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Confindustria Alberghi e Federterme: misure irrispettose per un settore in crisi

04/12/2020

“Dopo dieci mesi di gravissima crisi nei quali l'industria alberghiera e termale è stata di fatto lasciata sola a combattere per la sopravvivenza delle proprie imprese e dei posti di lavoro degli oltre 250 mila lavoratori impiegati nel settore. Le misure di questo Dpcm appaiono davvero irrispettose e insostenibili e ci fanno dire ancora una volta ‘no’ a quella demonizzazione del settore che siamo francamente stanchi di sentire”. Questo il commento congiunto di Confindustria Alberghi e Federterme sul Dpcm Natale, entrato in vigore il 4 dicembre 2020 e valido fino al 15 gennaio 2021.

Presa di posizione condivisa dalla presidente della Filiera Turismo e Cultura di Confindustria Emilia, Patrizia Bauer, che ricorda come, oltre a terme e alberghi, anche tutti gli altri rami del settore legati al turismo e alla cultura stanno subendo pesantissime ripercussioni per le restrizioni decise dal governo per bloccare la diffusione del Coronavirus, in particolare quelle degli ultimi mesi.

La filiera alberghiera e quella termale”, prosegue la nota delle associazioni nazionali di categoria, “hanno operato in questi mesi con grande impegno, investimenti e senso di responsabilità sul fronte della lotta alla pandemia, offrendo ai propri (pochi) ospiti la possibilità di un soggiorno in sicurezza nel pieno rispetto delle norme previste e di rigidi protocolli di sicurezza. Un impegno riconosciuto e provato da un numero di contagi nelle strutture alberghiere e termali pressoché inesistente”. 
“Il segnale arrivato è ‘la goccia che fa traboccare il vaso’. L'obbligo di servire i pasti in camera la sera di Capodanno, peraltro quando già si è previsto il divieto di spostamento tra regioni e comuni, è una misura che offende tutti gli operatori che stanno lavorando con grande capacità, sacrificio e senso di responsabilità”.

“Tutto questo quando, a fronte di una perdita di fatturato per il settore alberghiero e termale che a fine anno sarà stata di oltre l'80% del fatturato, sono stati disposti aiuti che potranno coprirne meno del 10% e ancora in queste ore i comuni stanno chiedendo di pagare la Tari, e da mesi siamo in attesa di capire come sarà risolto il problema del tetto agli aiuti di Stato”, ricorda il comunicato.

“Nello stesso momento i settori analoghi negli altri paesi europei hanno già ricevuto aiuti in forma di liquidità che sono arrivati a coprire anche il 70% delle perdite”, concludono Confindustria Alberghi e Federterme. “Un vulnus questo che il settore rischia di portarsi sulle spalle anche nei prossimi anni, quando alla ripresa del settore l'industria alberghiera italiana dovrà tornare a competere sui mercati internazionali”.

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