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Minelli Utensili: «Dalle Trabant agli utensili di precisione»

11/02/2020

È partita la nona edizione del Premio “Paolo Mascagni”, l’iniziativa istituita da Confindustria Emilia Area Centro, in collaborazione con il Resto del Carlino, e dedicata alle imprese che crescono dal punto di vista dell’innovazione, delle dimensioni, della redditività, del welfare, degli spazi sui mercati. 

In otto anni il Premio Mascagni ha fatto conoscere ai lettori le storie di 320 aziende contribuendo a costruire un mosaico che si chiama cultura d’impresa. Quest’anno saranno trentadue le interviste che, di settimana in settimana, ogni martedì fino a ottobre ci accompagneranno in un viaggio nelle province di Bologna, Ferrara e Modena alla scoperta delle ricette della crescita. 

Un viaggio che, grazie alla preziosa collaborazione de il Resto del Carlino, dallo scorso anno ha uno spazio di grande visibilità all’interno delle pagine economiche regionali del quotidiano diretto da Michele Brambilla, a ulteriore testimonianza del prestigio e del valore che ha assunto in questi anni l’iniziativa. La prima azienda coinvolta è la bolognese Minelli Utensili.

Salvatore Minelli nel 1987 lasciò la Marelli e si mise in proprio. Fu un’opportunità da cogliere al volo, ma anche uno di quei rischi che non tutti avrebbero il coraggio di affrontare. "La passione per ciò che si fa era e resta la chiave di tutto, sia quando avevamo quattro clienti sia ora che ne abbiamo più di 80, e io ho sempre e solo fatto il mio lavoro, da contoterzista e a beneficio dei player della grande produzione".

Dopo quasi 30 anni da dipendente, come nacque l’idea di fondare un’azienda? "A fine anni ’70 seguivo le linee di produzione dell’utensileria nell’allora Magneti Marelli, poi mi sono spostato in un altro opificio che, dopo nove anni, ho finito per rilevare, coinvolgendo mia moglie e mio figlio, che allora si stava diplomando".

Ci fu anche un’esperienza nel settore auto della Ddr, ma dopo la caduta del Muro di Berlino venne accantonata. "Comunque, la passione per ciò che si fa era e resta la chiave di tutto, sia quando avevamo quattro clienti sia ora che ne abbiamo più di 80, e io ho sempre e solo fatto il mio lavoro, da contoterzista e a beneficio dei player della grande produzione".

"Noi progettiamo e realizziamo strumentazioni di precisione su misura per ogni tipo di clientela, dai colossi del packaging e dell’automotive a quelli del biomedicale e dell’oleodinamica, dando modo a chi si rivolge a noi di utilizzare prodotti all’avanguardia, con la garanzia di un’assistenza efficace e costante". "Stare dove stiamo, negli anni in cui c’è stato da soffrire, ci ha messo davanti al lato più duro della crisi, ma ci sprona anche, vista la nostra natura di progettisti, a costanti investimenti su ricerca e sviluppo, anche sul fronte di una digitalizzazione sulla quale mio figlio sta dando un enorme contributo".

Leggi l'intervista integrale e guarda la videointervista su Il Resto del Carlino

Scarica l'articolo dal sito di Confindustria Emilia Area Centro - Premio Mascagni edizione 2020

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