Iscritta dallo scorso ottobre tra le startup innovative
della sezione speciale del Registro delle imprese, MeckMarket, la cui forma
giuridica è una società a responsabilità limitata semplificata, intende
rivoluzionare la normale prassi di compravendita delle macchine e degli
impianti industriali. Con un occhio molto attento, anche alla luce del
Coronavirus, agli sviluppi dell'economia 'green' e circolare.
"Il mercato dei beni industriali al momento si muove su
due direttrici", afferma il fondatore, nonché socio unico della startup
Paolo Scapinelli. "Da una parte c'è la compravendita fisica e più
tradizionale a catalogo, dall'altra la compravendita tramite marketplace e
portali di e-commerce. Noi vorremmo inserirci in questa seconda dimensione di
business con un approccio inedito e innovativo: all'interno di MeckMarket il
vero valore aggiunto saranno le relazioni tra i membri della community".
La piattaforma web, attiva dal prossimo autunno all'indirizzo
https://meckmarket.com/, permette a
ciascuna azienda manifatturiera la vendita del magazzino invenduto e dei
macchinari di produzione non più utilizzati.
Con cadenza settimanale, gli iscritti alla piattaforma riceveranno
una newsletter con le migliori offerte presenti sul mercato e potranno tenersi
aggiornati sulle novità che gravitano attorno al mondo manifatturiero
attraverso un blog ad hoc, costruito con una selezione di contenuti e notizie
vagliate da un punto di vista giornalistico.
Per chi vende, il vero plus sarà la facilità di
immissione degli annunci e un servizio pensato sulle esigenze specifiche
dell'azienda. Chi compra saprà esattamente dove è situato il macchinario, chi
lo sta vendendo e a che prezzo.
Il servizio clienti, di norma l'aspetto meno curato dalle
piattaforme di compravendita simili a MeckMarket, è l'altra grande scommessa
della startup modenese. Laddove richiesto ci sarà la possibilità di avere per
ogni compravendita un agente dedicato in grado di controllare ogni aspetto
della transazione commerciale.
"MeckMarket non è un intermediario e non prende
commissioni sul venduto", ci tiene a sottolineare Scapinelli. "Il
nostro obiettivo è creare un ambiente digitale a misura di Pmi, dove gli
imprenditori oltre che per l'aspetto commerciale possano ritrovarsi anche per
il valore intrinseco del network. Penso, per esempio, ad aziende che tramite
MeckMarket vendono o comprano un macchinario e, contestualmente, trovano nuovi
fornitori o nuovi stimoli per il loro business".
Il B2B digitale, le aste online di macchinari provenienti da
fallimenti, o i più banali siti web di annunci per la vendita diretta esistono
già da parecchi anni ma si tratta, perlopiù, di realtà frammentate e con una
scarsa fruibilità sia da parte del venditore sia da parte del compratore. Parallelamente
è abbastanza evidente quanto il mondo delle aziende manifatturiere guardi
ancora con sospetto il mercato online. Scapinelli con la sua startup punta a
ribaltare questa percezione.
Il B2B online è in crescita costante in tutta la Ue: nel
2019 ha avuto un aumento del 20% degli scambi. A livello mondiale il valore
complessivo di questo commercio ammonta a 10mila miliardi di euro. In Italia la
spesa media in ambito B2B digitale è di 7 miliardi di euro contro i 214
miliardi del Vecchio Continente.
Il mercato potenziale di riferimento di MeckMarket, secondo
una analisi fatta dalla stessa startup modenese, è composto in Italia da circa
500mila aziende manifatturiere e da una miriade di soggetti appartenenti alle
cosiddette attività di commercio all'ingrosso: circa 1.400.000 realtà
economiche. Se poi la lente di ingrandimento si sposta sull'intera Europa,
risulta che le imprese 'target' sono circa 21 milioni.
"MeckMarket, in questo momento di flessione
dell'economia mondiale", conclude Scapinelli, " vuole essere uno strumento
in più nelle mani degli imprenditori. Il riciclo dei macchinari industriali,
sottoforma di un nuovo riutilizzo, è in grado di incidere positivamente
sull'abbattimento dei consumi di energia e dei costi di produzione delle
aziende. Se questa pandemia ci ha insegnato qualcosa è che dovremo tutti
insieme essere pronti a ripensare un nuovo modello di vita e di business".