Gaia Tortora con “Testa alta, e avanti” (Mondadori) vince
la 59esima edizione del Premio Estense. Il verdetto è arrivato alla quinta votazione con 22 preferenze, al termine di un appassionante testa a
testa con Paolo Borrometi e il suo “Traditori. Come fango e
depistaggio hanno segnato la storia italiana” (Solferino). La votazione è
stata caratterizzata da un confronto vivace e partecipato tra la giuria
tecnica, presieduta da Alberto Faustini, e quella popolare.
Le due
giurie si sono riunite la mattina di sabato 23 settembre al Teatro Comunale “Claudio Abbado” di
Ferrara per discutere e votare il vincitore all’interno della quartina
finalista composta da: Paolo Borrometi con “Traditori.
Come fango e depistaggio hanno segnato la storia italiana” (Solferino),
Ezio Mauro con “L’anno del fascismo. 1922. Cronache della Marcia su
Roma” (Feltrinelli), Marcello Sorgi con “Mura. La
scrittrice che sfidò Mussolini” (Marsilio) e Gaia
Tortora con “Testa alta, e avanti” (Mondadori).
La cerimonia di premiazione al Teatro Comunale “Claudio Abbado di
Ferrara” di sabato 23 settembre pomeriggio si è aperta con l’omaggio al Presidente
Giorgio Napolitano e il ricordo di Andrea Purgatori, vincitore del
“Riconoscimento Gianni Granzotto” nel 2021. Il presidente della giuria tecnica
Alberto Faustini ha dichiarato: “Non voglio ricordare il dispiacere della
perdita, ma la fortuna di averlo conosciuto, letto, guardato, amato e premiato”.
Durante l’evento di premiazione, condotto da Cesara Buonamici, è
stata consegnata l’Aquila D’Oro a Gaia Tortora e il 39° “Riconoscimento
Gianni Granzotto. Uno stile nell’informazione” a Federico Rampini, assegnato
dalla giuria presieduta dal presidente della Fondazione Premio Estense
Gian Luigi Zaina e composta da sette imprenditori dei territori di Bologna,
Ferrara e Modena (Patrizia Bauer, Luca Cimarelli, Maria Rita Giberti, Paolo
Golinelli, Paolo Moscatti, Silvia Pasquali e Giorgio Piacentini).
Il Premio Estense che dal 1965 premia l’eccellenza del
giornalismo italiano, quest’anno con 69 titoli ha registrato il più
alto numero di volumi candidati della storia della manifestazione.
Il presidente Alberto Faustini, portavoce della giuria tecnica
composta da Michele Brambilla, Luigi Contu, Tiziana Ferrario, Paolo Garimberti,
Jas Gawronski, Giordano Bruno Guerri, Agnese Pini, Venanzio Postiglione,
Alessandra Sardoni e Luciano Tancredi, ha osservato: “La cosa bella di
questa edizione è stata la competizione vera fino all’ultimo. I quattro libri
finalisti sono individuali e collettivi perché parlano di storie che riguardano
il nostro Paese, esattamente come quella raccontata da Gaia Tortora. E’
certamente la storia di una famiglia, un’autobiografia emotiva, ma anche e
soprattutto la storia di un Paese che si è confrontato con la mala giustizia,
paradossalmente anche grazie alla popolarità del protagonista, diversamente non
ci saremmo mai interrogati così tanto sul tema. Ancora una volta è emerso
quanto sia libera la giuria, nessuno di noi riesce a fare previsioni alla
vigilia e non riesce a farlo nemmeno un giurato popolare”.
Gian Luigi Zaina, presidente della Fondazione Premio Estense, ha
dichiarato: “Non era facile prevedere l’esito finale perché i quattro
libri sono tutti di alto valore. Il titolo di Gaia Tortora è senz’altro
d’impatto perché racconta una storia familiare dal punto di vista di chi l’ha
vissuta in prima persona, dovendo convivere con il trauma causato da un
clamoroso errore giudiziario”.
Gaia Tortora con “Testa alta, e avanti” (Mondadori) racconta la
sua storia, nella consapevolezza che non sia solo sua: ogni giorno tre
innocenti finiscono in carcere per errore, più di mille cittadini l’anno. E i
media continuano a comportarsi come fecero con suo padre: titoloni per additare
i presunti colpevoli e, quando va bene, trafiletti seppelliti nelle ultime
pagine a segnalare l’assoluzione, il proscioglimento, l’errore giudiziario.
Condividere il proprio intimo dolore, allora, diventa un modo per combattere
contro l’ingiustizia, per impedire che tutto ciò si possa ripetere. E andare
avanti, come le diceva suo padre, a testa alta.
L’autrice ha commentato così il risultato: “Nel mio cuore considero la
vittoria al fotofinish con il mio amico Paolo Borrometi un ex aequo, sono due
libri che raccontano la storia d’Italia seguendo filoni paralleli, sui quali ci
sarebbe ancora molto da dire. Dedico questo riconoscimento a quella ragazza di
terza media e quindi ai ragazzi delle scuole e delle carceri dove continuo ad
andare, soprattutto in quelle minorili. Vorrei che i ragazzi, attraverso il mio
libro, comprendessero che giudicare subito è sbagliato e che utilizzassero la
loro testa per farsi una propria idea”.
Al termine della votazione è intervenuto il Sottosegretario alla Cultura Vittorio
Sgarbi: “Sono felice di aver assistito ad una parte del lavoro delle due
giurie che attesta la piena democraticità del Premio Estense. Gaia Tortora, una
grande donna che racconta la storia di un grande padre, un uomo che è stato
l’emblema di tutti quelli che hanno patito per una cattiva giustizia”.
“Siamo profondamente onorati di aver portato il contributo di Azimut
al Premio Estense, in un’edizione straordinaria per qualità espresse e
adesioni. Il nostro sostegno al Premio, che da quasi sessant’anni continua ad
incoraggiare e celebrare l'eccellenza nel giornalismo italiano favorendo un
dibattito costruttivo su temi di attualità spesso complessi, nasce dal comune
impegno per la promozione della cultura e l'importanza del dialogo secondo i
valori di responsabilità sociale d’impresa che da sempre guidano il nostro
Gruppo nel contribuire al progresso economico e sociale delle comunità in cui
operiamo”, ha dichiarato Monica Liverani, AD di Azimut
Capital Management e Managing Director di Emilia-Romagna, Marche e Umbria;
Chief Sustainability Officer di Azimut Holding, da quest’anno main sponsor del
Premio Estense.
La 59esima edizione del Premio Estense si realizza con la
media partnership di ANSA, Rai Cultura e Rai Radio1.