Dal
30 settembre al 3 ottobre DIG Festival torna a Modena con quattro giorni dedicati
all’approfondimento di qualità, all’inchiesta e al reportage. Per questa
settima edizione è stato scelto il titolo UNMUTE, ovvero «togliere il
muto», «smutare», un gesto entrato in modo prorompente nella nostra
quotidianità che per DIG significa dare e alzare la voce, rimettere al centro
storie e temi fondamentali silenziati dalla pandemia che ha occupato tutti gli
spazi cognitivi e giornalistici.
DIG porta a Modena i principali broadcaster e produttori
internazionali, freelance, attivisti e giornalisti sotto attacco, registi,
studiosi e artisti, protagonisti di decine di proiezioni, incontri, talk,
conferenze, seminari ed eventi speciali. Per quattro giorni la città emiliana si
trasforma così in un luogo di incontro, networking e scambio
imprescindibile.
Quattro le location del DIG Festival nel centro storico: il Cinema Astra, sede delle proiezioni dei
film in concorso, delle anteprime e dei documentari fuori concorso; il Complesso San Paolo, che ospita la DIG Academy
con i suoi 10 workshop in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti, oltre a
incontri di approfondimento e a una mostra d’arte esclusiva; il Collegio e la Chiesa di San
Carlo, scelti per la
serata inaugurale, il DIG Pitch, la cerimonia di premiazione e i due concerti
in programma; il Laboratorio Aperto con le due «Assemblee» sui
temi del lavoro e della scuola, i numerosi incontri dedicati al podcast e alla
produzione dei documentari audio, e il lungo panel di approfondimento sull’emergenza afghana.
DIG Festival 2021 UNMUTE apre
ufficialmente giovedì 30 settembre alle ore 19.00 nella Chiesa
di San Carlo con i saluti istituzionali, la presentazione della giuria
internazionale presieduta dal fotografo Paolo Pellegrin e la lectio inaugurale
di Ida Dominijanni e Francesca
Coin.
Da
non perdere – subito dopo, alle 21.30 nella Sala Turchese del Cinema
Astra – la presentazione del film fuori concorso 200 Meters
alla presenza del regista palestinese Ameen Nayfeh. Premiato dal
pubblico al Festival di Venezia 2020, il film racconta il dramma dell’occupazione attraverso la storia
di una famiglia palestinese separata dal muro costruito da Israele in
Cisgiordania.
Del
conflitto israelo-palestinese si parla anche venerdì 1 ottobre
alle ore 20.30 nella Sala Smeraldo del Cinema Astra con la
proiezione – fuori concorso – di Life is but a dream, il film di Margherita Pescetti,
presente al DIG anche in veste di giurata, che affronta la violenza
dell'occupazione israeliana nei territori palestinesi raccontandoci la
quotidianità di una famiglia di coloni.
Altre
proiezioni extra che arricchiscono il programma sono Europa di Haider
Rashid, film premiato a Cannes 2021 il cui protagonista è Kamal, un
giovane iracheno che tenta di attraversare il confine tra Turchia e Bulgaria; Telling
my son’s Land, documentario di Ilaria Jovine e Roberto
Mariotti incentrato sulla storia di Nancy Porsia, la giornalista
freelance italiana che per anni ha raccontato la Libia post Gheddafi; In
prima linea di Matteo Balsamo e Francesco Del Grosso, indagine
sulla professione del fotoreporter attraverso il ritratto di tredici
fotografi italiani che da decenni raccontano crisi umanitarie e conflitti.
Il fronte più caldo e attuale, invece, è protagonista assoluto domenica 3
ottobre, alle 14.30 al Laboratorio Aperto: Afghanistan. La
guerra del reale e la guerra dei dati è il panel moderato da Laura
Silvia Battaglia con Giuliano Battiston, Emanuele Giordana, Rossella
Miccio, Huma Saeed, Francesco Strazzari e, in collegamento, la giornalista statunitense Eileen Guo, che con la sua inchiesta ha
scoperchiato il caso delle banche dati biometriche abbandonate dagli americani
nelle mani dei talebani.
Fra i
numerosi talk pubblici con personaggi di primo piano nazionali e internazionali
si segnalano:
La realtà vista dalle macchine: potere e responsabilità
nell'era dell'intelligenza artificiale, keynote di Frank
Pasquale (venerdì 1 ottobre, ore 17.00);
Come
racconteremo la fine del mondo?,
keynote di Mark O'Connell (sabato 2 ottobre, ore 17.00);
Deplatforming e algoritmi: la nuova sfera pubblica
privatizzata, keynote di Jillian
C. York (domenica 3 ottobre, ore 17.00);
Il
peso della responsabilità e la fatica dell’inchiesta. La giornalista freelance
nella transizione libica,
incontro con Nancy Porsia (sabato 2 ottobre, ore 19.00).
In
programma anche un panel su Julian Assange e uno sul mercato della
sorveglianza, e altri incontri, spesso in contemporanea nelle diverse location
del Festival, con Francesco Costa, Annalisa Camilli, Carola Frediani,
Diletta Huyskes, Vanessa Roghi, Riccardo Staglianò, Cecilia Sala, Costanza
Galanti, Leonardo Tondelli e tanti altri.
Torna,
inoltre, lo scrittore Christian Raimo con le sue «Assemblee», quest’anno
dedicate ai temi del lavoro e della scuola, sempre al Laboratorio Aperto alle 16.30, rispettivamente venerdì 1 e sabato 2
ottobre.
Il Complesso San Paolo sarà invece l’hub dell’alta
formazione professionale. La DIG Academy propone quest’anno 10
workshop, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti e validi per la
formazione continua, sui temi più diversi: crisi climatica, hacking,
intelligenza artificiale, open data, inchieste collaborative, indagini sulle
disuguaglianze, sicurezza informatica, Instagram news, foto e videogiornalismo,
protezione delle fonti.
Cifra
distintiva del Festival è il DIG Pitch, in programma venerdì 1
ottobre alle 15.00 nel Teatro del Collegio San Carlo: una
sessione live a disposizione di dieci finalisti per presentare alla giuria
internazionale un progetto di inchiesta e aggiudicarsi il contributo di 15.000
€, che servirà per sviluppare o mettere in produzione un documentario o una
docuserie.
Il
vincitore del DIG Pitch, come ogni anno, è annunciato durante la
cerimonia di premiazione dei DIG Awards, in programma sabato 2
ottobre alle 21.00 nella Chiesa di San Carlo. La giuria
internazionale proclamerà anche tutti i vincitori delle altre categorie del
concorso: Investigative Long, Investigative Medium, Reportage
Long, Reportage Medium e Short per le migliori inchieste e i
migliori reportage dell’anno in formato video (proiettati al Cinema Astra nei
giorni del Festival), e Audio, categoria riservata al miglior prodotto
giornalistico di storytelling audio.
La
cerimonia si concluderà con l’assegnazione del DIG Watchdog Award
2021 a chi, nel corso dell’ultimo anno, si è battuto in difesa della
qualità e dell’indipendenza del giornalismo.
Anche quest’anno non mancano gli appuntamenti con l’arte e la
musica. La personale di Stefano Ricci dal titolo la cosa viva / duecento disegni di gesso bianco e inchiostro nero, realizzata grazie alla
collaborazione tra DIG e Galleria D406, inaugura giovedì 30 settembre alle 17.30 negli spazi della Chiesa e dell’ex Oratorio del Complesso San Paolo, alla presenza dell’artista e
del curatore Andrea Losavio. Stefano Ricci – pittore, illustratore, grafico e fumettista di fama
internazionale – è anche l’autore del Watchdog 2021, simbolo del DIG Festival che ogni anno gli organizzatori
affidano all’interpretazione di un artista diverso.
In programma anche due concerti esclusivi realizzati in modalità
silent nella Chiesa di San Carlo:
Sam Amidon & Guano Padano (venerdì 1 ottobre, 21.30);
Massimo Volume + Stefano Pilia con live painting di Stefano
Ricci (domenica 3 ottobre, 21.30).
Per
sostenere l’impegno e la forza di volontà che caratterizzano contenuti,
progetti e risorse umane del DIG Festival, gli ideatori e organizzatori
dell’evento hanno promosso, per la prima volta, una campagna di crowdfunding. L'iniziativa Sostieni
DIG. Sostieni il giornalismo investigativo, ospitata sul sito di
Produzioni dal Basso, è una raccolta fondi, aperta fino al 3 ottobre, che
prevede varie modalità di sostegno e ricompense per ogni tipo di donazione. In linea con lo spirito collaborativo e grassroots che ha sempre contraddistinto DIG, il
Festival ha deciso di aprirsi ulteriormente alla sua community, offrendole la
possibilità di partecipare attivamente. Il 100% delle donazioni raccolte
sarà destinato alle attività del Festival.