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I termini di resa EXW e FCA non esonerano l’esportatore dalle responsabilità

18/06/2025

Clausole Incoterms (EXW e FCA): crea con Confindustria Emilia un Piano Interno di Conformità

La Commissione Europea chiarisce che la responsabilità resta in capo all’impresa che esporta anche se non organizza la spedizione.

Facciamo un po’ di chiarezza. La convinzione che basti una clausola Incoterms® per azzerare la responsabilità dell’esportatore è sbagliata, ma purtroppo ancora diffusa.

A dirlo, nero su bianco, è la Commissione Europea in un factsheet pubblicato lo scorso 27 maggio, che mette in guardia le imprese dai falsi miti giuridici: la responsabilità di un’esportazione, soprattutto sul fronte delle sanzioni internazionali, non termina alla consegna, nemmeno se la merce viene affidata a un vettore del compratore (FCA) o ritirata direttamente nei suoi locali (EXW).

Le clausole Incoterms® – utili per regolare costi e rischi di trasporto – non hanno valore protettivo rispetto alle normative UE. E quando entra in gioco il tema delle sanzioni, soprattutto verso Paesi e soggetti sottoposti a embargo, l’ignoranza non è ammessa: se l’impresa "poteva sapere", è comunque responsabile.

Sanzioni Doganali Esportazione: serve una due diligence!

Il Regolamento UE n. 833/2014 impone all’esportatore obblighi proattivi. Non basta evitare il dolo, serve una due diligence concreta e documentata su:

  • destinatari reali (non solo l’acquirente);
  • utilizzatori finali;
  • eventuali soggetti sanzionati o mercati vietati;
  • rischi di elusione, anche se indiretti o mascherati.

Hai un dubbio sul termine Incoterms da utilizzare, leggi questa pagina: https://www.confindustriaemilia.it/servizi/internazionalizzazione/spedire-estero-incassare

Clausola EXW: di cosa si tratta e perché non ti toglie la responsabilità

Usata spesso per “snellire” la gestione logistica, l’EXW è una clausola che priva l’azienda del controllo sul destino della merce, ma non delle sue responsabilità.

L’esportatore, infatti, resta sotto la lente delle autorità nazionali ed europee, che valuteranno se ha svolto o meno controlli adeguati. “Non lo sapevo” non è una scusa, e può diventare un’aggravante.

Anche in assenza di violazioni dirette delle sanzioni, l’uso superficiale degli Incoterms può esporre l’impresa a rilievi su altri fronti, tra cui:

  • dichiarazioni doganali errate (es. origine preferenziale);
  • esportazioni di prodotti non conformi o pericolosi;
  • inosservanza di obblighi ambientali (es. REACH);
  • mancati controlli su diritti umani e filiera sostenibile (nuove norme UE).

Non è più sufficiente “scrivere EXW nel contratto”. Serve un sistema di compliance robusto con:

  • controlli strutturati e tracciabili;
  • formazione specifica del personale;
  • clausole contrattuali che trasferiscano i rischi residuali;
  • due diligence su partner esteri.

Delegare il trasporto non significa delegare la responsabilità. 

La legge prevale sul contratto, e l’impresa resta il primo soggetto responsabile in caso di infrazione. Chi esporta non può più permettersi di “non sapere”.

Perché ti serve (davvero) un Piano Interno di Conformità per le operazioni doganali e di export control

Ecco perché è indispensabile parlare con il nostro team di Confindustria Emilia dell’area Internazionalizzazione. Oggi non è più possibile sbagliare ed è qui che entra in gioco il Piano Interno di Conformità (PIC): uno strumento strategico – e ormai indispensabile – per tutelare il tuo business e renderlo più efficiente.

Cos’è un Piano Interno di Conformità?

È una procedura aziendale strutturata che garantisce la conformità alle normative doganali e di export control, cioè quelle regole che disciplinano l'esportazione di beni “sensibili” (tecnologie dual use, prodotti strategici, beni a possibile uso militare o soggetti a sanzioni internazionali). Non è solo burocrazia: è una forma di autotutela e un vantaggio competitivo.

Perché è fondamentale per la tua azienda

  • Eviti sanzioni (anche pesanti): la Commissione Europea e l’Agenzia delle Dogane richiamano spesso l’importanza di avere procedure interne chiare per gestire le esportazioni in modo conforme.
  • Riduci i tempi e i costi doganali: un’azienda che dimostra di avere un sistema di controllo interno efficace può accedere a regimi semplificati.
  • Migliori l’efficienza dei flussi logistici: controlli meno invasivi, documentazione pronta, minori fermi in dogana.
  • Proteggi la tua reputazione internazionale: le aziende che esportano in mercati sensibili (USA, Medio Oriente, Cina) sanno quanto conti dimostrare trasparenza e responsabilità.

Confindustria Emilia – Area Internazionalizzazione supporta le imprese che vogliono implementare un Piano Interno di Conformità su misura. Parliamo di formazione, check-up normativi, audit dei processi export e assistenza tecnica personalizzata per garantire che la tua impresa sia pronta a esportare in sicurezza e senza sorprese.

Secondo il Ministero degli Affari Esteri, “l’adozione di procedure interne di export control è considerata un indice di affidabilità dell’operatore economico e un requisito fondamentale per accedere ai regimi semplificati di autorizzazione” (Fonte: MAECI, Guida all’Export Control 2023).

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