Ci saranno Francesca Albanese, attuale
relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, il
magistrato antimafia Nino Di Matteo, la leggenda del
giornalismo israeliano Meron Rapoport, l'attivista e
ricercatrice palestinese Mona Shtaya, la data journalist
statunitense Premio Pulitzer Julia Angwin. Con loro tanti
reporter, autori e autrici, alla decima edizione di Dig Festival, a Modena dal
18 al 22 settembre: tra questi Eddi Marcucci, Francesca Coin, Stefano Liberti,
Christian Raimo, Janek Gorczyca, Matteo Nucci, Valerio Bassan, Nancy Porsia,
Gianluca Costantini, Alberto Nerazzini, Diletta Bellotti, Laura Silvia
Battaglia, Giuliano Battiston, Philip Di Salvo, Gianni Barbacetto, Saverio
Lodato.
Il titolo J'accuse: un omaggio al giornalismo indipendente
L'espressione "J'accuse", scelta come titolo di questa edizione
di Dig Festival, indica la necessità di denunciare pubblicamente
un'ingiustizia, anche quando farlo è sconveniente o pericoloso. Fu Émile Zola a
usarla per primo nel 1898 nella sua celebre lettera al Presidente della
Repubblica francese per difendere l'innocenza dell'ufficiale Alfred Dreyfus.
Zola fu condannato a un anno di carcere per via della sua presa di
posizione. Con il titolo "J'accuse" Dig Festival 2024 vuole rendere omaggio
al giornalismo indipendente, a chi ha il coraggio di mettere «la verità prima
di tutto», a chi prende posizione e ci mette la faccia. In un anno come questo,
la scelta di questo tema è anche un omaggio alla memoria delle giornaliste e
dei giornalisti che sono stati uccisi raccontando cosa succede in Palestina e
più ampiamente in Medio Oriente. «J'accuse» ricorda a tutti che il ruolo del
giornalismo, in quest'epoca di crisi e di guerra, è sempre lo stesso:
denunciare l'ingiustizia, anche quando è rischioso o svantaggioso, perché solo
così il giornalismo può salvarsi dalla bancarotta e riportare la politica entro
il perimetro della democrazia.
Giovedì 19 settembre, nella splendida cornice della Chiesa di San
Carlo, si terrà la lectio magistralis di Francesca Albanese, relatrice
Speciale delle Nazioni Unite nei territori palestinesi occupati, e del
giornalista freelance esperto di Medio Oriente Christian Elia. I due hanno
scelto la locuzione "J'accuse" come titolo per il loro libro con cui invocano
la fine del massacro in Palestina (Fuoriscena, 2023). La lectio sarà
un'occasione per far luce sull'apartheid nei territori occupati in Palestina e
sull'urgenza della questione arabo-israeliana ben prima dell'attacco
terroristico di Hamas del 7 ottobre, e ispirerà con il suo messaggio l'intero
programma del Festival.
I Dig talk pubblici
I Dig talk pubblici saranno poi dedicati ai
temi quali l'indagine dei disastri ambientali in Europa, gli estremismi e i
nuovi fascismi, gli scenari di guerra a Gaza e in Ucraina, le disuguaglianze
sociali e civili, la criminalità organizzata, l'intelligenza artificiale e il
futuro di Internet, l'attacco alla libertà di informazione. Ne parleranno ospiti da
oltre 30 paesi, tra cui Safwat Kahlout, giornalista
palestinese e producer di Al Jazeera, arrivato in italia con la sua famiglia
dopo aver documentato per mesi l'assedio di Gaza; Meron
Rapoport, giornalista delle testate israeliane di opposizione
+927 Magazine e Local Call; Jake Hanrahan, giornalista e
documentarista britannico, fondatore di Popular Front, piattaforma indipendente
che negli ultimi dieci anni ha riscritto le regole del reportage di guerra.
E
ancora l'attivista e ricercatrice palestinese Mona Shtaya,
massima esperta di questioni tecnologiche connesse al conflitto
israelo-palestinese, la data journalist statunitense Premio Pulitzer Julia Angwin
e la teorica Tiziana Terranova saranno invece i fulcri della
discussioni attorno alla tecnologia e alla società dei dati.
In ordine cronologico, sarà la sera di mercoledì
18, nella Chiesa di San Carlo, grazie all'incontro esclusivo
con il pm antimafia Nino Di Matteo, il primo j'accuse di Dig 2024: contro la rimozione della Trattativa Stato-mafia, contro una giustizia
che non è uguale per tutti, contro le mordacchie che le riforme del governo
vogliono stringere al giornalismo d'inchiesta e alla magistratura. Il magistrato
che più di ogni altro ha proseguito la battaglia di Falcone e Borsellino,
dialogherà con Saverio Lodato, il cronista che più di ogni altro ha scritto la
storia di Cosa Nostra, e Alberto Nerazzini, giornalista investigativo e presidente di Dig.
Sempre sul tema criminalità organizzata, la mattina di venerdì 20,
alle 10:30, al cinema Astra, Alberto Nerazzini presenta il suo
ultimo documentario di inchiesta Roma città aperta, un viaggio
agghiacciante sul potere delle mafie nella Capitale. Al termine della
proiezione, un incontro con il pubblico sulle nuove organizzazioni criminali e
sull'emergenza che coinvolge il Paese.
Janek Gorczyca dialogherà con Christian
Raimo di Storia di mia vita, il memoir -
pubblicato da Sellerio e diventato un caso editoriale - che racconta senza
filtri e ipocrisie trent'anni vissuti per strada a Roma, senza casa, documenti
e un posto di lavoro fisso. Tra gli ospiti anche lo scrittore Matteo
Nucci, l'esperto di tecnologia Tiziano Bonini,
i giornalisti investigativi Giorgio Mottola e Andrea
Palladino, e il visual artist Salvatore Vitale, che presenterà
a Modena i il suo nuovo video essay I Am a Human dedicato ai temi dello
sfruttamento digitale dei lavoratori della gig economy in Sud Africa. Inoltre,
il regista Michele Rho porterà il suo Benvenuti in galera, documentario sul
primo ristorante al mondo aperto dentro un carcere, quello di Bollate, alle
porte di Milano, in un doppio evento che vedrà anche la proiezione di 11 giorni
di Nicola Zambelli, documentario che racconta la vita di un gruppo di detenuti
della casa circondariale "Nerio Fischione" di Brescia. La proiezione
di questi due film sarà anticipata da un panel dedicato ai temi delle carceri
cui interverranno l'autrice e militante Eddi Marcucci e Valentina Calderone,
Garante per i diritti delle persone private della libertà personale di Roma
Capitale. Spazio anche al tema del cambiamento climatico, alle sue
ripercussioni sull'ambiente italiano e il ruolo del giornalismo, cui saranno
dedicati diversi panel cui interverranno esperti ed esperte quali Silvia
Lazzaris, Diletta Bellotti e Stefano Liberti.
I Dig Awards e il
Dig Pitch
Dig è anche cinema e grandi documentari: per quattro giorni
nelle sale dello storico Cinema Astra saranno proiettati i film finalisti nelle
cinque categorie video dei Dig Awards, alla presenza degli
autori internazionali che raggiungeranno Modena da ogni parte del mondo. Il
concorso che anche quest'anno ha attirato una partecipazione record, con circa
400 opere candidate da decine di paesi. I premi saranno decisi dalla giuria internazionale
di Dig in cui siedono autori e produttori dei maggiori brand del giornalismo
di inchiesta e del documentario al mondo; quest'anno l'associazione Dig-Ets porta a Modena nella veste di presidente della giuria 2024 Paul Radu,
giornalista investigativo rumeno.
Oltre ai titoli in concorso, il Festival presenta come ogni anno
una ricca sezione di film e anteprime extra. Il Festival ospiterà, come sempre,
anche le sessioni della DIG Academy - con cui Dig offre 12 workshop gratuiti di
alta formazione aperti a tutti e accreditati dall'Ordine dei Giornalisti -
all'interno del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Modena. Attesissimo è il Dig Pitch, il premio dedicato ai
progetti ancora in fase di sviluppo che mette in palio ogni anno un contributo
fino a 15mila euro.
Il programma
artistico: dalle mostre alla musica
Oltre a essere un punto di riferimento per giornalisti
investigativi, documentaristi e attivisti, il DIG Festival è un luogo di
incontro, approfondimento e contaminazione grazie alla capacità di strutturare
un'offerta culturale a tutto tondo per un pubblico sempre più vasto con
incontri, dibattiti, presentazioni di libri, concerti e mostre d'arte. Anche
quest'anno saranno tre le mostre esclusive: una personale di Michelangelo
Setola - autore del Dig Watchdog 2024, artista e fumettista
apprezzato per il suo segno minuzioso e per la qualità, anche sociale, delle
sue narrazioni - ospitata nella Chiesa del complesso San Paolo e realizzata in
collaborazione con Andrea Losavio e la sua Galleria D406; nella sede di DIG in
Via Santa Chiara 14, invece, sarà protagonista la satira, con l'esposizione
delle opere finaliste agli European Cartoon Awards 2024, in collaborazione con
l'European Press Prize. Infine, la sede di Dig ospiterà anche la mostra "Nel
mirino della memoria. Ritratti dei giornalisti uccisi in Palestina",
personale del fumettista e illustratore Gianluca Costantini. La mostra
ricorda i volti e i nomi degli oltre cento giornalisti e giornaliste uccisi
dall'inizio della guerra a Gaza e sarà inaugurata mercoledì 18 settembre.
Nella sezione Dig Off, due grandi appuntamenti
con la musica, sempre apprezzati dal pubblico modenese: la Chiesa San Carlo
ospiterà venerdì sera il live di James Jonathan Clancy, l'artista
italo-canadese, nome di spicco della scena indipendente, che dopo sette anni di
assenza è tornato nel 2024 con il suo primo album da solista, Sprecato, il suo
progetto più intimo; in apertura si esibirà l'eclettico duo di artiste
bolognesi Bono/Burattini, e la serata sarà accompagnata da un live painting di
Michelangelo Setola. Domenica sera sarà invece il turno del leggendario
cantautore texano Micah P. Hinson, nome di culto della scena folk e alternative
country-rock d'Oltreoceano, a riempire con la sacralità della sua musica una
venue unica come quella della chiesa barocca modenese.
"Il 2024 è il decimo anno di Dig Festival. Che quasi la metà si sia svolto a Modena è per questa amministrazione
un grande risultato e il segno di una stima e di una collaborazione che
intendiamo proseguire con sempre maggiore convinzione per aumentare la
reputazione della nostra città", è il commento di Massimo Mezzetti, sindaco di Modena,
che con l'assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi, è da sempre al fianco di
Dig, "una manifestazione in continua crescita sia dal punto di vista della
qualità degli ospiti, delle rassegne cinematografiche e dell'intera offerta
culturale, sia per l'aumento costante del pubblico".
I partner 2024 del
Festival
Dig Festival è una manifestazione indipendente. I finanziamenti arrivano quasi esclusivamente da soggetti
pubblici: nel 2024, da Regione Emilia-Romagna e Film Commission Er, Comune di
Modena - City of Media Arts e Fondazione di Modena. Collabora con DIG la
Fondazione Collegio San Carlo. Dig Festival 2024 "J'accuse" ha il patrocinio del Dipartimento
di Giurisprudenza dell'Università di Modena e Reggio-Emilia, del Consiglio
Nazionale dell'Ordine dei GIornalisti (Cnog), di Fnsi, di Fondazione e Ordine
Giornalisti Emilia-Romagna e di Aser.
Tra i partner che accompagnano Dig nella realizzazione del Festival, ci sono Fondazione Matteo Scanni, festivalfilosofia, Coop Alleanza 3.0, Legacoop,
Librerie Coop, Quants Magazine, Info.nodes, European Press Prize, Global
Investigative Journalism Network, Journalismfund.eu, Cineteca Bologna, Squadro
Stamperia Galleria d'Arte di Bologna, Galleria D406 e Andrea LoSavio, Cinema
Astra, Sala Truffaut, Nuovo Arena Spazio Culturale, Studio Tape, Autorama,
Ovunque Viaggi, The Solo House, Juta Bar, Laika, Stallo del Pomodoro,
Alvinelli e FusiOrari.