Come lavorare con l'orologio spostato in avanti di alcuni anni, per giocare d'anticipo persino sui desideri dei propri clienti. E questa la speciale normalità della Cpc, azienda modenese che nel settore dell'automotive continua a bruciare le tappe: i lavori di ampliamento allo stabilimento di via del Tirassegno sono partiti e il fatturato cresce a ritmi vertiginosi. Franco Iorio, attuale presidente dell'azienda, fece la sua scommessa quasi trent'anni fa. Scommessa vinta.
“Assieme ad altri due soci abbiamo intravisto un grande potenziale in questa piccola società nata nel 1959 per mano di chi le ha dato il nome: Cani, Papi e Casanova. Cpc', appunto. Faceva modelli per fonderia, tutto materiale in ghisa. Nel 1990 abbiamo deciso di acquisirla per poi puntare sulle nuove tecnologie. I computer permettevano nuove modalità di progettazione e abbiamo intuito, forse per primi, che investire su quella strada poteva essere una svolta. Da lì siamo passati ad applicare queste tecnologie ai materiali in fibra di carbonio per le auto sportive. Saper maneggiare certi sistemi all'avanguardia ci ha poi portato fino alla Formula Uno”
Cpc è un'azienda tecnologica che da oltre 50 anni si distingue nel settore delle lavorazioni meccaniche e di materiali compositi in varie aree industriali come racing, automotive, industrial e aeronautica.
Grazie agli investimenti in tecnologie all'avanguardia e in formazione avanzata, la Cpc è divenuta un'azienda leader a livello mondiale nella realizzazione di produzioni miste, in cui sono lavorate parti in materiale composito laminate in abbinamento a parti meccaniche.
Con 250 dipendenti e un fatturato che nel 2017 si è attestato sui 41 milioni di euro, la Cpc ha una quota export del 55%, in particolare sui mercati di Gran Bretagna, Germania, Francia e Usa. Ogni anno il 10% del giro d'affari globale è destinato alla ricerca e sviluppo.
Leggi l'intervista integrale e guarda la videointervista a Franco Iorio sul Resto del Carlino Modena
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