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Gestione e innovazione di impresa, il CLAMM propone un nuovo modello di imprenditorialità

14/04/2021

Dall’anno accademico 2020/21 al tradizionale piano didattico del Corso di Laurea in Management e Marketing dell’Università di Bologna, il CLAMM, si aggiunge un nuovo curriculum di studi in “Gestione e Innovazione d’Impresa”.

Chi è già inserito in una attività lavorativa o chi, uscendo dalla scuola superiore, ha in programma di compiere studi universitari lavorando, ha da oggi una opportunità concreta di studio complementare al lavoro.

Le lezioni frontali costituiscono un elemento fondamentale del corso di laurea e si svolgono alcuni giorni alla settimana, nel tardo pomeriggio e il sabato mattina; sono comunque integrate da materiali didattici su piattaforma web, per valorizzare progressivamente le tecnologie per l’apprendimento.

A parlarcene è Stefano Mengoli, docente di Finanza aziendale presso l’Alma Mater Studiorum e Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Direzione aziendale.

Professor Mengoli, a chi è rivolto il nuovo curriculum di studi in Gestione e innovazione d’impresa e quali sono i suoi principali obiettivi?
I corsi di laurea a svolgimento tardo pomeridiano o serale nell’area della gestione d’impresa possono assolvere un importante ruolo sociale, dando forma a un modello di riqualificazione delle risorse umane per le imprese e di imprenditorialità e consentendo l’entrata di più persone nel mondo del lavoro aziendale. Tra gli obiettivi del progetto, anche quello di un più intenso ed efficiente utilizzo delle strutture universitarie pubbliche.
Pur vantando un grande tessuto industriale e di servizi, infatti, in Emilia-Romagna non esistono iniziative di questo genere, che si rivolgono sostanzialmente a due gruppi di persone: a chi ha iniziato a lavorare subito dopo la scuola superiore o per motivi vari non ha completato un percorso universitario, che dopo alcuni anni di attività lavorativa sia interessato a migliorare le proprie competenze al di là dell’esperienza sul campo; a chi ha necessità di avvicinarsi il prima possibile al mondo del lavoro per rendersi autonomo e sceglierebbe di rinunciare agli studi per carenza di mezzi o per incompatibilità organizzativa. A questa categoria di persone, un corso a svolgimento tardo pomeridiano o serale consente di coniugare esperienze imprenditoriali giovanili e formative rispettando uno dei valori teoricamente fondanti del nostro sistema di istruzione pubblica, quello dell’inclusione.

In questo senso, più che di un corso serale stiamo a tutti gli effetti parlando di un corso di laurea complementare al lavoro e all’imprenditorialità.
Esatto. La parola d’ordine è inclusione, ma anche autorealizzazione: considerando il criterio di accesso e il numero di studenti iscritti ai corsi di laurea un tema centrale nella programmazione universitaria, l’apertura delle aule anche in orario tardo pomeridiano e serale consentirà ad un maggior numero di persone di fruire dell’università a parità di struttura, aumentando quindi le opportunità di svolgere una buona didattica; contestualmente, l’idea è che molti dei laureati possano vedere le proprie potenzialità lavorative migliorare, oltre a vivere una esperienza molto importante dal punto di vista dell’autostima e della realizzazione personale.
Considerando quale obiettivo principale la complementarità con il lavoro anche per studenti che si trovano a sperimentare il primo approccio con il mondo professionale, il corso, della durata di tre anni con possibilità di svolgerlo in quattro o cinque in modalità part-time, non prevede un requisito di occupazione formale per l’accesso, che precluderebbe l’iscrizione a uno dei due gruppi target, bensì criteri di ammissione legati alla volontà di occupazione, come ad esempio le idee imprenditoriali e la motivazione.

Quali sono le caratteristiche del nuovo modello di imprenditorialità offerto dal corso?
Mi piace pensare la nostra nuova proposta didattica come un contributo al processo di riforma del lavoro e della scuola superiore, ad esempio degli istituti tecnici, che deve riuscire a formare anche persone immediatamente spendibili nel mondo del lavoro e come uno strumento per promuovere, appunto, un nuovo tipo di imprenditorialità, quella basata non solo, come un tempo, sulla creatività e/o su qualche competenza tecnica e propensione al rischio, ma anche su un nuovo mix che vede queste caratteristiche integrate con conoscenze sulla gestione e l’innovazione nell’impresa. L’imprenditorialità ha bisogno, infatti, di nuovi strumenti e di una molteplicità di capacità e conoscenze; in molti casi richiede anche di poter contare su una “palestra” di apprendimento per un lungo tempo. Svolgere lavoro e attività di studio, con un format adeguato, potrebbe consentire di mettere a punto un nuovo modello di business, attraverso un processo che non è solo, ma anche, di prova ed errore. Ciò a cui aspiriamo è quella interazione tra mondo del lavoro e della formazione di cui al giorno d’oggi molto si parla, ad esempio prevedendo, attraverso accordi con associazioni di imprese o imprese stesse, periodi di inserimento e training aziendale compatibili, finalmente, con gli studi.

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