiamo sempre contro qualcuno, dovremmo iniziare a farlo per qualcosa".

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