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La prima sede estera di Areté apre in Spagna

16/09/2024

A guidare la sede spagnola di Areté, Vicente Mateos, ingegnere di grande esperienza negli acquisti e nella gestione della supply chain
A guidare la sede spagnola di Areté, Vicente Mateos, ingegnere di grande esperienza negli acquisti e nella gestione della supply chain

È sulla Spagna che punta, per la sua prima sede estera, Areté, l’azienda italiana leader nella modellistica per le previsioni sui mercati agroalimentari, che in questi anni di turbolenza e altissima volatilità dei prezzi è diventata il riferimento per molte tra le più importanti aziende del food. Con un fatturato in crescita di oltre il 20% annuo negli ultimi 4 anni, spinto dalla forte crescita dell’area previsionale e di data analytics, e oltre 150 grandi aziende dell’agrifood all’attivo solo in Italia, Areté negli ultimi dieci anni ha contribuito a rivoluzionare gli strumenti a disposizione dei buyer per gestire volatilità e rischi legati ai prezzi delle commodity. Dai cereali a zucchero, cacao e caffè, passando per latte e derivati, oli vegetali, frutta secca e legumi, e ai più recenti allargamenti ad energia e materiali da packaging, Areté fornisce previsioni e scenari su quasi 50 materie prime ad uso dell’industria e della distribuzione alimentare, oltre a rilevazioni real time su centinaia di altre referenze della filiera.

A guidare la nuova sede spagnola, localizzata nel nuovissimo Parco Tecnologico di Malaga, Vicente Mateos, ingegnere ed Mba con oltre 20 anni di esperienza negli acquisti e nella gestione della supply chain. Grande conoscitore dei mercati agroalimentari, grazie alle esperienze come consulente prima e come direttore acquisti di Morato Iberia poi, ha seguito a lungo l’ottimizzazione degli acquisti per molte delle materie prime strategiche – dai cereali, a zucchero e cacao, margarine, semi oleosi e molti altri. 

"La Spagna è un territorio di straordinario interesse per l’agroalimentare, con aziende altamente competitive, per le quali il tema degli acquisti e della volatilità dei prezzi ha giocato e giocherà un ruolo cruciale in questi anni", sottolinea Enrica Gentile, amministratore delegato di Areté. "Crediamo che l’esperienza maturata in Italia, dove i nostri sistemi previsionali hanno rivoluzionato, per molti versi, gli strumenti a disposizione dei buyer e le modalità di gestione del purchasing, possa essere portata con successo anche presso le aziende spagnole".

I mercati
La diffusione degli strumenti previsionali si inserisce nel contesto di mercati agricoli ed alimentari divenuti sempre più complessi e sempre più volatili negli ultimi anni, per l’effetto congiunto di fattori che vanno dal meteo – che ha flagellato, tra siccità ed eventi estremi, praticamente ogni area produttiva del mondo, negli ultimi anni – alla logistica, a tensioni geopolitiche e conflitti, fino agli sbalzi dei costi energetici e al ripristino di posizioni protezionistiche anche in aree agricole di rilievo. Il risultato è che si è assistito a oscillazioni di prezzi del tutto inedite per molti di questi mercati: basti pensare alle impennate di molti oli vegetali, schizzati in alto di oltre il 200% nei pochi mesi immediatamente successivi allo scoppio del conflitto russo-ucraino; al + 260% registrato nel prezzo del cacao tra metà 2023 e 2024; al +130% del caffè nell’ultimo anno, e gli esempi sarebbero ancora molti, dai cereali, allo zucchero, al latte. Ma non sono mancati neanche i crolli repentini a spiazzare alcuni operatori dell’industria, segnando cali a doppia cifra a fronte di approvvigionamenti fatti a prezzi altissimi per il timore di ulteriori rincari.

L’agrifood in Spagna

La Spagna è la quarta potenza agroalimentare in Europa, con quasi 140 miliardi di fatturato di settore (circa il 3% del Pil spagnolo), 70 miliardi di valore dell’export - in crescita - e oltre 30mila imprese produttrici di alimenti e bevande. I punti di contatto con l’agroalimentare italiano sono molti, in particolare legati all’importanza dei prodotti mediterranei – dal grano duro, all’olio d’oliva, ai pomodori da industria, all’ortofrutta – all’interno del settore. Spiccano naturalmente tra i prodotti di esportazione – grano duro e olio d’oliva in primis – ma anche tra molte materie prime di importazione, cruciali per alimentare l’industria food del Paese – cacao, caffè, oli vegetali ed altre – molte delle commodity che negli anni recenti sono state interessate dai più significativi fenomeni di volatilità, con sbalzi che in alcuni casi, in un solo anno, hanno sfiorato se non superato il 100% del prezzo.

Gli strumenti previsionali

Ci sono modellistica e intelligenza artificiale alla base dei sistemi previsionali di Areté, ma anche analisti esperti, specializzati su ogni singolo mercato, in grado di interpretare i numeri e l’enorme quantità di variabili che influenzano i prezzi e di restituire alle aziende del settore previsioni e supporto strategico per ottimizzare le scelte di acquisto e di vendita delle commodity. Una piattaforma online aggiornata in tempo reale consente di monitorare costantemente l’andamento dei prezzi e delle principali variabili di mercato, dagli stock, alle previsioni di resa, ai cambi, a tutti i fattori che influiscono sui prezzi stessi, tenendo conto delle relazioni fra mercati diversi, dei macroeconomics, dei fattori meteo, delle scelte di policy a molto altro. 

“I modelli consentono di avere visibilità sugli andamenti dei prezzi delle commodity fino a 18 mesi in avanti – spiega Enrica Gentile, amministratore delegato di Areté -. Veniamo ormai da oltre quattro anni di mercati estremamente complessi e volatili. Situazioni e motivazioni diverse che si sono andate sommando ed in parte avvicendate tra loro – pandemia, tensioni geopolitiche, meteo, problemi di logistica - che tuttavia stanno rendendo la volatilità una condizione pressoché strutturale, con cui gli operatori del settore devono convivere continuamente. Gli strumenti di monitoraggio e di previsione hanno consentito alle nostre aziende di non farsi trovare impreparate, di anticipare gli andamenti di mercato e di ridurre drasticamente l’impatto dei picchi di prezzo, preservando marginalità ma anche agevolando il dialogo e la contrattazione ai diversi livelli della filiera”.

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