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DIG, il giornalismo investigativo scommette ancora su Modena

23/09/2021

Matteo Scanni e il modenese Alberto Nerazzini, presidente e videpresidente di DIG. Modena scommette sul giornalismo di inchiesta
Matteo Scanni e il modenese Alberto Nerazzini, presidente e videpresidente di DIG. Modena scommette sul giornalismo di inchiesta

Dal 30 settembre al 3 ottobre DIG Festival torna a Modena con quattro giorni dedicati all’approfondimento di qualità, all’inchiesta e al reportage. Per questa settima edizione è stato scelto il titolo UNMUTE, ovvero «togliere il muto», «smutare», un gesto entrato in modo prorompente nella nostra quotidianità che per DIG significa dare e alzare la voce, rimettere al centro storie e temi fondamentali silenziati dalla pandemia che ha occupato tutti gli spazi cognitivi e giornalistici.  

DIG porta a Modena i principali broadcaster e produttori internazionali, freelance, attivisti e giornalisti sotto attacco, registi, studiosi e artisti, protagonisti di decine di proiezioni, incontri, talk, conferenze, seminari ed eventi speciali. Per quattro giorni la città emiliana si trasforma così in un luogo di incontro, networking e scambio imprescindibile.  

Quattro
le location del DIG Festival nel centro storico: il Cinema Astra, sede delle proiezioni dei film in concorso, delle anteprime e dei documentari fuori concorso; il Complesso San Paolo, che ospita la DIG Academy con i suoi 10 workshop in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti, oltre a incontri di approfondimento e a una mostra d’arte esclusiva; il Collegio e la Chiesa di San Carlo, scelti per la serata inaugurale, il DIG Pitch, la cerimonia di premiazione e i due concerti in programma; il Laboratorio Aperto con le due «Assemblee» sui temi del lavoro e della scuola, i numerosi incontri dedicati al podcast e alla produzione dei documentari audio, e il lungo panel di approfondimento sull’emergenza afghana.  

DIG Festival 2021 UNMUTE
apre ufficialmente giovedì 30 settembre alle ore 19.00 nella Chiesa di San Carlo con i saluti istituzionali, la presentazione della giuria internazionale presieduta dal fotografo Paolo Pellegrin e la lectio inaugurale di Ida Dominijanni e Francesca Coin.  

Da non perdere – subito dopo, alle 21.30 nella Sala Turchese del Cinema Astra la presentazione del film fuori concorso 200 Meters alla presenza del regista palestinese Ameen Nayfeh. Premiato dal pubblico al Festival di Venezia 2020, il film racconta il dramma dell’occupazione attraverso la storia di una famiglia palestinese separata dal muro costruito da Israele in Cisgiordania. Del conflitto israelo-palestinese si parla anche venerdì 1 ottobre alle ore 20.30 nella Sala Smeraldo del Cinema Astra con la proiezione – fuori concorso – di Life is but a dream, il film di Margherita Pescetti, presente al DIG anche in veste di giurata, che affronta la violenza dell'occupazione israeliana nei territori palestinesi raccontandoci la quotidianità di una famiglia di coloni.   Altre proiezioni extra che arricchiscono il programma sono Europa di Haider Rashid, film premiato a Cannes 2021 il cui protagonista è Kamal, un giovane iracheno che tenta di attraversare il confine tra Turchia e Bulgaria; Telling my son’s Land, documentario di Ilaria Jovine e Roberto Mariotti incentrato sulla storia di Nancy Porsia, la giornalista freelance italiana che per anni ha raccontato la Libia post Gheddafi; In prima linea di Matteo Balsamo e Francesco Del Grosso, indagine sulla professione del fotoreporter attraverso il ritratto di tredici fotografi italiani che da decenni raccontano crisi umanitarie e conflitti.

Il fronte più caldo e attuale, invece, è protagonista assoluto domenica 3 ottobre, alle 14.30 al Laboratorio Aperto: Afghanistan. La guerra del reale e la guerra dei dati è il panel moderato da Laura Silvia Battaglia con Giuliano Battiston, Emanuele Giordana, Rossella Miccio, Huma Saeed, Francesco Strazzari e, in collegamento, la giornalista statunitense Eileen Guo, che con la sua inchiesta ha scoperchiato il caso delle banche dati biometriche abbandonate dagli americani nelle mani dei talebani.  

Fra i numerosi talk pubblici con personaggi di primo piano nazionali e internazionali si segnalano: La realtà vista dalle macchine: potere e responsabilità nell'era dell'intelligenza artificiale, keynote di Frank Pasquale (venerdì 1 ottobre, ore 17.00); Come racconteremo la fine del mondo?, keynote di Mark O'Connell (sabato 2 ottobre, ore 17.00); Deplatforming e algoritmi: la nuova sfera pubblica privatizzata, keynote di Jillian C. York (domenica 3 ottobre, ore 17.00); Il peso della responsabilità e la fatica dell’inchiesta. La giornalista freelance nella transizione libica, incontro con Nancy Porsia (sabato 2 ottobre, ore 19.00).   In programma anche un panel su Julian Assange e uno sul mercato della sorveglianza, e altri incontri, spesso in contemporanea nelle diverse location del Festival, con Francesco Costa, Annalisa Camilli, Carola Frediani, Diletta Huyskes, Vanessa Roghi, Riccardo Staglianò, Cecilia Sala, Costanza Galanti, Leonardo Tondelli e tanti altri.  

Torna, inoltre, lo scrittore Christian Raimo con le sue «Assemblee», quest’anno dedicate ai temi del lavoro e della scuola, sempre al Laboratorio Aperto alle 16.30, rispettivamente venerdì 1 e sabato 2 ottobre.  

Il Complesso San Paolo sarà invece l’hub dell’alta formazione professionale. La DIG Academy propone quest’anno 10 workshop, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti e validi per la formazione continua, sui temi più diversi: crisi climatica, hacking, intelligenza artificiale, open data, inchieste collaborative, indagini sulle disuguaglianze, sicurezza informatica, Instagram news, foto e videogiornalismo, protezione delle fonti.  

Cifra distintiva del Festival è il DIG Pitch, in programma venerdì 1 ottobre alle 15.00 nel Teatro del Collegio San Carlo: una sessione live a disposizione di dieci finalisti per presentare alla giuria internazionale un progetto di inchiesta e aggiudicarsi il contributo di 15.000 €, che servirà per sviluppare o mettere in produzione un documentario o una docuserie.  

Il vincitore del DIG Pitch, come ogni anno, è annunciato durante la cerimonia di premiazione dei DIG Awards, in programma sabato 2 ottobre alle 21.00 nella Chiesa di San Carlo. La giuria internazionale proclamerà anche tutti i vincitori delle altre categorie del concorso: Investigative Long, Investigative Medium, Reportage Long, Reportage Medium e Short per le migliori inchieste e i migliori reportage dell’anno in formato video (proiettati al Cinema Astra nei giorni del Festival), e Audio, categoria riservata al miglior prodotto giornalistico di storytelling audio. La cerimonia si concluderà con l’assegnazione del DIG Watchdog Award 2021 a chi, nel corso dell’ultimo anno, si è battuto in difesa della qualità e dell’indipendenza del giornalismo.  

Anche quest’anno non mancano gli appuntamenti con l’arte e la musica. La personale di Stefano Ricci dal titolo la cosa viva / duecento disegni di gesso bianco e inchiostro nero, realizzata grazie alla collaborazione tra DIG e Galleria D406, inaugura giovedì 30 settembre alle 17.30 negli spazi della Chiesa e dell’ex Oratorio del Complesso San Paolo, alla presenza dell’artista e del curatore Andrea Losavio. Stefano Ricci pittore, illustratore, grafico e fumettista di fama internazionale – è anche l’autore del Watchdog 2021, simbolo del DIG Festival che ogni anno gli organizzatori affidano all’interpretazione di un artista diverso.   In programma anche due concerti esclusivi realizzati in modalità silent nella Chiesa di San Carlo: Sam Amidon & Guano Padano (venerdì 1 ottobre, 21.30);  Massimo Volume + Stefano Pilia con live painting di Stefano Ricci (domenica 3 ottobre, 21.30).    

Per sostenere l’impegno e la forza di volontà che caratterizzano contenuti, progetti e risorse umane del DIG Festival, gli ideatori e organizzatori dell’evento hanno promosso, per la prima volta, una campagna di crowdfunding. L'iniziativa Sostieni DIG. Sostieni il giornalismo investigativo, ospitata sul sito di Produzioni dal Basso, è una raccolta fondi, aperta fino al 3 ottobre, che prevede varie modalità di sostegno e ricompense per ogni tipo di donazione. In linea con lo spirito collaborativo e grassroots che ha sempre contraddistinto DIG, il Festival ha deciso di aprirsi ulteriormente alla sua community, offrendole la possibilità di partecipare attivamente. Il 100% delle donazioni raccolte sarà destinato alle attività del Festival.

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