Il Nostro Team
Comunicazioni tecniche
Eventi
Fare News
Imprese Associate
{{ fifthTitle }}

Data-driven company, i consigli di Giallocobalto

12/01/2024

Irene Capatti, fondatrice di Giallocobalto di Ferrara, durante l’intervento allo Smau di Milano
Irene Capatti, fondatrice di Giallocobalto di Ferrara, durante l’intervento allo Smau di Milano

All’ultima edizione di Smau a Milano, Irene Capatti, Experience e Service Designer e fondatrice dello studio di consulenza strategica Giallocobalto di Ferrara, ha tenuto uno degli interventi più interessanti dedicato alla trasformazione in data-driven company.

Capatti e il suo team, infatti, sono esperti nel guidare le organizzazioni in percorsi di innovazione, trasformazione digitale e change management, supportandole anche nell’adozione di strategie data-driven per migliorare prodotti e servizi.
In un panorama aziendale sempre più digitale e competitivo, si parla spesso di trasformazione in data-driven company come elemento fondamentale per il successo a lungo termine. Tuttavia, Capatti fa notare come “questa trasformazione non può avvenire con la sola tecnologia”. Le aziende, infatti sono sistemi complessi in continua evoluzione, composti da diverse parti interconnesse tra loro al cui centro ci sono innanzitutto le persone. 

Ruoli, attività, competenze, relazioni, responsabilità, sono elementi inscindibili dagli individui che compongono qualsiasi tipologia di organizzazione. Indipendentemente dal tipo di trasformazione che si vuole apportare, affinché sia efficace è necessario coinvolgere tutti gli attori aziendali interessati, dai vertici ai reparti operativi. Come? “Organizzando momenti di co-progettazione in cui le persone acquisiscono consapevolezza sul dove si sta andando, sul perché è necessario cambiare e si assumono le responsabilità delle azioni da compiere: solo così si riuscirà a far accettare il cambiamento”, spiega Capatti.

Nel contesto di una trasformazione in un'azienda data-driven, la cultura del dato deve coinvolgere ogni livello aziendale. Solo le aziende che considerano la gestione dei dati un pilastro strategico per decisioni informate possono essere vere aziende data-driven, basando le proprie scelte strategiche sui dati e non su sensazioni personali.

Tuttavia, il viaggio per raggiungere questa condizione non si improvvisa dall’oggi al domani: serve strutturare un percorso a partire dagli obiettivi aziendali, per poi suddividerli in micro-obiettivi che possano permettere di monitorare passo passo la trasformazione in atto. 

Del resto, come sottolinea Capatti, “per tracciare un percorso ci servono come prima cosa una destinazione e il punto di partenza: dobbiamo capire dove siamo oggi, dove vogliamo andare e individuare i possibili elementi bloccanti lungo la via”. E questa analisi della situazione è possibile proprio grazie ai dati sia quantitativi che qualitativi, che emergono quando persone di dipartimenti diversi iniziano a confrontarsi tra loro nei momenti di co-progettazione menzionati prima.

Capatti porta quindi alcuni esempi di trasformazione concreta di processi organizzativi e operativi di aziende in ottica data-driven: una catena di negozi di abbigliamento che necessitava di trovare una soluzione agli elevati costi di trasferimento dei capi invenduti e all’eccessivo carico di lavoro di alcuni uffici; una concessionaria di pubblicità per un gruppo televisivo che aveva bisogno di sfruttare lo storico di dati già in suo possesso per fare previsioni sempre più accurate del futuro; un’azienda operante nel settore della sanificazione e del rischio biologico che voleva digitalizzare alcuni processi cartacei. 

Queste e diverse altre realtà sono state aiutate nel tempo da Giallocobalto, applicando e combinando tra loro pratiche e metodologie proprie del Service Design e del mondo Agile, due discipline che mettono al centro il lavoro e la progettazione con le persone: perché, come conclude Capatti, “se non hai i dati sei cieco. Ma sono le persone a far accadere la magia”.

Altri Articoli di Fare news