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Lavoropiù, grande successo per Job To Be, il nuovo evento di recruiting

24/10/2023

Da sinistra: Daniele Vacchi, presidente associazione Amici del Museo; Marialisa Alberghini, strategy manager Lavoropiù; Enrico Fini, presidente Lavoropiù; Matteo Naldi, direttore marketing Lavoropiù; Leonardo Bonzi, direttore divisioni specialistiche Lavoropiù
Da sinistra: Daniele Vacchi, presidente associazione Amici del Museo; Marialisa Alberghini, strategy manager Lavoropiù; Enrico Fini, presidente Lavoropiù; Matteo Naldi, direttore marketing Lavoropiù; Leonardo Bonzi, direttore divisioni specialistiche Lavoropiù
Un momento della tavola rotonda di Job to Be
Un momento della tavola rotonda di Job to Be

È stato il saluto di Daniele Vacchi, presidente dell'associazione Amici del Museo, ad aprire al Museo del Patrimonio Industriale la tavola rotonda sul fabbisogno di lavoratori in area STEM (Science, technology, engineering and mathematics) e le soluzioni per soddisfare la domanda delle aziende, che ha inaugurato JOB TO BE, l’evento di recruiting voluto e organizzato da Lavoropiù andata in scena il 24 ottobre. Una giornata di “matching“ – non a caso a Bologna che vanta la più alta concentrazione al mondo di industrie di automazione industriale - che ha messo i giovani neodiplomati e neolaureati in materie STEM al centro, dove le parole chiave sono state mobilità territoriale e reclutamento a livello nazionale. Presenti, aziende che hanno scritto la storia dell’industria emiliano-romagnola: Aetna Group (Robopac), Datalogic, Elettrotecnica Imolese, Epsol, Gruppo Coesia, Gruppo Profilati, Hera, Kimatic, Marchesini Group, Marposs, Romaco, oltre alla veneta Fiamm Energy Technology.
 
Bologna è il primo distretto industriale al mondo. E la meccanica emiliana – ha spiegato Daniele Vacchi - produce il 75% della ricchezza della regione, soprattutto con l’automazione industriale, le macchine industriali e la meccatronica”. Egli ha inoltre sottolineato come la consapevolezza da parte delle aziende di un rapporto partecipativo e meno autoritario coi lavoratori, si scontri con il desiderio dei giovani di mantenere la distanza tra la vita privata e il lavoro, da svolgere preferibilmente in smart working: “L’industria – ha concluso Vacchi - ha bisogno della creatività dei giovani, che devono capire come il progetto sia corale”.

Enrico Fini
, presidente di Lavoropiù, ha poi sottolineato la necessità di un cambiamento di rotta nella selezione dei candidati: “Per essere competitivi occorre ascoltare attivamente le persone, riconoscerne potenziale ed attitudini al di là dei curricula e aiutare chi accetta una mobilità da fuori regione, con un supporto logistico”.

Impostazione ribadita da Marialisa Alberghini, strategy manager di Lavoropiù: “Quello di oggi – ha aggiunto – non è il tipico Career o Recruiting Day, quanto più un Match Day: l’opportunità concreta di rispondere ai fabbisogni delle aziende. Non solo tecnici, ma anche di budget e di andamento del mercato. Per questo investiamo in questi talenti, facendoci carico di soluzioni contrattuali in base alle esigenze delle aziende”.

I candidati, i lavoratori somministrati e i dipendenti diretti delle imprese possono acquisire nuove competenze e rafforzare o aggiornare quelle che hanno già: “Chi decide di candidarsi a questo percorso – aggiunge Marialisa Alberghini - è inserito in percorsi di reskilling in nuovi settori, o upskilling. E viene aiutato ad organizzare la propria vita altrove, in una regione nuova, attraverso un’offerta di soluzioni logistiche, organizzative ed economiche per facilitare lo spostamento verso località che possono offrire loro opportunità lavorative. Parliamo di una domanda di specializzazione richiesta da parte delle imprese che non può essere soddisfatta a livello locale”. 

Guardando ai dati presentati in tavola rotonda, emerge che la richiesta di figure STEM è aumentata del 23% nello scorso anno, ma solo 1 ragazzo su tre è diplomato o laureato in materie STEM. Grazie alle Talent Acquisition e al lavoro di reclutamento, JOB to BE ospita oggi circa 80 candidati, 50% del territorio bolognese e 50% dal resto del territorio nazionale fuori regione, metà dal Centro-Sud e metà dal Centro-Nord. Come Rossella Ambrosio, 23 anni, arrivata da Napoli con una laurea d’ingegneria gestionale in tasca: “Sono disposta a trasferirmi, per lavorare – ha detto – ed essere supportata da un ente che mi accoglierà fa la differenza. Non mi devo preoccupare di cercare casa, o capire come muovermi verso il posto di lavoro. Avrò il tempo per organizzarmi”. Anche Emanuele Forense, ingegnere meccanico neo laureato di Cosenza, vede JOB TO BE come una bella opportunità: “Sono molto attaccato alla famiglia, ma ho deciso di provare a lavorare qui, dove ci sono importanti esperienze nel settore metalmeccanico e anche energetico”. 
 
Nel 2022, il numero degli studenti iscritti all’ultimo anno di istituti scolastici superiori STEM è aumentato del 6%, ma i diplomati in queste materie rappresentano solo il 33% del totale. L’Emilia Romagna è al terzo posto in Italia, con una crescita del +12,4% e mantiene la stessa posizione anche per la domanda di assunzione di operai specializzati, cresciuta lo scorso anno del 22,9%, ma è all’ultimo posto nella classifica per il rapporto tra diplomati STEM e la richiesta aziendale degli stessi profili: solo il 17% della domanda è coperta da assunzioni, a dimostrare che sono figure professionali difficili da reperire nella nostra regione, con un impatto sulla produttività e sulla competitività. Giovani con studi e competenze STEM sono invece numerosi anche al di fuori del territorio emiliano-romagnolo motivate ad iniziare un percorso professionale nuovo e in un luogo geografico diverso. Dall’altra parte, troviamo aziende pronte a riconoscere e a dare fiducia a questo percorso.

I colloqui negli stand allestiti da alcune delle più prestigiose aziende manifatturiere del territorio emiliano romagnolo, dove lasciare il proprio curriculum e ricevere informazioni sulle posizioni aperte, sono stati molto apprezzati: “Non un salto nel buio – dice Fini – ma giovani selezionati a monte, sulla base delle esigenze delle aziende”.

L’evento si affianca al progetto New Start, che Lavoropiù ha avviato per mettere in contatto aziende e candidati disponibili, in un’ottica di superamento dei confini geografici, o di competenze. Intuito il bisogno di offerta e di domanda, l’idea è di promuovere la mobilità territoriale ed estendere gli orizzonti di reclutamento su tutto il territorio nazionale.  Il solito servizio HR, quindi? Un progetto decisamente più ambizioso, che ha l’obiettivo di abbattere la distanza geografica che separa i candidati dalle aziende. Con un’ottica al lavoro accessibile e inclusivo, valori che da sempre fanno parte della vision di Lavoropiù: “Guardiamo alla persona e non solo al curriculum, cercando le soft skills vincenti sul lavoro: ambizione, capacità di adattamento, intraprendenza e voglia di mettersi in gioco”.

Ma nessuna attitudine è sufficiente, se non è accompagnata e completata dalla formazione, dove i limiti di un’istruzione spesso solo teorica, la diversità di esigenze delle imprese rispetto alle competenze dell’aspirante lavoratore, sono superati con percorsi formativi personalizzati. Lavoropiù ha avviato una serie di attività per estendere gli orizzonti di reclutamento su tutto il territorio nazionale. Come a Bari e di recente a Catania, dove sono presenti due hub con un team di esperti, per individuare i migliori candidati su tutto il territorio nazionale, aiutandoli e sostenendoli nella scelta di cambiare luogo di vita e contesto lavorativo. Un supporto che prosegue anche mesi dopo l’assunzione, per la ricerca di un alloggio, del trasporto verso il luogo di lavoro, o la gestione del contratto.

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