Bologna, la
Strada del Jazz (14a edizione) è promossa dal Comune di Bologna, fa parte di
Bologna Estate 2024, il cartellone di attività̀ promosso e coordinato dal
Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna - Territorio
Turistico Bologna-Modena", dal Quadrilatero, con il patrocinio
istituzionale della Fondazione Carisbo e Fondazione del Monte di Bologna e
Ravenna, Confcommercio Ascom Bologna e Confindustria Emilia. Sabato 14 e
domenica 15 settembre posa delle nuove stelle jazz in via Orefici per Amedeo
Tommasi e Jimmy Villotti e Concerti live in piazza Maggiore ad ingresso libero
e ricordi dedicati alla Bologna Jazz.
Tra i tanti
festival italiani, la Strada del Jazz, ha una caratteristica unica, la posa
delle stelle di marmo sulla centralissima Via Orefici/Caprarie dedicate ai
grandi interpreti che hanno suonato in città negli anni d’oro del Bologna Jazz
Festival di Alberto Alberti. Allora Bologna era considerata la capitale morale
del jazz in Italia, chiunque aveva qualcosa da dire veniva a suonare in città
in puro stile bebop. Per molto tempo via Orefici/Caprarie è stata il crocevia
del jazz internazionale a Bologna per la presenza al civico 3 del Disclub di
Alberto Alberti in cui si potevano ascoltare i primi dischi di importazione.
Tra la fine degli anni cinquanta fino ai primi anni settanta Bologna ha
ospitato 16 festival con il meglio del jazz mondiale, ed è proprio da questa
esperienza che Alberti fonda diversi festival europei e nel 1973 Umbria Jazz a
Perugia.
L’idea della
Strada del Jazz è quella di legare gli artisti memorabili venuti a Bologna in
quegli anni ai luoghi memorabili che hanno frequentato. Questa strada è
diventata dal 2011 l’Hollywood Boulevard del Jazz bolognese, ricordando i divi
che l’hanno attraversata, collocando ogni anno sul marciapiede una stella di
marmo, cominciando nel 2011 con Chet Baker e arrivando quest’anno alla 14a
edizione con la posa delle Stelle per Amedeo Tommasi e Jimmy Villotti sabato 14
settembre alle ore 17.00 in via Orefici, alla presenza del Sindaco di Bologna
Matteo Lepore e di tanti artisti “amici”: Paolo Jannacci, Red Ronnie, Luca
Carboni, Giorgio Comaschi, Fio Zanotti, Mauro Malavasi…
Amedeo
Tommasi (Trieste, 1º dicembre 1935 – Roma, 13 aprile 2021) è stato un pianista
jazz italiano. A 6 anni comincia a studiare il pianoforte prendendo lezioni
private da un'insegnante classica. Interrompe gli studi dopo tre anni a causa
della guerra, per poi riprenderli dal 1946 al 1950. A 17 anni frequenta
l'Università a Bologna e comincia ad appassionarsi di jazz. Costituisce un trio
(pianoforte, basso e batteria) con il quale fa parecchi concerti in ambito
locale, nel 1959 partecipa a La coppa del Jazz, concorso nazionale indetto
dalla RAI, dove, pur essendo sconosciuto ai più, si classifica 3º in Italia tra
i gruppi di stile moderno. Dopo questo exploit, il trio di Amedeo Tommasi
comincia a fare concerti jazz in tutta Italia, e suona con i migliori musicisti
italiani. Nel 1961 conosce Chet Baker, il famoso trombettista statunitense, ed
entra a far parte del suo gruppo, composto interamente da musicisti europei di
fama (Benoît Quersin, Franco Mondini, René Thomas, Bobby Jaspar). Con questo
gruppo incide per la RCA Italiana un disco unanimemente considerato uno dei
capolavori di Chet Baker, Chet is Back! Per oltre 20 anni ha collaborato come
musicista e arrangiatore con Ennio Morricone, ha composto e arrangiato per
molti artisti, trasmissioni della Rai e composto musiche da film per Pupi Avati
e Giuseppe Tornatore.
Jimmy
Villotti la chitarra più ironica del jazz, ha suonato con Dalla, Guccini,
Morandi e Capossela. A lui Paolo Conte dedicò «Jimmy ballando ballando».
Marco
Villotti (Budrio, 14 febbraio 1944 – Bologna, 6 dicembre 2023). Personaggio
eclettico e dalla simpatia contagiosa, Marco «Jimmy» (il soprannome è per la
sua passione per James Dean) è stato al fianco per molti anni di cantautori e
musicisti con i quali ha suonato in dischi e concerti, solo per citarne alcuni:
da Lucio Dalla a Francesco Guccini, a Gianni Morandi, Ornella Vanoni e Vinicio
Capossela, fino alla lunga collaborazione con Paolo Conte che gli dedicò Jimmy
ballando ballando, quando il chitarrista lasciò il gruppo del cantautore. Negli
anni Settanta scrisse anche l’opera rock Giulio Cesare. Musica per un generale
da palcoscenico, poi ha realizzato anche dischi come solista, tra cui
l’apprezzato Jimtonic, e vari libri in cui ha raccontato il periodo delle
balere bolognesi degli anni Sessanta. Ha tenuto anche seminari sullo strumento
e sulla chitarra jazz, il suo grande amore.
La Strada
del Jazz è soprattutto un evento sociale e lo stare in strada, ad ascoltare la
musica jazz, è un momento di libertà, un’occasione di incontro, di
socializzazione, di partecipazione alla vita civile e culturale di Bologna, in
cui grandi musicisti e piccole jazz band con il loro “swing” rendono possibile
un grande connubio intergenerazionale e interculturale.
La
manifestazione è assolutamente gratuita e si sostiene con il contributo di
importanti Istituzioni della città e grandi Sponsor che hanno creduto e credono
che la strada del jazz sia un’opportunità concreta di sviluppo sociale e
culturale del territorio. La Strada del Jazz con un pubblico di oltre 15 mila
persone attraversa varie fasce di età, con la sua dimensione creativa, glamour,
vicina allo spirito giovane, che regala atmosfere suggestive dando vita ad
espressioni molteplici, dalla più sofisticata alla più soft, introducendo ad
esperienze mai banali, ma allo stesso tempo non elitarie, capaci anzi di
sedurre un pubblico ampio.