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Tekapp, la terza edizione sulla cybersecurity convince le aziende

13/05/2024

Terza edizione per Zero Trust & Cybersecurity, il summit di Tekapp. Con quasi 200 presenze è la più partecipata di sempre. La formula piace e per il terzo anno di fila si conferma un appuntamento fondamentale per la comunità cyber emiliana e per l’economia digitale del nostro distretto produttivo. 

Quella andata in scena giovedì pomeriggio, ancora in Florim, ha voluto provocatoriamente giocare, al limite della dissacrazione, con il tema cyber. Prova ne sia il titolo dello speech (rigorosamente a braccio) del fondatore di Tekapp, Daniel Rozenek: La cybersecurity non esiste?

“Me lo domando spesso”, ha motteggiato Rozenek. “E se non fosse che il tema è attualissimo, anche e soprattutto alla luce delle dinamiche geopolitiche internazionali, talvolta il dubbio ce l’ho, lo ammetto”.

“Tipicamente”, ha aggiunto Rozenek rincarando la dose, “quando vado in azienda e mi sento dire che l’investimento in cybersecurity non è ancora un capitolo di spesa, mi preparo ad ascoltare le cinque frasi memorabili, perdonerete la schiettezza: ‘scelte politiche di prodotto non ci hanno ancora portato alla sua valutazione’, ‘siamo consapevoli della sua importanza ma…’, ‘il management spinge su altri progetti, non cyber’, ‘sì, però il sito web è gestito esternamente da una web agency’, ‘no, effettivamente non abbiamo un piano di crisis management’. Ecco, io rispetto tutte le posizioni, ci mancherebbe. Tuttavia, capite, il dubbio sull’esistenza della cybersecurity viene anche a me di fronte a questa infiorata di no sense”.

Un sondaggio del 2022 a cura di McKinsey&Company rivela un'opportunità da 2 trilioni di dollari per il futuro mercato delle tecnologie di cybersecurity. Purtroppo, a fare da contrappasso a questa evidenza, ci sono i dati sulla criminalità informatica, le minacce e le violazioni ai danni delle aziende.

Rimanendo al tasso di crescita attuale degli attacchi informatici, entro il 2025 i danni causati dagli hacker ammonteranno a circa 10,5 trilioni di dollari l’anno, con un aumento del 300% rispetto ai livelli del 2015, fanno notare gli analisti.

“Al mondo”, hanno ricordato i tecnici e gli esperti israeliani giunti a Modena appositamente per il summit targato Tekapp, “le aziende produttrici di prodotti cyber sono circa 4mila, divise in 17 categorie e, per carità di patria, vi risparmiamo ulteriori sottocategorie e parcellizzazioni. È un mercato immenso, questo sì, e ciò mette in difficoltà Ciso e It manager che devono scegliere un prodotto, magari due, che poi però li aiuta solo in due delle quattro fasi della cyber-resilienza che le nostre aziende devono abituarsi a costruire”.

Il pomeriggio è poi proseguito con gli interventi accademici da parte del Politecnico di Milano e Unimore, e con la panoramica normativa da parte di Bureau Veritas

Poco prima dell’inizio della tavola rotonda conclusiva, quando probabilmente la maggior parte degli astanti riteneva di aver imboccato il tramonto della densa giornata di lavoro, è arrivato il secondo coup de théâtre, quello di Fabio Ferrari, il fondatore di Ammagamma. 

A lui il compito di digredire sul tema dell’intelligenza artificiale. E il compit(in)o, come ha abituato chi lo conosce, è stato ovviamente disatteso: “Sapete perché l’intelligenza artificiale avrà un futuro? Perché le compagnie tecnologiche, e non è solo un fatto di Chat Gpt e OpenAi, hanno investito tanti, tantissimi miliardi di dollari sul loro sviluppo e ne spenderanno altrettanti per convincerci che sarà impossibile farne a meno. Io, da matematico di formazione quale sono, ho un rispetto sacrale per l’intelligenza artificiale generativa, ma nel mio intimo credo che quella che stiamo vivendo e promuovendo sia una gigantesca operazione di distrazione di massa”. 

Con queste conclusioni, tocca augurarsi che la quarta edizione abbia luogo. In Florim (location che vince non si cambia). Ma soprattutto che si ripeta con questa formula così poco convenzionale che piace e sa catturare, informando, le aziende.

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