Prima la
pandemia, ora anche le tensioni geopolitiche internazionali: da diversi mesi
il costo delle materie prime sta registrando una crescita apparentemente senza
fine, con conseguenze pesanti sull’attività e sui conti delle industrie
manufatturiere italiane. Nel corso dell’ultimo anno, ad esempio, le quotazioni
del Nichel (una delle materie prime maggiormente utilizzate nel settore
metalmeccanico-automotive) sono più che raddoppiate.
Poter
eliminare il Nichel dalle leghe metalliche impiegate
dall’industria metalmeccanica ed automotive, dunque, rappresenta un importante
fattore competitivo; inoltre, contribuirebbe a rendere più sicuri per i
lavoratori e meno impattanti per l’ambiente diversi processi industriali, dal momento che il
Nichel è un minerale potenzialmente cancerogeno e altamente inquinante.
Una possibile
soluzione arriva dal progetto NEWMAN (acronimo
che, tradotto dall’inglese, sta per “Polveri prive di Nichel per componenti ad alte
performance”),
coordinato dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di
Bologna, sostenuto con 1,5 milioni di euro dall'Unione europea e
supportato nelle fasi di comunicazione e divulgazione da CRIT, centro di innovazione tecnologica applicata all’industria
con sede a Vignola (Modena).
Il progetto
NEWMAN ha messo a punto una soluzione tecnologica che azzera l’impiego del
Nichel ed ottimizza il processo di produzione di diversi componenti
nell’industria manufatturiera. In particolare, sono stati realizzati alcuni
primi prototipi (un manicotto dell'albero del cambio per una trasmissione
automobilistica ed un pignone per il settore delle macchine automatiche) con
risultati di grande successo.
"Il prototipo di pignone offre una riduzione dei costi fino all'80%
rispetto ai prezzi attuali, inoltre gli accurati test effettuati, con una prova
di 80.000 cicli di utilizzo, non hanno evidenziato livelli rilevanti di
usura", afferma Marco Baracchi, dg di CRIT. "La valutazione dell'impatto del
ciclo di vita ha dimostrato che la soluzione trovata
offre una migliore performance ambientale, considerando gli indicatori del
cambiamento climatico, a partire dal carbon footprint (impronta ecologica) che
è quasi dimezzato rispetto alle produzioni attuali".
La soluzione Newman è
risultata positiva anche per il prototipo di manicotto del cambio, uno dei componenti
della trasmissione automobilistica, che offre una sensibile riduzione di peso
ad un costo inferiore rispetto ad un componente forgiato e cementato con
tecnologia tradizionale.
"Alla luce degli eccellenti risultati evidenziati in fase di
test dal prototipo di pignone intendiamo avviare la produzione di questo
componente entro il 2022, ed identificare altri componenti nelle nostre
macchine per trarre vantaggio da questa nuova tecnologia", afferma Lanfranco
Ferri, responsabile dell’Ufficio Tecnico Meccanico di VICIVISION di Santarcangelo
di Romagna (Rimini), che ha testato le possibili applicazioni pratiche in ambito
industriale e consumer.
Tra i vari partner
italiani ed europei coinvolti all’interno del progetto NEWMAN un ruolo di primo
piano lo hanno avuto aziende e centri di ricerca dell’Emilia-Romagna. Oltre
alla modenese CRIT, infatti, sono state coinvolte l’azienda
riminese VICI e la SINTERIS di Bentivoglio (Bologna), per le valutazioni sulle
possibili applicazioni pratiche, mentre l’Università di Bologna si è occupata
dell’ottimizzazione del processo di produzione e dei trattamenti termici dei
componenti.
Al progetto NEWMAN hanno partecipato,
inoltre, il Centro Ricerche Fiat di Torino, che ha studiato le prestazioni
delle parti prodotte a livello industriale, l’Università di Ghent (Belgio),
che ha analizzato le ricadute sull’ambiente della nuova tecnologia, ed HÖGANÄS,
multinazionale svedese leader mondiale nel mercato delle polveri di ferro e
metalliche, che ha sviluppato le innovative polveri metalliche Nichel-free.
Il progetto
NEWMAN è stato sostenuto dall'Innovation
Community per l'uso sostenibile delle materie prime, voluto dall'Istituto
Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT), parte integrante del programma
quadro Horizon2020 promosso dall’Unione europea.