La
fredda nebbia della pianura martedì 17 dicembre non ha sbiadito il sole sul wall che
Laika ha impresso sullo stabilimento di Renner Italia.
Una nuova alba:
questo il titolo del murale monumentale più grande (18 x 10 metri) che la
street artist abbia mai realizzato. È un omaggio a quanti mettono a rischio la
propria vita sulle rotte migratorie per cercare un futuro migliore. Ma perché
Laika ha scelto di lasciare il segno proprio su un’impresa che produce vernici
industriali nel cuore dell’Emilia-Romagna? Perché Renner, d’intesa con i Salesiani della vicina Castel de Britti,
ha varato un nuovo progetto di welfare abitativo. Può essere riassunto così:
contratto a tempo indeterminato e alloggi per giovani rifugiati provenienti dal
Cnos-Fap.
«Un progetto che è un faro che illumina questo paese – ha
chiarito Laika durante l’inaugurazione del murale -. Welfare
abitativo e integrazione sociale e lavorativa per i rifugiati è la nuova alba
per chi fugge rischiando la vita e spesso perdendola nel Mediterraneo,
sopportando prigionia e torture per sognare una nuova vita, un nuovo futuro
lontano da fame, guerre e violazioni dei diritti umani. Sono stati giorni
bellissimi e durissimi: il freddo di Minerbio e la pioggia hanno rallentato i
lavori, sottoponendo il nostro team a turni massacranti pur di terminare
quest’opera. Ma siamo grati: pensiamo a quanto sono fredde le acque del
Mediterraneo ora, per chi scappa e non sa nuotare. Credo in un’Italia
accogliente, antirazzista e inclusiva. Questa è l’Italia che mi rappresenta. Non
avrei mai immaginato di trovarmi qui: strade
apparentemente molto diverse e lontane tra loro si incontrano: il risultato è
potentissimo». L’opera raffigura un uomo e una donna in mare aperto, indossando giubbotti di
salvataggio, mentre alle loro spalle sorge il sole, simbolo di un’alba di
speranza. In alto, campeggiano i versi struggenti del poeta marocchino Tahar
Ben Jelloun, tratti dalla poesia All’alba
il dolore è stanco.
L’amministratore delegato di Renner Italia, Lindo
Aldrovandi, ha ringraziato Laika perché «ha deciso di lasciare il
segno qui, con la speranza che sempre più aziende seguano il nostro modello di
integrazione del nostro nuovo welfare abitativo. Come saprete – ha
riferito Aldrovandi - abbiamo deciso di garantire un alloggio sostenibile ai
giovani rifugiati che entreranno a far parte del team Renner Italia attraverso
un innovativo progetto di formazione e sicurezza stilato insieme ai Salesiani. Un
progetto reso possibile proprio grazie all’indispensabile supporto dell’Opera
Salesiana di Castel De Britti e del suo direttore, Carlo Caleffi. Lo
abbiamo fatto, badate bene, non per impostazione ideologica. Lo abbiamo
fatto per puro realismo. Renner, come il 60% delle imprese di questo
Paese, da mesi fatica ad assumere operai nonostante da noi le condizioni siano
più vantaggiose di quelle previste dal contratto nazionale della
chimica. A questo scenario fanno da controcampo le persone che fuggono da
guerre e povertà. È gente che chiede la possibilità di lavorare. È
oltretutto evidente che l’emergenza abitativa nella provincia di Bologna abbia
raggiunto livelli insostenibili. Bologna – ha concluso Aldrovandi
- svetta in cima alla classifica delle città europee con il maggior incremento
dei canoni in un solo anno: +20,2% rispetto al 2023 per l’affitto di una
stanza. Sono dati Nomisma. Non è soltanto un problema economico.
Gli alloggi in affitto sono pressoché irreperibili in tutta la provincia. Lo
abbiamo testato direttamente. E allora, se questo è il dato di fatto,
occorre rimboccarsi le maniche e dare risposte. Questa è la nostra».
Sono
otto gli alloggi attualmente previsti da Renner Italia per i giovani migranti.
Il primo abitante di Casa Renner è un rifugiato gambiano, assunto a luglio
2024. Si tratta di un
percorso concreto di formazione e integrazione lavorativa per rifugiati. Oltre
a contratti di apprendistato con prospettive di stabilità lavorativa, il
progetto garantisce soluzioni abitative dignitose, promuovendo una vera
inclusione sociale.
«Quando Renner ci ha chiesto di collaborare a un progetto di
inserimento professionale, abbiamo portato l’attenzione sul tema abitativo, che
nel nostro territorio è un'emergenza – ha spiegato il direttore del
Cnos-Fap Opera Salesiana di Castel de Britti, Carlo Caleffi -. Molti dei
nostri studenti sono adolescenti migranti che hanno rischiato la vita per
attraversare mezzo mondo. Vogliono costruirsi un futuro, hanno voglia di
lavorare e si impegnano per diventare buoni cittadini e bravi tecnici. Abbiamo
proposto un progetto di transizione abitativa per migranti neo maggiorenni che
escono dalle strutture di accoglienza. Contestualmente al contratto di lavoro,
ciascun ragazzo avrà un alloggio per tre anni, così da avere il tempo di
crearsi delle basi solide per costruire la propria autonomia. Come Salesiani
Cnos-Fap abbiamo a cuore la formazione umana e professionale dei giovani,
perché possano realizzare progetti di vita e diventare adulti felici. Disegnare
Una nuova alba significa per noi un nuovo inizio, proporre un nuovo modello di
inclusione lavorativa e sociale».
Laika ha infine salutato tutti citando Ghali: «Non
siate indifferenti: lottate per far sì che “casa mia, casa tua, che differenza
c’è… dal cielo è uguale».