L’Emilia-Romagna rappresenta da sempre uno dei più importanti poli manifatturieri in Italia e a livello mondiale, per questo motivo il Rapporto sulla sostenibilità delle aziende 2022 di Confindustria Emilia acquista ancora più valore, perché da un lato vuole proporre un modello strutturato di analisi per misurare la sostenibilità delle PMI; dall’altro intende evidenziare le potenzialità che l’adozione di un approccio sostenibile può offrire alle imprese italiane.
Qual è l’impatto generato
dalle imprese in ottica di promozione dello sviluppo sostenibile?
Oggi sostenibilità e misurazioni, in grado di valutare le trasformazioni
necessarie per adeguare i propri modelli
di creazione e distribuzione del valore, sono i temi su cui le aziende sono
chiamate a intervenire con azioni rapide e mirate.
Tuttavia siamo ancora molto
indietro e, in base ad alcuni studi,
risulta che molte imprese italiane
non hanno ancora sviluppato una strategia di impatto o una gestione basata volontariamente su criteri sostenibili”.
“Avere una maggiore
consapevolezza dei propri impatti – ha dichiarato Valter Caiumi, Presidente Confindustria Emilia Area Centro durante
la presentazione del Report Sostenibilità
2022 – e identificare i rischi o le opportunità ad essi legati è il primo
passo verso il cambiamento e un passaggio fondamentale per indirizzare il proprio
business verso una crescita sostenibile
e duratura”.
Con questo presupposto, nel
corso del 2022 è stata svolta l’indagine
di Confindustria Emilia che ha riguardato 93.700 dipendenti delle imprese
associate (il 55% del totale), con un campione di aziende statisticamente
significativo (pari a circa 100 aziende, che rappresentano le 20 filiere che
compongono il sistema territoriale): il 65% delle aziende appartiene al mondo della manifattura e il 35% a quello dei servizi.
Analizzando i dati inerenti il 2021 è stato possibile
fornire una panoramica dell’impatto
economico, sociale e ambientale generato dalle imprese associate di
Confindustria Emilia.
L’indagine, redatta con il
contributo di Deloitte &
Touche S.p.A., si incentra su 3 grandi indicatori:
Un
primo indicatore economico è rappresentato dagli investimenti effettuati per il territorio dalle imprese.
In base all’indagine, oltre 44,5
i milioni di euro sono stati investiti e ripartiti in:
●
Salute (4%)
●
Sport (4%)
●
Cultura (10%)
●
Investimenti Sociali
(82%)
Accanto a questo, è
opportuno valutare il valore generato sul territorio dal parametro relativo alla
distribuzione della catena di
approvvigionamento delle imprese.
Emerge una preponderante percentuale di fornitori italiani che rappresentano l’85,7% contro il 9,4% di
fornitori all’interno dell’Unione Europea e il 4,9% extra UE.
Per quanto riguarda la questione Gender Diversity, la
situazione in Emilia-Romagna non si discosta troppo da quella generale che vede
la presenza femminile nei Consigli di
Amministrazione delle imprese quotate in Italia solo al 35%.
Le aziende di Confindustria Emilia confermano infatti la tendenza e, in base ai dati
del Report, emerge una composizione dei CDA
formati al 73% da uomini e al 27% da donne, con gli ultracinquantenni come
la fascia più rappresentativa (66%), seguita da quella “dai 30 ai 50 anni”
che si attesta al 29%.
Il divario di genere tuttavia si riscontra in tutte qualifiche
professionali, con maggiore incidenza nei ruoli dirigenziali e nei quadri delle
imprese.
Le
differenze sono sensibili anche a livello
contrattuale e per quanto riguarda
la tipologia di impiego: sull’81%
dei lavoratori con occupazione full-time,
le donne rappresentano solo il 34% rispetto al 66% degli uomini. Naturalmente
in relazione ai contratti part-time la situazione si ribalta e la percentuale
degli uomini scende al 10% contro il 90% di sole donne.
Infine,
tra i lavoratori assunti con un
contratto a tempo indeterminato – dato che per le imprese associate di Confindustria Emilia si attesta al 93% sul totale dei dipendenti – circa il 57% è uomo
mentre il 43% donna.
In base ai dati di febbraio 2022, dell’Osservatorio Nazionale sulle Dichiarazioni di carattere non finanziario – IV Edizione, Deloitte e Università di Pavia, il 40% delle società quotate e di grandi dimensioni si è dato come obiettivo la riduzione delle emissioni e il 18% ha dichiarato di essere pronto al raggiungimento della Carbon Neutrality, ovvero l'azzeramento dell'impronta di carbonio.
Per quanto concerne le imprese manifatturiere emiliane, però, l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili è solo del 3%, con un consumo energetico totale che si attesta a 13.346.133 GJ.
Tuttavia è necessario precisare che nel corso del 2022 è stato fatto un investimento ambientale pari a 613.817.700 € – per impianti fotovoltaici, impianti di autoproduzione energetica, interventi di efficientamento energetico ecc.
“Le attuali sfide che la società globale deve affrontare evidenziano la necessità per il mondo delle imprese di interrogarsi sul valore delle azioni in fatto di sostenibilità. L’identificazione di parametri di valutazione chiari, uniformi e coerenti è un elemento chiave a supporto dello sviluppo del percorso verso la sostenibilità”. Valter Caiumi