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Luca Avagliano: “Margotta Medical, la mia scommessa più bella”

17/07/2024

Luca Avagliano, classe 1985. Da Cava de' Tirreni è partito alla volta di Bologna nel 2008. Oggi è socio e amministratore di Margotta Medical
Luca Avagliano, classe 1985. Da Cava de' Tirreni è partito alla volta di Bologna nel 2008. Oggi è socio e amministratore di Margotta Medical
Gli uffici di Margotta Medical in via del Fonditore a Bologna. L'azienda progetta sistemi gestionali per il settore dell’assistenza sociosanitaria
Gli uffici di Margotta Medical in via del Fonditore a Bologna. L'azienda progetta sistemi gestionali per il settore dell’assistenza sociosanitaria

Da un paese della provincia campana a un tiro di schioppo dalla costiera Amalfitana, Cava de’ Tirreni, alla città metropolitana di Bologna. Contro tutto e tutti (“a eccezione di Cristina, all’epoca la mia fidanzata, oggi mia moglie, e di mia nonna”), contro gli stereotipi, le paure e le titubanze main stream.  

La storia di Luca Avagliano è una storia, seppur di tenacia e coraggio, che potrebbe rubricarsi alla voce - piuttosto asettica - “immigrazione interna”. E, dunque, annacquarsi in un fenomeno che da sempre caratterizza la storia del nostro Paese, al punto da non essere quasi più una notizia degna di ribalta. E invece Luca Avagliano, socio e amministratore di Margotta Medical, vale la pena di essere raccontato perché di scontato e predeterminato non ha proprio nulla.  

“Sono arrivato a Bologna nel 2008 per tentare la strada delle professioni medico sanitarie insieme a Cristina. Avevo in tasca il diploma in Ragioniere e perito commerciale e tanta voglia di emergere, di dimostrare, in primis a me stesso, di avere le carte in regola per emanciparmi dal comodo e molto autoassolutorio così fan tutti, il modello secondo cui date certe condizioni di partenza è più utile, facile e conveniente tirare a campare tanto una casa ce l’hai e un lavoro lo trovi”.  

I primi anni sono stati difficili. “Per sbarcare il lunario mi sono adattato a fare i lavori più umili, financo lo strillone nel traffico cittadino. Ricordo una vita fatta di corse, ansie e mille paturnie. Si arrivava a sera con la fatica fisica di giornate che dividevo tra lo studio e qualche lavoretto saltuario. Ma con una certezza granitica: Cristina e il suo sorriso, la sua forza d’animo. Cristina che, fosse anche cascato il mondo, mi avrebbe spronato ad andare avanti e a non darmi per vinto”.  

“Ho frequentato il corso da tecnico esperto nella Gestione delle strutture sociosanitarie a Porto Viro, in provincia di Rovigo. Da Bologna viaggiavo su un treno fino a Rovigo e poi in corriera fino a Porto Viro. Le lezioni terminavano alle 18, ma purtroppo capitava, dopo aver preso la corriera ed essere arrivato alla stazione di Rovigo, che l’ultimo treno per Bologna venisse soppresso. Il primo treno utile per tornare a casa era un Intercity intorno alle 5 di mattina, non avevo alternative. Dopo alcuni giorni in cui trascorrevo le ore in attesa dell’Intercity e considerata la pericolosità della stazione di Rovigo nelle ore notturne, gli agenti della Polfer mi presero in simpatia e cominciarono a ospitarmi nella loro guardiola fino all’arrivo del treno. Con quegli agenti si è costruito un bellissimo rapporto di amicizia”.  

Nel frattempo, Luca si applica con profitto allo studio. Per la sua intraprendenza e il suo spirito risoluto e determinato viene notato da un docente del corso a Porto Viro che gli procura un colloquio con il gruppo Margotta dell’ingegnere Tomaso Freddi. “Feci quel colloquio di lavoro per una posizione da tecnico commerciale senza alcuna aspettativa. Ero più preoccupato di incastrare gli orari di inizio e fine dei miei lavoretti, di dover giustificare le mie ore di assenza, piuttosto che fare breccia sul selezionatore che avevo davanti e dare il meglio di me per una presentazione memorabile”.  

“Qualche giorno appresso ricevetti il telegramma che mi comunicava il superamento del concorso per un posto sicuro all’Ausl di Bologna. Che fare? Naturalmente scelsi di mettermi in gioco con Margotta e di rifiutare l’offerta dell’Ausl”.  

È il 2012. “In Margotta mi faccio ben volere. È la mia seconda famiglia. Ho modo di affinare le mie capacità, di aumentare le mie relazioni, e insieme alla gavetta arrivano le soddisfazioni”.  

Successi sì, ma anche alti e bassi. Due volte dà le dimissioni. Per due volte vengono respinte. Per dirla con una formula colorita ma molto amata in Campania, arriva un momento in cui è indispensabile cacciare la cazzimma. "Per carattere sono poco incline ai compromessi al ribasso. Dire quel che penso fa parte del mio bagaglio culturale oltre che professionale. Credo, infatti, che alla base di un rapporto di lavoro sano ci debba essere la libertà di potere esprimere il proprio punto di vista. Nelle divergenze di opinione si cresce, non tanto per sé stessi, ma per il bene dell’azienda".

Nel 2019 arriva l’occasione della vita: Margotta Medical. Margotta Medical è una costola del gruppo Margotta che si specializza nella progettazione di sistemi gestionali per il settore dell’assistenza sociosanitaria. Luca Avagliano ne diventa socio all’alba della pandemia da Coronavirus. “Non potevo sapere che da lì a poco, per due anni buoni, tutto si sarebbe fermato. Ricordo solo che di fronte al notaio, ebbi l’idea di inserire nella declaratoria delle attività di impresa la possibilità di vendere dispositivi medici. È stata la mia salvezza negli anni del Covid”.  

La vendita di mascherine e saturimetri, unitamente alla costruzione di una corsistica online per il personale delle strutture sanitarie, consente a Luca di traghettare Margotta Medical fuori dalle secche della pandemia e delle zone rosse.   Superata l’impasse pandemica, Margotta Medical ricomincia a fornire alle strutture sociosanitarie prodotti informatici e software gestionali, corsi di formazione online e in presenza, consulenza per la gestione dei rischi in ambito sanitario e sociosanitario.  

Oggi Luca Avagliano è socio e amministratore unico di Margotta Medical. Il passaggio di consegne dal primo Luca, quello partito da Cava de’ Tirreni poco più che maggiorenne, e il nuovo, quello con il colletto della camicia inamidato e la grisaglia dell’imprenditore con incarichi istituzionali, è avvenuto con successo.

Per aspera ad astra. In questa massima latina c’è un condensato della mia vita. Non puoi apprezzare la lucentezza delle stelle se lungo il cammino non cadi, ti rialzi e ricominci a correre più forte di prima”.

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