L’intelligenza artificiale è sempre più vicina alla piccola e
media impresa. Il credito d’imposta Innovazione Digitale 4.0 offre alle Pmi un’occasione concreta per aumentare la competitività e la resilienza, lungo
tutta la catena del valore, anche attraverso l’adozione di soluzioni di
intelligenza artificiale. Ci sono ancora 5 mesi per cogliere questo vantaggio,
e per scegliere le soluzioni ammesse per beneficiare del credito.
"La generazione sistematica di innovazione è una delle sfide più
complesse per le imprese italiane, specie per le piccole e medie", dice David
Bevilacqua, ad di Ammagamma. "Da una parte, la loro
dimensione ridotta ha rappresentato storicamente un vantaggio in termini di
flessibilità, adattività, capacità di reinventare in tempi molto rapidi
processi e prodotti; dall’altra, però, questa stessa dimensione ha reso più
difficili e meno scalabili gli investimenti in innovazione. La misura inclusa
nel Decreto Aiuti agevola in maniera significativa l’adozione di soluzioni di
intelligenza artificiale, che possono creare valore per le imprese in tempi
molto compressi, minimizzando il rischio legato alla sperimentazione e
potenzialmente portando la competitività a un livello superiore".
Credito d’imposta per i beni immateriali
Il Decreto Aiuti n. 50/2022, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
del 17 maggio 2022, ha previsto un ulteriore incremento della misura del
credito d’imposta per i beni strumentali immateriali 4.0. Il credito d’imposta
è maggiorato nella misura del 50% della spesa sostenuta per gli investimenti in
beni immateriali Industria 4.0, effettuati nel 2022, con coda fino al 30 giugno
2023, per quelli prenotati entro fine anno. In particolare, l’aliquota sale dal
20% al 50% per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022
(ovvero entro il termine lungo del 30 giugno 2023) a condizione che entro il 31
dicembre 2022 il venditore abbia accettato il relativo ordine e siano stati
pagati acconti per almeno il 20% del costo di acquisizione. Il limite massimo
di spese ammissibili è pari a 1 milione di euro.
Liberare l’innovazione con l’IA
L’ambito di applicazione dei prodotti di intelligenza artificiale
è particolarmente ampio: dalle soluzioni per la pianificazione ottimizzata dei
processi produttivi e organizzativi alle piattaforme per la gestione predittiva
del magazzino, alle applicazioni per la previsione dei trend futuri, ai servizi
di data enrichment per le soluzioni di advanced analytics, alle piattaforme di
classificazione ed estrazione automatizzata delle informazioni dai documenti.
"I risultati ottenuti, naturalmente, variano secondo la natura del
progetto", dice Giovanni Anceschi, head of innovation di Ammagamma. "In
generale, possiamo dire che l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale
che rispondono ai requisiti del Decreto ha permesso ai nostri clienti di
ottenere vantaggi come la riduzione dell’impiego di energia (-30%), il
miglioramento dell’accuratezza di previsione (+50%), diminuzione dello stock di
magazzino (30%), saturazione della pianificazione delle macchine (+20%)… Questo
si traduce in un orizzonte di ritorno dell’investimento molto veloce, parliamo
in alcuni casi di 6-10 mesi. È evidente che, specie per le imprese più piccole,
questo vuol dire maggiore competitività e capacità di adottare una strategia di
innovazione continua ‘modulare’ e incrementale".