Il Nostro Team
Comunicazioni tecniche
Eventi
Fare News
Imprese Associate
{{ fifthTitle }}

Sebastian: "Questi mesi? Non solo pandemia e lockdown"

08/06/2020

Sebastian Luis Navarrete è un addetto al magazzino di Nimax, l'azienda bolognese che si occupa di commercializzazione e assistenza di sistemi di codifica, ispezione ed etichettatura per linee di produzione. Il suo lavoro è cambiato molto durante questa pandemia, ma non si è mai fermato. E la sua vita privata, pur in mezzo al caos generale, ha subito una lieta accelerazione.

Come è cambiato il tuo lavoro dopo questa pandemia?
"Già dalle primissime fasi della pandemia in magazzino abbiamo attivato un protocollo di distanziamento dai corrieri e dal personale esterno. Nei giorni successivi alla chiusura improvvisa di tanti dei nostri clienti, decretata con il Dpcm del 22 marzo, si è creata la necessità di coordinare per ogni spedizione le squadre di magazzino,logistica e post-vendita: prima che in magazzino cominciassimo a preparare una spedizione dovevamo avere luce verde dalle colleghe in logistica, le quali a loro volta aspettavano l’ok dal post-vendita,dopo che quest’ultime avessero avuto dal cliente la conferma di essere ancora aperti e operativi. In sostanza, questa nuova modalità di lavoro si è tramutata nell'antitesi di una supply chain lean e innovativa. Ovviamente non era possibile fare altrimenti e ci siamo adeguati.A causa delle enormi difficoltà gestite dai corrieri nazionali, preparazione e spedizione della merce non bastano a garantire la consegna al cliente: forti ritardi del corriere,consegne parziali o perse sono diventati imprevisti non rari. In soli due mesi abbiamo cambiato per due volte il nostro corriere di riferimento cercando di capire quale fosse il modo migliore di arginare questo susseguirsi di disservizi".   

Il racconto di una giornata tipo.
"Ho ripreso ad andare al lavoro in automobile, preferendola in questa fase al trasporto pubblico. All’ingresso come prima cosa mi misuro la temperatura per essere sicuro di non avere sintomi influenzali. In magazzino e logistica ogni giorno c’è qualche collega assente -ci assentiamo a rotazione un giorno a settimana, per evitare assembramenti - e organizziamo le attività della giornata con chi è presente. Nel corso della mattinata facciamo il picking degli ordini dell’ultimo minuto, imballiamo le spedizioni che partiranno nel pomeriggio, riceviamo i corrieri che consegnano il materiale dei nostri fornitori e predisponiamo il carico dei camion. La pausa pranzo la passiamo quasi tutti alla nostra postazione, mentre prima affollavamo la mensa al di là della strada. Nel pomeriggio, alterniamo il picking degli ordini da spedire nella giornata successiva al carico dei diversi corrieri che ritirano le spedizioni imballate durante la mattinata".   

Preoccupazione, ansia, paura per citare i sentimenti più ricorrenti. Come hai organizzato la tua “resistenza psicologica” in questi mesi? 
"Negli ultimi mesi oltre a temere per la mia salute e per quella dei miei cari, il timore più ricorrente è stato quello riguardante il mio posto di lavoro. Oltre ai report giornalieri sul numero dei nuovi contagi, dei decessi e dei guariti, le notizie più preoccupanti riguardavano ovviamente l’economia e lo spettro di una nuova crisi. In questi giorni l’incertezza e l’incapacità di poter programmare frenano l’entusiasmo anche delle menti più brillanti e ottimiste, in tutti gli strati della società.Tra i miei amici più stretti ci sono ragazze che lavorano in palestra, coetanei che hanno preso in gestione un ristorante,imprenditori che organizzano tour enogastronomici per i turisti stranieri. Il virus non li ha contagiati ma le loro vite hanno comunque subito uno sconvolgimento senza precedenti. Ci sono anche tanti amici che lavorano ancora nelle aziende dove mi sono formato, le realtà della Gdo specialiste del bricolage o degli articoli sportivi: tutti a casa per quasi due mesi, in cassa integrazione. Noi non abbiamo mai smesso di lavorare e, nonostante il drastico calo degli ordini, abbiamo potuto continuare a farlo,grazie agli ordini dei nostri clienti rimasti aperti. Il virus Covid-19 non ha contagiato nessuno dei miei familiari o delle persone che conosco e la mia azienda non è stata obbligata a chiudere. In questo momento storico la somma di queste circostanze mi rende una persona molto fortunata".     

Che cosa è diventata la sicurezza in azienda in questa fase? 
"Una grossa percentuale dei miei colleghi lavora da casa in smart working, allo scopo di evitare assembramenti negli uffici. Chi è fisicamente in azienda deve misurarsi la temperatura prima di timbrare il cartellino e nelle aree di transito portiamo la mascherina. Chi di noi è più esposto al contatto con personale esterno è dotato di guanti, gel igienizzante e mascherine FFP2".   

Un aneddoto personale che ti consenta di ricordare questa “tragedia” con il sorriso. 
"Negli ultimi mesi di belle notizie ce ne sono state ben poche. Ogni giorno, come collettività, ci siamo ritrovati a fare i conti con i drammatici bollettini della protezione civile, l’inasprimento delle regole riguardanti il lockdown e lo spettro della crisi economica. Personalmente, però, qualche buona notizia l’ho avuta. A febbraio io e mia moglie abbiamo scoperto che a ottobre diventeremo genitori. Abbiamo avuto la fortuna di poterlo comunicare alle nostre famiglie e agli amici più stretti di persona,prima del divieto di incontrarsi. Non ricorderò questi mesi solamente come i giorni della pandemia e del lockdown, ma come i mesi del pancione di mia moglie, delle ecografie, delle videochiamate con i nostri amici e familiari, e del fermento in casa nostra per prepararci ad accogliere nostro figlio di cui ancora non sappiamo il sesso. Sapremo aspettare, la fratta in questo momento non ci appartiene".

Altri Articoli di Fare news