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Digitalizzazione imprese italiane: a che punto siamo?

22/12/2022

Digitalizzazione

A che punto siamo del processo di digitalizzazione? E come si stanno muovendo le imprese italiane?  

Mettendo a confronto i dati del DESI (2022), che indica il livello di digitalizzazione dell'economia e della società, e quelli dell'Istat (2021), emerge un quadro frastagliato: se è vero che il 78% delle aziende in Italia si connette a Internet in banda larga, solo il 6% adotta una tecnologia di Intelligenza Artificiale (IA).

L’Italia al 18° posto del report DESI 2022

In base al report DESI 2022 della Commissione Europea, che monitora i progressi in ambito digitale compiuti dagli Stati dell’Unione Europea, l’Italia si colloca al 18° posto tra i 27 paesi, con un punteggio di 49,3 rispetto alla media di 52,3.

Considerando gli ultimi 5 anni – quindi malgrado i risultati – è però evidente che il nostro paese stia guadagnando terreno, a ritmi anche sostenuti; ma per raggiungere stati come la Finlandia, la Danimarca o la Svezia (che occupano le prime posizioni) e conseguire gli obiettivi del decennio digitale per il 2030 sarà necessario fare uno sforzo in più.

Vediamo insieme quali sono nel dettaglio.

Competenze digitali dei cittadini italiani e delle imprese

Oltre la metà dei cittadini italiani non ha competenze digitali di base: questo significa che più della metà della popolazione non è in grado di utilizzare con dimestichezza e spirito critico gli strumenti tecnologici, come computer, touchpad, smartphone, social network, biglietteria automatizzata ecc.  

Un dato preoccupante che ci colloca in fondo alla classifica, dove la media europea si attesta al 54%. L’obiettivo per tutti i paesi dell’UE è di raggiungere l’80% della popolazione entro il 2030.

Per quanto riguarda le PMI, in base al rapporto Istat del 2021, il 60,3% delle piccole e medie imprese italiane ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale – metrica strutturata sul Digital Intensity Index (DII) – superando di fatto la media europea ferma al 56%.

Il livello base prevede l'uso di almeno quattro delle dodici tecnologie digitali, come l'utilizzo di qualsiasi tecnologia IA; e-commerce, IoT, social media, CRM.

L’obiettivo, anche in questo caso, è arrivare al 90% per il 2030, migliorando i servizi e i prodotti per aumentare, di conseguenza, la competitività e la resilienza economica delle imprese.

Lavoro in Italia: specialisti digitali e lauree nel settore ICT

Qui i numeri sono ancora bassi. La percentuale dei lavoratori italiani, specialisti nel campo del digitale, è inferiore rispetto alla media dell'UE; così come i tassi di iscrizione alle lauree ICT (leggi come approfondimento Imprese femminili e valorizzazione delle competenze Stem).

Secondo l’Osservatorio Competenze Digitali, malgrado l’emergenza Covid-19, nel primo semestre del 2021 sono stati pubblicati oltre 51 mila annunci dedicati alle figure tecniche in tali ambiti.  

La previsione, espressa da Gartner, è che entro il 2025 “le organizzazioni aumenteranno la loro dipendenza da consulenti esterni, poiché la maggiore urgenza e il ritmo accelerato del cambiamento amplieranno il divario tra le ambizioni di business digitale e le loro risorse e capacità interne”.   

La spesa mondiale per l’Information technology, sempre secondo gli analisti di Gartner, varrà quindi 4,5 trilioni di dollari nel 2022: 5,1% in più rispetto al 2021.

Connettività e Banda larga

In Italia si sono fatti molti passi in avanti per quanto riguarda la diffusione dei servizi a banda larga e di realizzazione della rete.

Eppure – e questo ci posiziona molto indietro rispetto alla media europea – ci sono ancora delle carenze sulla copertura delle reti ad altissima capacità, compresa la fibra fino a casa.

Secondo il rapporto Istat, il 78% delle imprese italiane con almeno dieci addetti si connette a Internet in banda larga a una velocità di download maggiore o uguale a 30 Mbit/s.

L’obiettivo è raggiungere una copertura universale entro il 2030.

Utilizzo di tecnologie IA e Cloud nelle PMI italiane

Questi e i prossimi saranno anni fondamentali per la transizione digitale. In particolare il cloud diventerà un elemento chiave sia per raggiungere un più alto livello di digitalizzazione sia per supportare il lavoro ibrido.

Per adesso, come abbiamo visto precedentemente, le piccole e medie imprese italiane hanno raggiunto un livello base di intensità digitale con un utilizzo del cloud in crescita.

Purtroppo, però, la diffusione di tecnologie come i Big Data e l’Intelligenza Artificiale è ancora molto limitata: solo il 6% che adopera una tecnologia IA.

Pubblica amministrazione e i servizi pubblici digitali

Partiamo dall’obiettivo del decennio digitale 2030: ovvero mettere online il 100% dei servizi pubblici principali per le imprese e i cittadini dell’Unione e rendere pienamente operativi i fascicoli sanitari elettronici.

È una meta che l’Italia sta raggiungendo a ritmi sempre più serrati, riducendo le distanza con l’UE; tuttavia sono i cittadini italiani che, insieme a quelli rumeni e bulgari, risultano essere i minori utilizzatori dei servizi pubblici digitali, con un utilizzo inferiore del 50% rispetto a una media del 65%.

Sono dati che è necessario tenere presente per impostare le nuove strategie per il 2023. Per questo Confindustria Emilia è da sempre al fianco delle imprese con numerosi servizi per la digitalizzazione, internazionalizzazione, la finanza di impresa e molto altro.

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