Si è tenuta
nei giorni scorsi a Cattolica la tavola rotonda “Sea You Later”, primo degli
appuntamenti “Next Action’s Days” dedicati ai goals
dell’Agenda Europea 2030 per lo sviluppo sostenibile, realizzati da Jab, azienda bolognese, nata dall'idea di Jessica Abbuonandi, per dare sostegno a startup, imprese e liberi professionisti che vogliono sviluppare un progetto
Spunto
principale di riflessione è stata la Legge “SalvaMare”. Ad oggi, solo il
9% dei rifiuti in plastica viene riciclato e il 12% incenerito, mentre ben il
79% è accumulato nell’ambiente. La plastica rappresenta l’80% dei rifiuti
presenti in mare (dati UNEP - Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente),
con conseguenze ignote sul corpo umano, ma già certe sugli animali:
trasformazioni dei cicli vitali, cambio di sesso, infertilità, cecità.
Ma cos’è la
Legge SalvaMare? Recependo la direttiva UE 2019/904, al fine di frenare il
consumo di plastica monouso e il marine litter, il Governo Italiano ha emanato
la legge “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque
interne e per la promozione dell’economia circolare” o più semplicemente
“SalvaMare”. Entrata in vigore il 10 giugno 2022, la normativa presenta diversi
scopi, tra i quali: la riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di
plastica sull’ambiente, l’installazione
di dissalatori e di sistemi di raccolta alla foce dei fiumi per intercettare la
plastica prima che arrivi in mare e, non meno importante, quello di consentire
ai pescatori di portare a terra la plastica recuperata con le reti. Purtroppo
però, alla legge non hanno fatto seguito dei decreti attuativi che potessero
tradurre in fatti i suoi obiettivi e oggi, a distanza di quasi due anni dalla
sua approvazione, mancano ancora gli elementi legislativi che servono ad
identificare e prevedere i punti di sbarco nei porti e le modalità di
smaltimento dell’enorme quantità di materiale che dal mare verrebbe riportato
in banchina.
Dal
tentativo di colmare questa lacuna e offrire un quadro generale e completo
della sinergia tra salvaguardia, circolarità e ottimizzazione delle risorse, anche
in ottica di un’economia turistica e territoriale competitiva, e di condurre a proposte
concrete per la salvaguardia del mare e degli 8mila chilometri di costa
italiana, mettendo in campo gli attori direttamente coinvolti, “Sea You
Later” ha visto l’intervento di Omar D’Incecco per Fondazione Marevivo
ETS, che ha raccontato come è nato il proposito di creare la Legge “SalvaMare”,
affermando che il punto di partenza per qualsiasi progetto è quello di radunare
un gruppo di persone che hanno davvero voglia di cambiare le cose.
Sul tema è
intervenuta anche Francesca Biondo, direttrice generale Federpesca, una
delle associazioni di categoria che si è unita a Fondazione Marevivo ETS nel
Disegno di Legge, che auspica che il ruolo dei pescatori nel recupero di
rifiuti dal mare venga ufficialmente riconosciuto e magari incentivato, ad
esempio tramite un aumento delle licenze di pesca, pur rispettando le
stringenti normative italiane in termini di gestione responsabile degli stock
ittici.
A moderare
il dibattito è stato chiamato il Giuseppe
Prioli, biologo marino per MARE Soc. Coop.: “I temi trattati
sono di importanza vitale per l’economia, la sostenibilità ambientale e la
nostra salute, perché il mare per noi è anche fonte di cibo” - ha
affermato. “Ecco perché, oltre ad applicare le leggi, occorre lavorare per
farle conoscere: in questo senso, la divulgazione permette di far comprendere a
tutti l’importanza di certe norme e sensibilizzare i cittadini nei confronti
della tutela dell’ambiente”.
Un
punto su cui insistono anche i gestori degli stabilimenti balneari, che si
definiscono “i custodi del mare”: al convegno sono intervenuti, all’interno del
parterre dei relatori, Roberto Baldassarri, presidente Cooperativa
Bagnini Cattolica, e Mirella Masi per SIB-Confcommercio Cattolica.
Entrambi hanno parlato soprattutto degli interventi che cercano di promuovere
per tutelare il mare e la spiaggia, a cominciare dalle iniziative di
sensibilizzazione e di educazione ambientale per i propri ospiti, passando
dalle attività che svolgono a proprie spese come la creazione di dune
artificiali durante la stagione invernale per difendere la costa dall’erosione,
nonché tutte le pratiche per rendere ecosostenibile uno stabilimento. Si è
parlato, ad esempio, di raccolta differenziata, di risparmio idrico e recupero
di acqua potabile, di utilizzo di energie da fonti rinnovabili: “Negli ultimi
anni sono stati fatti molti passi avanti, ma tanto ancora si potrebbe fare” -
ha spiegato Baldassarri. “Noi siamo pronti a investire, ma ci scontriamo con
burocrazia, vincoli paesaggistici e soprattutto l’incertezza delle concessioni
demaniali e quindi di un futuro lavorativo che permetta l’ammortamento dei
costi sostenuti”.
A
conclusione della tavola rotonda, è intervenuto Alessandro Belluzzi, vicesindaco e
assessore al turismo e alla pesca del Comune di Cattolica, che ha raccontato
gli ultimi progetti realizzati: il primo è la riqualificazione dell’area
portuale, in particolare della darsena in cui sono presenti le imbarcazioni dei
pescatori, con l’obiettivo di migliorare la qualità del loro lavoro, ma anche
l’impatto ambientale. Presso la Marina di Cattolica è stato inoltre installato
“Seabin”, una nuova tecnologia consistente in un cestino in grado di catturare
i rifiuti galleggianti in acqua, costituiti per lo più da plastica: ne
raccoglie ben 1,5 kg al giorno. L’altro progetto, ancora più ambizioso,
riguarda la tutela della qualità delle acque e consiste nella realizzazione di
una vasca di prima pioggia, con lo scopo di ridurre gli sversamenti in mare dei
rifiuti provenienti da terra e trasportati dai fiumi in caso di forti
precipitazioni: il territorio di Cattolica, infatti, è particolarmente
vulnerabile in quanto in pochi km di costa sfociano ben 2 fiumi.
L’Amministrazione comunale punta molto anche sulla prevenzione: progetti di
sensibilizzazione nelle scuole, giornate dedicate alla raccolta dei rifiuti
insieme ai volontari di Be Kind e un’ordinanza comunale che vieta il fumo di
sigaretta in riva al mare, per ridurre l’inquinamento dei mozziconi. “Crediamo
profondamente nella sostenibilità ambientale, perché il mare per noi
rappresenta una risorsa da tutelare, da cui dipendono settori importanti per
l’economia del territorio come la pesca e il turismo”, ha concluso.
La scelta
di svolgere l’evento a Cattolica nasceva infatti dal volerlo collocare in un
territorio di riferimento per la Blue Economy: sono circa 26mila le imprese di
settore emiliano-romagnole. Imprese che contribuiscono a un’economia del mare
che oggi, in Italia, è pari all’8,9% del pil, con un valore di 143 miliardi. Ma
se questo valore potesse aumentare? Se la protezione dell’ambiente fosse
strettamente collegata anche all’economia? Va sotto il nome di “effetto parco”,
la correlazione tra imprese localizzate in aree soggette a tutela ambientale e
una maggior capacità di creazione di ricchezza e benessere. Il valore aggiunto pro capite prodotto
nelle aree definite come natural capital based mostra infatti un differenziale positivo di
6mila euro nel caso del Nord Italia e di 1.800 euro nel caso del Centro rispetto
a quelle a modesta valenza naturalistica (dati del rapporto “L’economia reale
nei Parchi Nazionali e nelle Aree Naturali Protette” del Ministero per
l’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Unioncamere).
“Ciò che “Sea You Later” ci mostra, anche grazie al
vivo dibattito che si è creato in sala con le start up e i circoli territoriali
presenti, è che i tempi sono pronti”, concludono da Jab.