Boom di iscrizioni per l’undicesima
edizione dell’evento annuale sulle commodity agrifood, con quasi 400 operatori
della filiera agroalimentare registrati per seguire l’outlook sui mercati.
L’evento si inserisce in un momento di straordinaria volatilità e prezzi alti,
in alcuni casi ai massimi storici.
"La situazione sui mercati sta
incidendo in modo rilevante sui costi di produzione della nostra industria
alimentare, che sta facendo i conti con quotazioni largamente al di sopra delle
medie e in alcuni casi vicini ai massimi storici", commenta in apertura Mario Piccialuti, direttore generale di Unione Italiana Food.
Sono i problemi meteo, uniti alla ripresa della
domanda post-Covid e agli effetti negativi della pandemia su logistica e trasporti, a spiegare
in larghissima parte ciò che sta accadendo sui mercati. I livelli di prezzo
sono motivati dai fondamentali, con stock fortemente erosi dagli squilibri
domanda-offerta, su cui si inseriscono effetti spill-over e speculazione ad
enfatizzare la volatilità.
È Mauro
Bruni, presidente di Areté, a introdurre le sessioni di analisi. "Molti
mercati hanno già scontato gli aumenti più sostenuti, ma in alcuni casi ci
attendiamo ancora rialzi e per tutti il ritorno a livelli di prezzo
pre-pandemia richiederà tempo per la ricostituzione degli stock. Fondamentale
monitorare i mercati e sfruttare, ove possibile, gli strumenti delle coperture”.
E proprio agli strumenti finanziari
l’evento ha dedicato un focus, con la partecipazione di EuroNext – primario
mercato finanziario europeo per le commodity agroindustriali – e di Cesare
Ronchi, direttore Acquisti materie prime di Barilla, con la moderazione di
Armando Garosci.
Market Highlights
Cereali:
mercati in forte tensione
per la ripresa della
domanda asiatica congiuntamente a fenomeni meteo avversi principalmente in
Nord America. Prezzi di mais/tenero/duro ai massimi dagli ultimi 10/15
anni.
Frumento Duro:
la siccità in Nord America (Usa e Canada) ha determinato un calo di produzione di oltre il
40% rispetto alla
campagna precedente di USA e Canada, normalmente la principale area di
produzione/esportazione di grano duro al mondo. Questo ha determinato aumenti di prezzo sul mercato Italiano di quasi il 90% da maggio ad ottobre. Sono i
massimi storici, che non si vedevano dal 2008.
Uova, latte e derivati: gli aumenti di cereali e semi hanno determinato
rincari sui mangimi che, a loro volta, mettono in tensione il comparto
uova e latte. I prezzi delle uova (CUN) sonoaumentati del 26% da metà luglio anche sulla
scorta di nuovi focolai di aviaria in UE; il prezzo del latte spot in Italia è aumentato del 60% da maggio ad ottobre 2021, anche
per effetto dei ritardi nelle consegne di latte, trasmettendo tensione
anche su burro, polvere di latte e formaggi.
Frutta secca:
domanda in ripresa e carenza idrica in California hanno spinto i prezzi
delle mandorle su rincari di oltre il 60% in un anno. Aumenti anche per il pistacchio (+46% da inizio anno) principalmente
per effetto della siccità in Iran. Problemi di offerta anche per le nocciole, con un calo del
60% in Italia per le gelate di inizio anno e prezzi (Avellino) che fanno
già segnare aumenti
superiori al 50% rispetto
all’anno precedente. Il mondo anacardi soffre particolarmente le
difficoltà sul trasporto marittimo, il prodotto dal Vietnam ha subito rincari
di oltre il 25% in un
anno.
Caffè: aumenti di prezzo di quasi l’80% da inizio anno, dovuto a forte
riduzione degli stock la grave siccità che sta danneggiando canneti e
piantagioni di caffè Arabica in Brasile (1° produttore ed esportatore),
mentre per il Robusta pesano i rallentamenti alle esportazioni causa Covid
in Vietnam.
Zucchero grezzo (mercato mondiale): aumenti
di prezzo del 30% da
inizio anno, stesse cause meteo e covid del caffè (Brasile, Vietnam e
India sono paesi chiave anche per lo zucchero).
Zucchero bianco Europa/Italia: difficoltà produttive hanno determinato una erosione
delle scorte di zucchero in Europa, che dovrà aumentare le importazioni
dai mercati internazionali a prezzi più sostenuti. In Italia prezzi passati dai 460 €/t di fine 2020
a quotazioni attuali anche superiori
ai 600 €/t.
Cacao: rialzi superiori al 20% per la fava di cacao fra luglio
ed inizio ottobre, dopo un anno di tranquillità dovuto alle abbondanti
produzioni in Africa. Pesante correzione nel corso di ottobre, con un calo
di quasi il 10% in appena due settimane.
Oli vegetali:
carenza di mano d’opera in Malesia causa Covid, ripartenza della domanda
dei grandi paesi importatori, perturbazioni di El Niño ed i rincari sul
petrolio hanno determinato un aumento dei prezzi di tutto il comparto oli
vegetali (palma, girasole, colza, cocco) con incrementi dell’ordine del 50% nel periodo giugno-ottobre 2021.
Olio extra vergine di olive con aumenti del 25% per il prodotto
comunitario nel 2021, mentre lievi cali si sono registrati per il prodotto
italiano.
Legumi:
le condizioni meteo di siccità in Canada hanno pesato sulle produzioni di piselli e lenticchie, con quotazioni in
Saskatchewan che da inizio giugno sono aumentate
rispettivamente dell’80% (piselli
verdi) e del 50% (lenticchie rosse).