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È modenese la startup innovativa che vuole rivoluzionare il B2B

23/06/2020

Iscritta dallo scorso ottobre tra le startup innovative della sezione speciale del Registro delle imprese, MeckMarket, la cui forma giuridica è una società a responsabilità limitata semplificata, intende rivoluzionare la normale prassi di compravendita delle macchine e degli impianti industriali. Con un occhio molto attento, anche alla luce del Coronavirus, agli sviluppi dell'economia 'green' e circolare. 

"Il mercato dei beni industriali al momento si muove su due direttrici", afferma il fondatore, nonché socio unico della startup Paolo Scapinelli. "Da una parte c'è la compravendita fisica e più tradizionale a catalogo, dall'altra la compravendita tramite marketplace e portali di e-commerce. Noi vorremmo inserirci in questa seconda dimensione di business con un approccio inedito e innovativo: all'interno di MeckMarket il vero valore aggiunto saranno le relazioni tra i membri della community". 

La piattaforma web, attiva dal prossimo autunno all'indirizzo https://meckmarket.com/, permette a ciascuna azienda manifatturiera la vendita del magazzino invenduto e dei macchinari di produzione non più utilizzati. 

Con cadenza settimanale, gli iscritti alla piattaforma riceveranno una newsletter con le migliori offerte presenti sul mercato e potranno tenersi aggiornati sulle novità che gravitano attorno al mondo manifatturiero attraverso un blog ad hoc, costruito con una selezione di contenuti e notizie vagliate da un punto di vista giornalistico. 

Per chi vende, il vero plus sarà la facilità di immissione degli annunci e un servizio pensato sulle esigenze specifiche dell'azienda. Chi compra saprà esattamente dove è situato il macchinario, chi lo sta vendendo e a che prezzo. 

Il servizio clienti, di norma l'aspetto meno curato dalle piattaforme di compravendita simili a MeckMarket, è l'altra grande scommessa della startup modenese. Laddove richiesto ci sarà la possibilità di avere per ogni compravendita un agente dedicato in grado di controllare ogni aspetto della transazione commerciale. 

"MeckMarket non è un intermediario e non prende commissioni sul venduto", ci tiene a sottolineare Scapinelli. "Il nostro obiettivo è creare un ambiente digitale a misura di Pmi, dove gli imprenditori oltre che per l'aspetto commerciale possano ritrovarsi anche per il valore intrinseco del network. Penso, per esempio, ad aziende che tramite MeckMarket vendono o comprano un macchinario e, contestualmente, trovano nuovi fornitori o nuovi stimoli per il loro business". 

Il B2B digitale, le aste online di macchinari provenienti da fallimenti, o i più banali siti web di annunci per la vendita diretta esistono già da parecchi anni ma si tratta, perlopiù, di realtà frammentate e con una scarsa fruibilità sia da parte del venditore sia da parte del compratore. Parallelamente è abbastanza evidente quanto il mondo delle aziende manifatturiere guardi ancora con sospetto il mercato online. Scapinelli con la sua startup punta a ribaltare questa percezione.   

Il B2B online è in crescita costante in tutta la Ue: nel 2019 ha avuto un aumento del 20% degli scambi. A livello mondiale il valore complessivo di questo commercio ammonta a 10mila miliardi di euro. In Italia la spesa media in ambito B2B digitale è di 7 miliardi di euro contro i 214 miliardi del Vecchio Continente. 

Il mercato potenziale di riferimento di MeckMarket, secondo una analisi fatta dalla stessa startup modenese, è composto in Italia da circa 500mila aziende manifatturiere e da una miriade di soggetti appartenenti alle cosiddette attività di commercio all'ingrosso: circa 1.400.000 realtà economiche. Se poi la lente di ingrandimento si sposta sull'intera Europa, risulta che le imprese 'target' sono circa 21 milioni. 

"MeckMarket, in questo momento di flessione dell'economia mondiale", conclude Scapinelli, " vuole essere uno strumento in più nelle mani degli imprenditori. Il riciclo dei macchinari industriali, sottoforma di un nuovo riutilizzo, è in grado di incidere positivamente sull'abbattimento dei consumi di energia e dei costi di produzione delle aziende. Se questa pandemia ci ha insegnato qualcosa è che dovremo tutti insieme essere pronti a ripensare un nuovo modello di vita e di business".

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