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L'agroalimentare: dalla nostra terra ai mercati internazionali

04/06/2019

"L'agroalimentare: dalla nostra terra ai mercati internazionali" è l'appuntamento che inaugura il ciclo di incontri che la Piccola Industria farà in sinergia con le filiere di Confindustria Emilia. Questo primo evento, aperto a tutti gli associati, si terrà mercoledì 5 giugno alle ore 18, presso la Sala Asta di Coferasta (via Bologna 900, San Martino di Ferrara). La partecipazione è libera e gratuita fino a esaurimento posti. Occorre iscriversi via mail: a.cuccati@confindustriaemilia.it.

Il programma. Alle ore 18 apertura dei lavori con Gian Luigi Zaina, Presidente Consiglio Piccola Industria Confindustria Emilia, a seguire gli interventi di Alessandro Ludergnani, Coferasta Spa,Storia di una pedana di frutta; Gianpiero Calzolari, Granarolo Spa, Filiera nazionale, innovazione coraggiosa, opportunità all’estero; Nicola Pizzoli, Pizzoli Spa; Massimo Andalini, Pastificio Andalini Spa, Il sogno di un imprenditore; Claudio Stefani Giusti, Acetaia Giusti, Gestione moderna di una storia antica; Giuseppe Villani, Villani Spa, Presidente Filiera Agroalimentare Confindustria Emilia, Tradizione e Innovazione. Alle 19.35 sono previste le conclusioni e un aperitivo finale. Un addetto di Coferasta sarà poi a disposizione dei presenti per un breve tour nel magazzino di frutta.

Il report di Regione e Unioncamere. È un consuntivo a tinte rosee quello che emerge dal Rapporto 2018 sul sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna, frutto per il 26^ anno consecutivo della collaborazione tra Regione Emilia-Romagna e Unioncamere regionale. Lo studio, che rappresenta la più completa e aggiornata fotografia del settore, è stato presentato questa mattina a Bologna nel corso di un convegno che si è svolto in Regione e al quale hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale all’Agricoltura e il presidente di Unioncamere.

Dopo la corsa degli ultimi anni, nel 2018 il valore della produzione agricola, Plv, di campi ed allevamenti ha rallentato il ritmo di crescita. Nonostante la flessione delle quantità prodotte (-1,6%), il bilancio dell’annata - secondo le stime elaborate dalla Direzione generale dell’assessorato regionale - si chiude comunque in positivo, con un valore della produzione di poco inferiore ai 4,7 miliardi di euro.

Esaminando l’andamento dei principali settori produttivi, il vero motore propulsivo dell’economia agricola regionale sì è confermata ancora una volta la zootecnia (quasi 2,4 miliardi di euro, +5,8%), che ha superato per la prima volta in valore assoluto l’insieme delle produzioni vegetali (circa 2,3 miliardi, -4,7%). Tra le produzioni zootecniche in particolare si consolida anno dopo anno la crescita del comparto latte, con prezzi in aumento di circa il 10%, trascinati al rialzo dal buon andamento di mercato del Parmigiano Reggiano. Arretrano, invece, le produzioni vegetali, penalizzate dal calo della Plv di grano duro (-15% circa) e barbabietola (-35%). Così come la frutta invernale - mele (-22,4%), pere (-14,3%) e kiwi (-37,7%) - in ripresa pesche (+35,7%) e nettarine (+25,4%).  Ottima la vendemmia come qualità e quantità di vino e mosti prodotti (+35%).

Nel 2018 è proseguito il trend favorevole dell’export agroalimentare, per un controvalore di quasi 6,5 miliardi di euro (+3,6%), pari al 10,2% del totale delle vendite all’estero delle imprese emiliano-romagnole. Cresce pure l’import, che arriva a toccare quota 6,55 miliardi di euro (+4,1%), con la bilancia commerciale che finisce in sostanziale pareggio.

Tra le specialità “made in Emilia-Romagna”
che tirano di più sui mercati esteri spiccano in ordine di importanza le carni lavorate e trasformate (circa 1.260 milioni di euro), i prodotti lattiero-caseari (803 milioni), quelli da forno e i farinacei (622,5), frutta e ortaggi lavorati (576 milioni) e frutta fresca (510 milioni di euro).

La Germania si conferma il principale mercato di esportazione per le nostre eccellenze agroalimentari, con una quota del 18,45%, seguita da Francia (14,11%), Regno Unito (7,43%) e Usa (7,06%). Nell’insieme i 28 Paesi aderenti all’Unione europea hanno assorbito nel 2018 l’81,3% dell’export regionale.

La provincia dell’Emilia-Romagna che svetta su tutte le altre per vocazione all’export è sempre Parma, per un controvalore di 1,58 miliardi di euro, seguita da Modena (quasi 1,4 miliardi), Ravenna (720 milioni), Reggio Emilia (625 milioni), Bologna (circa 600), Forlì-Cesena (oltre 560), Piacenza (circa 420), Ferrara (oltre 390) e Rimini oltre 220 milioni).

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