Calato il sipario sul DIG Festival,
che dal 30 settembre al 3 ottobre 2021
ha ravvivato la città di Modena, per la seconda volta capitale del giornalismo
d’inchiesta, con sui si consolida una collaborazione nel segno dei valori che
animano l’associazione DIG. Bilancio più che entusiasmante per un’edizione che, con
il suo ricco programma di oltre 80 eventi e 100 ospiti, ha valorizzato i
contenuti esclusivi, l’approfondimento di qualità e l’indipendenza
dell’informazione.
Filo conduttore dei progetti in concorso – oltre 200
le candidature, tra video reportage e podcast provenienti dai principali
broadcaster e agenzie indipendenti internazionali – è stato il concetto di Unmute, tema dell’edizione 2021: riattivare, riprendere parola,
togliere dal silenzio, mettere l’informazione, l’inchiesta e il punto di vista
al centro, amplificando le tante voci che per troppo tempo sono state messe in
muto.
La proclamazione dei vincitori si è svolta la sera
di sabato 2 ottobre nella Chiesa di San Carlo. Il pluripremiato fotografo Paolo Pellegrin, presidente della giuria internazionale di questa
settima edizione, insieme a Valerio
Bassan, co-organizzatore di DIG Festival, e alla giornalista Silvia Boccardi hanno assegnato i sette
DIG Awards, uno per ogni categoria in concorso: Investigative Long, Investigative Medium,
Reportage Long, Reportage Medium, Short – per
le migliori inchieste e i
migliori reportage dell’anno in formato video (proiettati al Cinema Astra nei
giorni del Festival) – e Audio, categoria riservata al miglior prodotto
giornalistico di storytelling audio.
Proclamato anche il vincitore del DIG
Pitch, fiore all’occhiello del
Festival che premia il miglior progetto d’inchiesta, cui va il
contributo di 15.000 euro per
sviluppare o mettere in produzione un documentario o una docuserie.
È stato, inoltre, assegnato il DIG Watchdog
Award 2021 a chi, nel corso dell’ultimo anno, si è battuto in difesa della
qualità e dell’indipendenza del giornalismo.
A decretare i vincitori
è stata la giuria composta da 10 tra
giornalisti, registi e professionisti della comunicazione. Hanno affiancato il
presidente Pellegrin: Gabriela
Manuli (GIJN),
Andrea Scrosati (Fremantle), Margherita Pescetti (regista),
Juliana Ruhfus (Al Jazeera English), Tim Travers Hawkins (Cinemachete), Anne Koch
(GIJN),
Alberto Nerazzini (Dersu/DIG), Alexandre Brachet (Upian), Nils
Hanson (SVT).
TUTTI I VINCITORI
BEST
INVESTIGATIVE LONG
Inchieste
della durata minima di 30 minuti
All the Prime
Minister’s men – Al Jazeera Investigative Unit | Qatar/Regno Unito 2021 | 60’
Il documentario rivela
il complotto ideato da una potente famiglia criminale del Bangladesh, insieme
ai servizi segreti, per portare a compimento un colpo di stato nel paese.
Investigative
Long: Menzione speciale
Dirty clothes – Mission Investigate SVT | Svezia/Lituania 2021 | 58′
La storia di come la criminalità organizzata,
sistematicamente e su larga scala, sia dedita al traffico di vestiti raccolti
dalle organizzazioni umanitarie, rivenduti al fine di ricavarne milioni di
euro. Il documentario è stato uno dei programmi televisivi più visti in Svezia
nel 2021.
BEST INVESTIGATIVE
MEDIUM
Inchieste
della durata massima di 30 minuti
Lagos Inferno
– BBC
Africa Eye | Regno Unito/Nigeria 2020 | 17′
Nel
marzo del 2020 un’esplosione a Lagos, in Nigeria, ha sconvolto il quartiere di
Abule Ado, uccidendo 23 persone e radendo al suolo un collegio femminile. L’inchiesta
denuncia la noncuranza e la negligenza che hanno permesso che tutto ciò
accadesse.
Investigative
Medium: Menzione speciale
The shameful
mistake –
Le Monde | Francia 2021 | 24′
Questo
documentario racconta come il 25 giugno 2013 una donna maliana di 52 anni,
Fatouma Kebe, abbia perso un occhio per mano della polizia francese, dopo il
brutale arresto dei suoi due figli. Nessuno dei suoi figli, però, era la
persona che gli agenti stavano cercando.
BEST
REPORTAGE LONG
Reportage
della durata minima di 30 minuti
Oil promises – Berlin Producers Media GmbH |
Germania/Ghana 2020 | 80′
Questo documentario racconta i devastanti effetti che la
scoperta di giacimenti petroliferi ha avuto sulla costa occidentale del Ghana e
sui suoi abitanti. In un lavoro costato oltre dieci anni di riprese, si vede
come una regione tranquilla – alimentata principalmente dalla pesca e
dall’agricoltura – sia stata violentata da un’industrializzazione senza freni e
da una gara spietata per il potere, portata avanti alle spese dei cittadini.
BEST
REPORTAGE MEDIUM
Reportage
della durata massima di 30 minuti
Syria: lost chilhood – Découpages, ARTE | Francia
2020 | 24′
Girato nel nord-ovest della Siria, dopo nove anni di guerre e un
bilancio delle vittime che si aggira attorno alle 500mila. La provincia di
Idlib versa in una crisi economica e umanitaria senza precedenti, un dramma che
il Coronavirus ha ulteriormente aggravato.
BEST SHORT
Opere della durata massima
di 15 minuti
Moruroa files – Disclose | France 2021 | 5’
Questa indagine mostra come la Francia abbia sistematicamente
sottostimato l’impatto devastante dei test nucleari effettuati nella Polinesia
francese tra il 1966 al 1996, che hanno esposto la popolazione locale, gli
operai dei siti e i soldati francesi a elevati livelli di radiazioni. Disclose
e Interprt hanno meticolosamente ricostruito tre importanti test nucleari e le
loro conseguenze.
Short:
Menzione speciale
Untold stories behind screen dreams – Asaad Al-Zalzali | Iraq 2020 | 14′
L’inchiesta
denuncia una serie di casi
di molestie sessuali nel giornalismo e nella tv iracheni, messe a tacere
sistematicamente in un contesto sociale che penalizza le donne, grazie anche
alla complicità e al silenzio di stampa e media. La storia si basa sulle
testimonianze e sui racconti di giornaliste sopravvissute a casi di abuso e
violenza.
BEST
AUDIO
Prodotti
giornalistici di storytelling audio e inchieste radiofoniche, podcast e
audioserie
All the Prime Minister’s men (Ep. 3) – Al Jazeera Investigations Unit
Il resoconto del complotto ideato da una potente famiglia
criminale del Bangladesh, insieme ai servizi segreti, per portare a compimento
un colpo di stato nel Paese. In questo lavoro di scavo, costato due anni di
ricerche, i reporter agiscono sotto copertura, svelando gravi episodi di
corruzione che arrivano fino alle alte cariche dello Stato asiatico.
Audio:
Menzione speciale
Buco Nero – Storytel
Un viaggio sotto copertura nel covo virtuale dei suprematisti
bianchi italiani che si ritrovano in un forum ispirato al famoso 8chan, “il posto più oscuro di
internet”, dove circolano indisturbati contenuti xenofobi e razzisti, manuali
per organizzare una guerra razziale, video di attentati.
BEST DIG PITCH
Categoria nella quale si sfidano progetti
d’inchiesta in sviluppo o pre-produzione per un contributo allo sviluppo fino a
un massimo di 15.000 euro. Nel corso
del pitch, gli autori hanno a disposizione un massimo di 5 minuti per esporre –
in inglese – il contenuto del progetto e un massimo di 3 minuti per mostrare un
teaser
Untitled
Kim’s Video Project – David Redmon, Ashley Sabin, Francesco
Galavotti
Il
co-regista David Redmon va in missione a Salemi, in Sicilia, per noleggiare un
film della Kim's Collection, la più famosa raccolta di sapere cinematografico
dell’East Village, a New York, trasferita nel 2009 a Salemi. Così facendo, Redmond
si imbatte nei fatti della politica locale del Comune siciliano sciolto per
mafia, che vedevano coinvolti anche il sindaco Vittorio Sgarbi.
DIG
Pitch: Menzione speciale
The Deserter – Giuseppe
Borello, Andrea Sceresini, Tatsiana Khamliuk
Un'inchiesta
internazionale sulla morte di Andy Rocchelli e Andrej Mironov, uccisi in
Ucraina nel 2014 mentre svolgevano il loro lavoro di giornalisti. Per la prima
volta, dopo due processi, un testimone oculare – un disertore dell'esercito
ucraino – spiega chi ha ucciso Andy e Andrej.
DIG
WATCHDOG AWARD
Premio istituito conferito
dal board di DIG a chi nel corso dell’anno si è distinto con il proprio lavoro
per coraggio e impatto sul pubblico
Laurent Richard, giornalista investigativo – Forbidden Stories
Motivazione: Laurent Richard è l’Executive Director di Forbidden Stories,
un consorzio internazionale di giornalisti d’inchiesta, di base a Parigi,
specializzato nel “portare avanti” il lavoro di giornaliste e giornalisti in
pericolo o sotto minaccia. Il collettivo ha coordinato 16 testate di primissimo
piano, contribuendo a svelare le ramificazioni della sorveglianza digitale e le
sue ripercussioni sulle libertà del giornalismo. Questa inchiesta ha mostrato
con evidenze senza precedenti come il mercato delle tecnologie di sorveglianza
e le sue aziende operino senza la dovuta regolamentazione e, in particolare,
come governi e altri poteri utilizzino gli spyware – software che, all’insaputa
delle vittime, danno accesso ai loro dispositivi digitali – per intercettare le
comunicazioni di attivisti, avvocati, accademici e giornalisti. Il “Pegasus
Project”, coordinato da Forbidden Stories, ha svelato in particolare quanto lo
spyware Pegasus sia diffuso, facilmente installabile e pericoloso, dimostrando
il suo utilizzo in oltre 50 Paesi, coinvolgendo almeno 180 giornaliste e giornalisti.
È del tutto plausibile che quanto rivelato da questa inchiesta
sia solo un micro tassello di un puzzle molto più grande.